25 Maggio 2019

MotoGP, Pol Espargarò: “Non servono le scuse KTM”

Pol Espargarò ricorda le pressioni di KTM nella scorsa stagione e l'ingaggio di una prima punta come Zarco. Ma lo spagnolo resta la punta di diamante.

Pol Espargarò

Dopo una stagione 2018 difficile Pol Espargarò ha regalato il primo podio MotoGP alla KTM nel round finale a Valencia, al termine di una gara bagnata. La casa di Mattighofen ha arruolato un big come Johann Zarco per accelerare lo sviluppo della RC16, ma Pol ha dimostrato sin dai test invernali di essere la punta di diamante del team austriaco. A Le Mans ha segnato il 6° posto, miglior risultato sull’asciutto con la RC16.

POL-KTM, PASSATO BURRASCOSO

Recentemente Pit Beirer ha ammesso di essere stato troppo duro nei suoi confronti nella scorsa stagione. La tempesta è cessata, le scuse sono superflue in un momento di generale euforia per KTM. “Non c’è bisogno di scuse, perché possono dire quello che vogliono – ha detto Pol Espargarò a Radio Marca -. Come tutti nel paddock vogliono vincere e l’unico modo è fare pressione su tutti i pezzi del puzzle“. La scelta di ingaggiare Zarco è comprensibile, soprattutto per capire se la RC16 fosse davvero al limite. “È normale considerando i soldi e le infrastrutture in gioco. È normale che tutti dobbiamo spingere, sono consapevole che siamo nell’élite e un pilota che non sopporta questa pressione non merita di essere in MotoGP, fa parte del mio lavoro. Il perdono o le scuse sono inutili. Basta che la stessa pressione sia trasmessa a tutti affinché KTM funzioni come si deve“.

COLLABORAZIONE NEL BOX KTM

Tra Pol Esprgarò e Johann Zarco c’è massima collaborazione e condivisione dei dati. In un momento di pieno sviluppo serve il contributo di entrambi, anche a costo di proseguire su strade differenti per via dei loro stili di guida divergenti. Aggressivo quello di Pol, gentile quello del francese. Ma le differenze possono rivelarsi un bene per la ricerca del set-up. Soprattutto se si considera che KTM è l’unico team a competere con un telaio a traliccio in acciaio e sospensioni WP. “Non siamo d’accordo su alcune decisioni, ma va bene perché è lì che si migliora davvero. Può usare pezzi diversi dai miei su un circuito e quando vado male posso sempre contare su quello che sta facendo. Va bene, perché quando i risultati non vengono fuori, hai un’opzione molto diversa che può funzionare. E il team – ha concluso Pol Espargarò – non lavora solo su una configurazione“.

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