29 Gennaio 2018

MotoGP, aerodinamica: Honda, Yamaha e Ducati tra alti e bassi

Pazzie regolamentari: hanno vietato le ali ma la guerra in questo settore è più spietata di prima

L’addio delle winglets ha spinto i costruttori di MotoGP a progettare e testare nuovi pannelli aerodinamici per garantire maggior stabilità in fase di accelerazione. Riuscire a mettere a punto una carena lata perfetta significherebbe guadagnare decimi preziosi, ma al momento questo settore sembra ancora in fase sperimentale. In attesa di conoscere se Ducati riserverà un finale a sorpresa in Qatar.

DUCATI – Finora la casa di Borgo Panigale ha rappresentato l’avanguardia dell’aerodinamica in Top Class, investendo tempo e denaro sulle alette che sono poi state vietate dal regolamento per motivi di sicurezza (o forse per penalizzare Ducati…). Nel box Ducati anche quest’anno Jorge Lorenzo e Andrea Dovizioso sembrano orientati su due binari diversi. Nelle prime uscite la carena aerodinamica è comparsa molto più di frequente sulla Desmosedici #99. “Su questa pista perdiamo tra i sei e i sette km/h di velocità massima, ma non mi sono ancora concentrato sul lavoro sulla carenatura. Sappiamo che perdiamo qualcosa in velocità, ma guadagniamo in accelerazione, dipende sempre dalle richieste del pilota. A Dovi e Petrucci non piace molto, mentre Miller e io andiamo meglio con la carenatura”. Alvaro Bautista non nota grandi differenze né miglioramenti: “Non noto differenza con le ali sulla moto, non vado male con queste, ma non so quanta differenza portino. Del resto su questa pista non sono molto utili”.

HONDA – Nei primi test di Sepang Honda e Yamaha hanno sfoggiato i loro progetti “invernali”, anche se la luce in fondo al tunnel sembra ancora lontana a vedersi. Fino al 2017 entrambe le squadre si erano limitate alle cosiddette alette interne sotto la copertura esterna del pannello, ma con scarsi risultati finali. In casa Honda la novità viene giudicata tra alti e bassi e non universalmente valida. “La carenatura è efficace e riduce effettivamente la tendenza alle impennate fornendo una migliore accelerazione. Ma in alcune sezioni delle curve dobbiamo ancora verificare se la carenatura ha un effetto negativo”. Marc Marquez gli fa eco pur sembrando un po’ più scettico in materia: “Bisogna lavorarci ancora. In accelerazione la moto è più stabile, ma diventa più pensate e meno maneggevole nei cambi di direzione. Posso andare veloce per un giro. Ma dopo alcuni giri ho paura di allungare eccessivamente la gomma anteriore”. Neppure Cal Crutchlow accoglie favorevolmente l’inedito frontale: “Sicuramente l’accelerazione e la frenata erano migliori, ma sentivo qualcosa di strano con esso, qualcosa di diverso da ciò che ero abituato. Continueremo a lavorarci sicuramente, non so quando, dato che abbiamo una grande lista di cose da fare”.

YAMAHA – Yamaha aveva fatto un primo passo avanti nei test di Valencia dell’anno scorso, esordendo con una carena aerodinamica un po’ troppo azzardata e che aveva mosso le critiche di Andrea Dovizioso. Il nuovo frontale sembra aver smussato le spigolature e trovato i giusti limiti regolamentari, ma le opinioni di Valentino Rossi e Maverick Vinales non lasciano presagire un loro utilizzo a breve termine. “Si avverte un contatto migliore della gomma anteriore e maggiore deportanza. Nelle curve senti meglio la gomma anteriore, il che è utile. Non vedo svantaggi”. Ma l’utilizzo dell’elemento aerodinamico potrebbe essere limitato solo a pochi Gran Premi del Motomondiale: “Con la nuova carenatura è migliorata in accelerazione, l’ultimo settore è migliorato molto, sarà importante per piste come l’Austria e Le Mans, con un sacco di impennate. Ma di sicuro su altre piste non possiamo usarlo come in Australia, con molto vento, perché forse in qualche angolo andrebbe peggio”.

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