8 Dicembre 2017

MotoGP: Maverick Vinales 2.0 “Imparare da Marquez, convivere con Rossi”

E' stata la peggior stagione in top class per l'astro nascente. "Ho sbagliato a non insistere con il vecchio telaio"

Doveva essere l’annus mirabilis per Maverick Vinales ma qualcosa è andato storto, fino a diventare la sua peggior stagione.

DISCESA – “Posso dire che questo sia stato l’anno nel quale ho sofferto di più di tutta la mia carriera, non c’è ombra di dubbio”. Nei test invernali e fino al GP del Mugello era il pilota da battere, dopo l’introduzione della nuova carcassa anteriore Michelin la situazione è precipitata, vedendosi sorpassare persino dalla Yamaha satellite di Johann Zarco. L’unica consolazione è aver chiuso il Mondiale davanti al compagno di box Valentino Rossi, complice anche l’infortunio in allenamento all’alba del mese di settembre.

VALENCIA, SPAIN - NOVEMBER 14:  Maverick Vinales of Spain and  Movistar Yamaha MotoGP speaks with journalists at the end of the MotoGP Tests In Valencia day 1 at Comunitat Valenciana Ricardo Tormo Circuit on November 14, 2017 in Valencia, Spain.  (Photo by Mirco Lazzari gp/Getty Images)ASPETTO TECNICO – La casa di Iwata non è stato in grado di aggiornare la YZR-M1 alle nuove gomme, incapace di riequilibrare la centralina unica, in eterno affanno nel trovare il telaio più adatto per risolvere i problemi di grip. Decimo posto in Catalunya, nono a Motegi, dodicesimo a Valencia… roba da uscire pazzi. “Avevo dominato nei test pre-stagionali e nelle prime gare, poi è arrivato il crollo. Le abbiamo provate tutte, ve lo assicuro… Mi ha dato una mano notevole l’aiuto dello psicologo. E’ stato un vero e proprio secondo allenamento, fondamentale per competere a questi livelli”. Nella prima porzione di stagione Maverick Vinales non ha risparmiato attacchi diretti alla Michelin, ma le gomme erano uguali per tutti. Ha cambiato filosofia di pensiero, ha rivolto i suoi strali nervosi verso i vertici del team, sfociando fino alla rassegnazione del dopo Valencia. “Non so dare spiegazioni, chiedete alla Yamaha”. Le buone impressioni dei test non possono far dormire sonni tranquilli, nessuno può saperlo meglio di lui. Il nuovo motore soddisfa ma non basta. I problemi persistono e dal Giappone servono ulteriori step.

ESEMPIO – Non basta scaricare le colpe sulle circostanze, serve fare autocritica per rimettersi sulla corsia preferenziale che porta al titolo iridato. Marc Marquez ha saputo colmare le lacune della sua Honda con il talento, riuscendo a raggiungere il limite anche a costo di sbagliare (27 cadute stagionali non sono una semplice coincidenza). “Marc fa molto bene le prove, cerca il limite e sa come trovarlo, è una delle sue qualità, ottiene il meglio dalla moto, questo è quello che dobbiamo imparare, andare a cercare quel limite, anche se questo potrebbe causare più cadute . Ne ho avute tre tutto l’anno, non succede nulla, posso cadere molto di più, devo provare a portare la moto oltre le sue possibilità in allenamento, poi in gara è chiaro che devi finire”.

CONVIVENZA – Il rapporto con Valentino Rossi non ha subito incrinature nonostante un’iniziale divergenza di vedute sul telaio. Inizialmente ha prevalso la sua opinione, dinanzi alle prime difficoltà Yamaha ha virato sulle decisioni del Dottore. Ben sette telai differenti senza mai intravedere la luce in fondo al tunnel. “Siamo tutti in parte colpevoli, forse dovevo essere più severo nel chiedere cose, basandomi sui miei sentimenti e non sugli altri”. Il riferimento a Valentino è indiretto ma preciso. “Forse il mio errore è stato di non continuare con il vecchio telaio”. Ma cominciata la pausa invernale gli animi si sono rasserenati, il telaio 2016 sembra mettere entrambi d’accordo. E Valentino resta il compagno di team ideale: “E’ un pilota che contribuisce molto al Campionato del Mondo e al motociclismo, è a un livello incredibile e aiuta sempre a migliorare, quindi sarebbe importante che continuasse ancora per molto tempo”. Del resto una guerra psicologica non conviene a nessuno in tempi difficili. Meglio convivere senza remare in direzioni opposte. Serve un Vinales 2.0.

Lascia un commento