17 Luglio 2018

Marc Marquez, il tiranno: “Pace con Rossi? Dipende da lui”

Marc Marquez è il tiranno del Sachsenring e della MotoGP. Con 46 punti di vantaggio su Valentino il 7° titolo mondiale è già prenotato.

Marc Marquez il tiranno del Sachsenring e del Mondiale. 9 vittorie di fila sul tracciato tedesco, 46 punti di vantaggio sul diretto inseguitore Valentino Rossi in apnea con la centralina, le Ducati ben lontane in classifica e intravedibili solo col binocolo. Il leader può permettersi ormai il lusso di stravincere, stradominare e andare a festeggiare nella tribuna dei fan del Dottore. Una gag di altri tempi, di un pilota che sta riscrivendo la storia dopo i pluripremiati Valentino Rossi e Giacomo Agostini, giusto per fare due nomi. “Sinceramente io non penso ai record o a cose come il più grande di sempre. La mia idea a inizio stagione è solo una: devo vincere sennò è un disastro. Punto. E per fare questo do tutto e cerco le condizioni migliori“, ha detto in un’intervista al ‘Corriere della Sera’.

D’altronde la tirannia di Marc Marquez al Sachsenring non può non ricordare quella di Ago in Finlandia negli anni ’60 e ’70, ad Imatra, dove ha vinto non meno di 14 gare consecutive. La scia teutonica del Cabroncito è iniziata nel 2010, quando era ancora in classe 125cc, è proseguita in Moto2 fino ad arrivare alle ultime sei vittorie in MotoGP. Il circuito tedesco sembra fatto a sua misura e somiglianza, con il senso antiorario e la prevalenza di curve a sinistra che esaltano il suo spirito ‘track’. Anche la sua Honda RC213V sembra costruita a pennello (e Jorge Lorenzo dovrà in parte adattarsi), non una moto perfetta, ma è il connubio pilota-moto ad essere inossidabile. Basta guardare la classifica, per scorgere una seconda Honda bisogna sprofondare fino in ottava posizione dove Cal Crutchlow naviga a 79 punti, meno della metà del campione che si accinge al suo settimo titolo iridato in carriera, quinto in classe regina.

Una tirannia ancora più consolidata di quella di Valentino Rossi che al Mugello è stato padrone incontrastato per sette stagioni consecutive, dal 2002 al 2008. Nulla può il campione di Tavullia contro lo strapotere di Marquez che, dopo i tonfi del 2015, ha imparato anche a usare il cervello oltre che la manopola del gas. “Ho imparato la lezione del 2015. Col mio stile avevo vinto due Mondiali, poi all’improvviso ho perso. Ho ragionato e ho capito che era sbagliato puntare solo a vincere e che un podio è sempre prezioso – ha spiegato il fenomeno di Cervera -. Chiamiamola esperienza. Oggi so già che certi errori che sto facendo tra 3-4 anni non li farò più. È un processo di crescita infinito“. Una progressione che, se protratta a certi livelli ancora per alcuni anni, lo porterà a conquistare più titoli di Valentino. Una sfida a distanza che si è avvelenata dopo i fatti di Sepang e ancor più inasprita dopo Rio Hondo. Ma il campione, che ha il tempo dalla sua parte, è sempre pronto a tendere la mano: “Lo ammiro molto“. Sarà di nuovo pace tra i due re del Motomondiale? “Non dipende da me. Dopo il 2015 avevamo risolto. Poi in Argentina c’è stato quel problema in gara, gli ho chiesto scusa e sono stato anche penalizzato. Più di così che devo fare?”.

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