10 Agosto 2017

MotoGP, Ducati avverte: “Il sistema di messaggi sul cruscotto così non va”

Davide Tardozzi spiega come funziona il sistema di messaggistica sperimentato da Irta. E spiega perchè andrà migliorato.

MotoGP, il caos generato dal flag-to-flag di domenica scorsa Brno tiene ancora banco. Davide Tardozzi, intervistato da Paolo Ianieri su La Gazzetta dello Sport in edicola giovedi 10 agosto, spiega cos’è successo domenica nel box della Rossa. E perchè, secondo Ducati, il sistema com’è fatto adesso non va.

COMPUTER“L’Irta (l’associazione dei team, ndr) ci ha fornito un computer per entrambi i piloti (Dovizioso e Lorenzo, ndr) ma la comunicazione può essere fatta ad un solo per volta” spiega Davdie Tardozzi, 57enne direttore sportivo di Ducati MotoGP. “E tra il primo messaggio, cambiare profilo e il secondo passano almeno dieci secondi. E allora chi privilegi? Anche perchè il messaggio non è istantaneo, ma appare solo quando il pilota passa i vari settori della pista (dove ci sono le rivelazioni degli intertempi, ndr), sulla linea del traguardo o sulla linea che rileva la velocità massima. Serve un computer per pilota da usare al muretto, non collegato nel retrobox. Speriamo ci ascoltino.” 

SPERIMENTAZIONE – Ricordiamo che il sistema di messaggistica sul cruscotto è ancora in fase sperimentale, cioè non obbligatorio, e finora è stato utilizzato solo da Ducati, per il team ufficiale e le formazioni satellite. Dal 2018 sarà presente su tutte le moto, perchè anche la Race Direction può interagire con il pilota per comunicare sanzioni. Uno dei limiti del sistema, come evidenziato da Tardozzi, è che sfrutta la stessa sovrastruttura tecnica del cronometraggio ufficiale, per cui si attiva solo in determinati punti, e non in tempo reale lungo tutto il circuito. Per fare questo servirebbe la telemetria, cioè un collegamento continuo box-moto, come in Formula 1. Ma in MotoGP è vietato.

 

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