MotoGP, l’elettronica ai tempi della centralina unica Magneti Marelli
Claudio Rainato, ingegnere elettronico della Suzuki, svela alcuni retroscena del lavoro sull'elettronica nei week-end di gara della MotoGP.
Per la quarta stagione consecutiva in MotoGP sarà obbligatoria la centralina elettronica unificata di Magneti Marelli, con hardware e software uniformi, in grado di garantire un campionato più equilibrato e tetti di spesa maggiormente contenuti. Dal 2019 verrà introdotta la piattaforma inerziale uguale per tutti, per cercare di colmare la zona grigia del regolamento e fare in modo di ridurre ulteriormente il gap tra i costruttori, Sebbene il lavoro sull’elettronica resti alquanto dispendioso per ogni team, cui spetta l’onere di configurare le applicazioni di base a seconda delle esigenze di ciascun motore e pilota.
Claudio Rainato, ingegnere elettronico Suzuki che nel 2018 si è occupato della GSX-RR di Andrea Iannone, spiega il labirintico mondo dell’elettronica in un’intervista rilasciata a Motorsport-Total.com: “Il primo passo viene fatto in Giappone, ma sarà completato dagli ingegneri del team nel box… A differenza della Formula 1 in MotoGP non è consentita la telemetria dal vivo. Quindi non v’è alcun trasferimento in tempo reale dei dati quando la moto è in pista. Le moto sono dotate di sensori, cavi e un’unità di controllo che salva i dati“. Solo una volta che la moto rientra ai box è possibile scaricare i dati e giocare sulle mappature, solitamente tre, che possono essere selezionate dal pilota durante la percorrenza in pista: “Il pilota ha tre pulsanti sul manubrio sinistro in modo che possa modificare la mappatura, la risposta del controllo di trazione e il funzionamento del freno motore e abbiamo prefabbricato le mappature in modo che non possa modificare un solo parametro: sceglie solo altre mappature.”
Quando si decide di regolare una mappatura, quella modifica non vale solo per un settore del tracciato, ma per l’intero percorso. Negli ultimi anni l’elettronica è diventata di vitale importanza per studiare il miglior assetto in ottica gara, in quanto può aiutare a gestire le gomme al meglio e migliorare il comportamento delle sospensioni. “Durante una sessione di prove, l’ingegnere elettronico e il capo dell’equipaggio sono quelli che comunicano di più con il pilota – ha concluso Claudio Rainato -. Dobbiamo ascoltarlo e allo stesso tempo spiegare ciò che è cambiato per consentirgli di capire i cambiamenti“.
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