13 Settembre 2018

MotoGP, Luca Cadalora: “Se Valentino Rossi non vince è colpa nostra”

Luca Cadalora, coach di Valentino Rossi, ritiene che l'assenza di vittorie sia solo colpa di una moto non all'altezza. "Cerchiamo di dargli la moto migliore, ma non basta".

L’incontro decisivo tra Valentino Rossi e Luca Cadalora è avvenuto a Misano tre anni fa. Dopo alcuni giri di pista in sella alle Yamaha R1 il Dottore gli propone di diventare il suo coach con un ruolo di osservatore speciale, al fine di trovare quel piccolo dettaglio che possa fare la differenza. Il tre volte iridato più che definirsi ‘coach’ preferisce farsi chiamare Rider Performance Analyst, analizza le prestazioni e cerca di migliorarle, si immedesima nel pilota, scambia sensazioni, partecipa alle riunioni tecniche, scruta da bordo pista, studia le traiettorie, collabora assiduamente con Galbusera e Flamigni e, dopo la prima giornata, focalizza l’attenzione su quei settori di tracciato su cui si rivelano maggiori difficoltà.

Il suo nuovo ruolo riesce a farlo immedesimare in Valentino Rossi, vive sulla propria pelle ogni momento di un Gran Premio e non solo, sentendosi ancora in pista nonostante i suoi 55 anni di età. Luca Cadalora sa di trovarsi in una fase di stallo nel box Yamaha, dove la vittoria manca da ben 22 GP per dei problemi di elettronica che concernono soprattutto la trazione e di conseguenza l’accelerazione. Nonostante tutto il Dottore è terzo in classifica e quando possibile riesce a colmare il gap tecnico con la sua esperienza. “Per andare avanti è necessario essere competitivi e avere piacere per ciò che si fa. Valentino ama ancora questo… ma se vuoi vincere il titolo, devi vincere – ha detto a Motogp.com -. Questa è la cosa migliore che puoi fare. Essere sul podio è buono, ma una vittoria è un’altra cosa. In squadra cerchiamo di dargli la moto migliore ogni fine settimana. A volte non è abbastanza per la vittoria, ma è solo un nostro errore. Se gli diamo la moto giusta vincerà“.

Dopo un titolo mondiale nella 125cc e due nella 250cc Luca Cadalora mai avrebbe immaginato di poter diventare un giorno istruttore di un pilota, figura emergente solo negli ultimi anni. “E’ una bella sensazione. Cerco di tenere gli occhi fuori. Gli dico quello che vedo… Mi piace il fatto di essere vicino alla pista, ma mentalmente seduto sulla bici. Questo mi dà una sensazione simile ai miei giorni di gara“. Tra lui e il Dottore si è creato quasi un rapporto di simbiosi, di dare e ricevere: “Ora ho capito qual era il mio limite come pilota. Se fossi stato un po’ più preciso e avessi dedicato più tempo a questo lavoro, avrei potuto ottenere di più. Non solo lui impara da me, ma anche io da lui“.

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