18 Gennaio 2019

MotoGP, Dani Pedrosa: “Per il presidente HRC non ero adatto come tester”

Dani Pedrosa spiega il motivo principale che l'ha spinto a lasciare Honda per diventare collaudatore KTM: "Per Nomura il mio fisico era troppo diverso da quello di Marquez e Lorenzo". E su Puig: "Evitiamo polemiche inutili".

La frattura alla clavicola destra è l’ennesimo infortunio rimediato nella lunga carriera da Dani Pedrosa, il veterano della Honda che ha deciso di appendere il casco al chiodo al termine della scorsa stagione, per dedicarsi ad un più umile ruolo di collaudatore in KTM. Il pilota di Sabadell è entrato di diritto tra le Leggende della MotoGP, il circuito di Jerez gli ha dedicato una curva, sarà ricordato per i suoi tre titoli iridati, ma ancora una volta la sorte avversa ha voluto frenarlo nella sua nuova avventura con il team austriaco.

“Tutto è avvenuto inaspettatamente. Nel corso degli anni ho avuto diverse fratture in quella clavicola destra e l’ultima volta in tre parti, lasciandola sclerotica – ha rivelato attraverso un comunicato -. La parte centrale non ha abbastanza flusso sanguigno, creando l’osteoporosi, quindi richiede una soluzione efficace per rigenerare l’osso e ottenere un recupero adeguato. Questo trattamento che sto per eseguire è diviso in due fasi: estrazione delle cellule staminali, preparazione delle stesse e intervento chirurgico con un innesto costituito dalle mie stesse cellule staminali del midollo osseo. Tutto questo processo richiederà circa un mese e il rientro alla mia attività come test driver verrà effettuata quando i medici mi daranno l’approvazione dopo aver osservato che l’osso può reggere. Ovviamente, spero che tutto questo processo finisca il prima possibile”.

Dani Pedrosa salterà il test di Sepang agli inizi di febbraio e sicuramente non sarà a disposizione di KTM prima dell’inizio del Mondiale. Dal suo ingresso in classe regina sono tanti gli infortuni cui ha dovuto far fronte, a cominciare dal GP del Sachsenring 2008, l’incidente in Giappione nel 2010, in Francia nel 2011 dopo un contatto con Marco Simoncelli, nel 2014 viene operato all’avambraccio destro per risolvere un problema di sindrome compartimentale, l’anno successivo è costretto ad un altro intervento all’avambraccio. Nel 2016 cade rompendosi la clavicola destra, l’ultimo infortunio di minor entità risale alla scorsa stagione, dopo la botta riportata in Argentina. “Devi essere fisicamente in forma per essere in grado di combattere contro i tuoi avversari in pista. Ma il rischio di lesioni non è stato il motivo per cui ho lasciato la competizione – ha dichiarato Dani Pedrosa a El Mundo Deportivo -. Il desiderio di competere è sempre molto al di sopra dei problemi fisici che hai. In realtà, quel desiderio è ciò che mi ha sempre aiutato a superare tutte le lesioni. Ma non mi sono fermato perché ho avuto un infortunio, sono sempre riuscito a gareggiare di nuovo dopo tutti i problemi di questo tipo”.

Sono in tanti a chiedersi perché dopo 18 stagioni in sella alla Honda abbia preferito lasciare HRC per dedicarsi ad un altro marchio, rifiutando l’ultima offerta del team nipponico: “KTM mi ha offerto un buon progetto e tutta la sua fiducia, mentre il presidente di HRC, Yoshishige Nomura, mi ha detto che non credeva che il mio fisico fosse adatto a indicare la direzione di cui avrebbero bisogno i piloti del team attuali, Marquez e Lorenzo, fisicamente più grandi di me. Considerarono che per quella funzione Stefan Bradl era più adatto“. Qualche settimana fa Alberto Puig non è stato per nulla gentile nei suoi riguardi in alcune dichiarazioni rilasciate ad un giornale spagnolo, ma Dani Pedrosa preferisce non gettare altra benzina sul fuoco: “Puig è stato molto importante nella mia carriera sportiva, non lo negherò mai. Tutti lo sanno e non ho mai provato a nasconderlo. Ma, dopo gli eventi di questo ultimo anno, che è un capitolo chiuso, non è necessario entrare in polemiche sterili”.

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