15 Maggio 2018

MotoGP, Valentino Rossi: “10° titolo? Difficile, ma io ci provo”

Valentino Rossi fra rinnovo di contratto e sogno del 10° Mondiale, tra motivazioni ed elettronica Yamaha. Su Marc Marquez: "Ad Austin ci siamo confrontati".

Valentino Rossi arriva a Le Mans dopo un fortunoso quinto posto a Jerez, al termine di un week-end che ha messo in risalto tutte le difficoltà di una Yamaha M1 incapace di trovare le soluzioni ai problemi emersi esattamente un anno fa. Se all’epoca l’attenzione dei tecnici era focalizzata sul telaio, adesso il lavoro della casa di Iwata è concentrato sull’elettronica. Conosciuto il problema, resta da capire come risolverlo, ma di certo serviranno mesi, forse un intero campionato, e il campione di Tavullia, arrivato alla soglia dei 39 anni, sa che il tempo stringe e rischia di non potersi giocare fino in fondo il sogno del decimo titolo mondiale.

CONTRATTO E SOGNO – A Jerez, in occasione dell’inaugurazione del nuovo motorhome Yamaha, il Dottore ha rilasciato un’intervista a Gavin Emmett per BT Sport. “La cosa più importante per me è non smettere mai. Penso che per me sarebbe tutto più difficile se mi fermassi, se continuo a lavorare sodo mantengo il mio passo”. Qualcuno era pronto a scommettere per il suo addio al Motomondiale alla fine del 2018, invece il campione di Tavullia ha rinnovato per altri due anni e probabilmente sarà l’ultimo contratto in classe regina: “Non è stata una decisione facile. E’ stato più difficile questa volta, perché era forse l’ultimo contratto e dopo questo non ce ne saranno altri”. A spingerlo versa questa scelta è la motivazione del decimo titolo: “So che è difficile, ma ho deciso di provarci, bisogna affrontare sfide difficili e molto dipende dallo stato della moto. Quello che mi piace è il feeling che ho quando arrivo al weekend di gara, quando vinco o riesco a salire sul podio”.

MARQUEZ E L’ELETTRONICA – La stagione 2018 sarà ricordata anche per quanto accaduto in Argentina, lo scontro in pista e nel dopo gara tra Valentino Rossi e Marc Marquez. Non poteva mancare una domanda sulla vicenda: “No, nessun messaggio. Abbiamo parlato un po’ ad Austin, io ho detto a lui quello che pensavo e lui anche“. Non c’è tempo di soffermarsi sulla guerra psicologica che serve a ben poco in termini di risultati e punti, bisogna premere su Yamaha affinchè risolva il gap elettronico: “La moto dell’anno scorso non era buona, il bilanciamento non era giusto, in alcuni tracciati la moto era competitiva, ma nei circuiti europei soffrivamo molto, l’elettronica è un problema”. Ormai la superiorità di Honda e Ducati in termini di centralina è un ritornello che non conosce fine: “Per me la M1 del 2108 è una buona moto, ma secondo me soffriamo con l’elettronica”.

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