10 Ottobre 2018

MotoGP: “Le scintille fra Marquez e Lorenzo ci faranno vincere”

Albergo Puig è convinto che la rivalità interna fra Marc e Jorge sarà l'arma in più della HRC

Non sono ancora compagni di squadra ma fra Marc Marquez e Jorge Lorenzo sono già scintille. L’incrocio di traiettorie alla prima curva di Aragon, con conseguente caduta e frattura dell’attuale pilota Ducati hanno acceso il fuoco. E’ facile immaginare che nel 2019 la convivenza nel box Honda HRC non sarà proprio tranquillissima. Alberto Puig, manager HRC che orchestrato l’operazione Lorenzo, invece è convinto che la rivalità interna sarà una molla. Ecco come ha risposto a Paolo Ianieri de La Gazzetta dello Sport.

Come sarà gestire Marc e Jorge?

«A priori, una squadra coi piloti più forti è la cosa migliore, se non vince uno, lo fa l’altro. Di sicuro ci sarà tensione, ma cosa ci si attende in un Mondiale, con due piloti così? Senza tensione non si vince».

Ad Aragon c’è stato il primo round, con le accuse di Lorenzo a Marquez per la caduta.

«Sinceramente penso che Jorge abbia sbagliato, è andato troppo lungo e ha dato gas in una zona sporca. Credo fosse parecchio carico, ma dentro di sé sa come sono andate le cose».

Marquez gli ha telefonato.

«Ho imparato a conoscere più in profondità questo ragazzo incredibile. È un campione totalmente lineare. Non è un divo né pretende o gli piacerebbe esserlo. E’ facile lavorarci».

Per Jorge, passare da Yamaha a Ducati è stato un cambio di categoria.

«Penso che vivrà un cambio sostanziale, grande. Con cose positive e negative che si porterà dietro o che troverà. Non sarà immediato».

E Marquez potrà controllarlo meglio.

«A Marc non interessano questi giochi. Lui va per la sua strada, sa cosa fare, ha una squadra potente. È molto difficile da battere, Marc».

Honda potrà sfruttare le doti da collaudatore di Jorge.

«Penso che la guida dei due sia molto diversa. Marc non cambierà stile, Jorge proverà ad adattarsi: e Honda lo aiuterà».

L’approccio con Lorenzo è stato da pilota a pilota?

«Sì. Gli ho detto che se aveva interesse a parlare con la Honda era meglio farlo direttamente: “Tu sei pilota e io pure, io ho una moto da darti e tu hai potenziale, vediamo se troviamo un punto di incontro”. Giuro, il meeting non è stato lungo».

Ha realizzato il colpo dell’anno.

«Io penso di no. Ho realizzato solo quello che gli altri non hanno fatto. Ho chiesto alla Honda se potevo provarci, sono andato e l’ho preso. Semmai è strano che altri non abbiano pensato in maniera diversa. Però non è stata una decisione di Puig, non è il mio modo di fare: il mio rapporto con i giapponesi è sempre stato corretto, ho sempre chiesto e mi sono consultato con loro».

Jorge dice che siete simili: duri che parlano diretto e chiaro.

«Questo dell’essere duro non l’ho mai capito sinceramente. Io cerco di fare le cose da un punto di vista sportivo, con la mia esperienza di 35 anni nelle corse e avendo lavorato con piloti di livello altissimo».

Stoner tornerà come collaudatore?

«Ho una relazione stupenda con Casey. L’ho portato io in Europa, è stato a casa mia. Non so cos’è successo quando era qui, ma di lui sai che se lo metti sulla moto andrà subito velocissimo. Abbiamo Bradl, ma il futuro è aperto, ancor più per uno come Stoner».

La Yamaha vorrebbe lo sviluppo motori durante la stagione.

«Non penso che la Yamaha vada così male come dicono, non credo. E non credo sia giusto dar sempre la colpa alla moto».

La Ducati è la moto migliore?

«Direi che è la più equilibrata. Ma ora si sono disequilibrati. Dove? Indovina».

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