14 Settembre 2018

MotoGP, Andrea Iannone: “La vera strategia è l’elettronica”

Andrea Iannone giustifica il deficit di risultati con il grande passo avanti compiuto da Honda e Ducati. Ancora sei gare con Suzuki, poi inizia l'avventura Aprilia: "Voglio tornare in cima".

Dopo un inizio di stagione esaltante Andrea Iannone e la sua Suzuki GSX-RR si sono spenti. Si ritrova a dover vivere una situazione di “esiliato” dopo il divorzio da Hamamatsu e il nuovo contratto con Aprilia che lo proietta in un salto nel vuoto nel 2019, con un team ancora alla ricerca della retta via in termini di sviluppo.

Difficile spiegare i motivi di un improvviso declino, l’impressione è che gli avversari abbiano fatti passi avanti mentre Suzuki sia rimasta in una fase di stallo. “A mio parere, gli altri produttori stanno lavorando sodo. Hanno iniziato a un livello più alto di noi. In qualche modo siamo deboli, anche in alcune condizioni“, ha detto l’abruzzese a Speedweek.com. Non si tratta di un calo personale, “mi considero un pilota molto veloce. Ma non posso ottenere il cento per cento in questo momento“. Di certo pesa non poco l’addio anticipato alla Suzuki, una perdita di stimoli da entrambe le parti che non giova sui risultati. “Se non dovessi lasciare Suzuki, penso che molte cose sarebbero diverse. Il fatto di lasciare Suzuki rende tutto ancora più complicato. Penso che faccia sempre male“.

 

Honda e Ducati hanno scavato un vuoto incolmabile, “hanno qualcosa in più in tutte le aree. Si comportano meglio con le gomme e con l’elettronica. Cosa può fare un pilota della MotoGP? Può frenare e accelerare nel miglior modo possibile. Devi guidare nel miglior modo possibile. L’elettronica è la strategia – ha sottolineato Andrea Iannone -. Determina tutto: accelerazione, impennate, usura degli pneumatici e scivolamento. Non sono io quello che dovrebbe fare la strategia. Capisci? Il software deve essere più intelligente. Ora tu dici che il software è coerente per tutti. Sì, ma alcuni li portano a lavorare meglio di altri“.

I due podi di Austin e Jerez sono arrivati grazie ad un consumo uniforme delle gomme, con il circuito spagnolo nuovo di asfalto e quindi un grip migliore. Non resta che chiudere al meglio le ultime sei gare di questo Motomondiale, senza mai perdersi d’animo. “La speranza è l’ultima a morire. Cerchiamo di essere ottimisti, calmi, positivi, ma anche realistici. Perché le false aspettative non portano nulla. È solo che soffriamo in gara“. Da novembre salterà in sella alla RS-GP di Noale, non porterà con sè tecnici o meccanici fidati, quelli sono rimasti in Ducati… “In questo caso mi fido di Aprilia. Non conosco il resto. La conoscerò. Posso dirti che arrivo lì con lo stesso atteggiamento di sempre. Voglio tornare in cima“.

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