19 Aprile 2016

Moto3: ”Fenomeno” Fabio Quartararo, Jerez sarà il suo momento?

La nomea di Fenomeno, grandi aspettative riposte in lui, ma per il momento nessuna vittoria in Moto3: ecco perchè Jerez potrebbe essere l'occasione giusta per Fabio Quartararo.

“Fenomeno”, predestinato, il nuovo Marquez, ecco chi segnerà il motociclismo nei prossimi anni… OK, ma nel frattempo siamo a quota zero vittorie. Questa è la storia particolare di Fabio Quartararo, il talento più chiacchierato nel paddock del Motomondiale nell’ultimo biennio, ma non ancora in grado di concretizzare quel suo (indiscusso) potenziale velocistico che gli aveva permesso di presentarsi ai nastri di partenza del Mondiale Moto3 2015 con grandi aspettative, non ancora effettivamente rispettate.

HA VINTO TUTTO QUELLO CHE C’ERA DA VINCERE – Chiariamo subito questo punto: Fabio ‘El Diablo‘ Quartararo è un manico. Forte, va forte. Veloce, sì, lo è eccome. Il talento poi è fuori discussione. Lo assicura chiunque ha avuto a che fare con lui, lo testimoniano i risultati conseguiti nei campionati promozional-propedeutici della pensiola iberica. Da bambino prodigio nonchè figlio d’arte (suo padre Etienne è stato anche occasionale wild card in 250cc sul finire degli anni ’80) ha fatto man bassa di vittorie in Spagna, una volta resosi conto che il livello dei campionati nazionali francesi era… troppo basso se raffrontato a lui. A soli 8 anni nel 2007 aveva concluso 2° assoluto nel Campionato del Mediterraneo MiniGP 50cc, riuscendo a centrare la vittoria assoluta nel 2008, laureandosi Campione all’esordio nella classe 70cc nel 2009. Recordman di precocità del CMV, nel 2010 la meritata promozione con Metrakit nella MiniGP 80cc gli ha riservato un 3° posto finale ponendo le basi per il successivo, trionfale, biennio sempre in Spagna. Passato alla MiniGP 80cc realizzata dall’italianissima RMU Racing, Quartararo nel 2011 è Campione della categoria e, dodici mesi più tardi, si porta a casa il titolo nella PreMoto3 Series. Completato il “grand chelem” nei campionati formativi della penisola iberica, nel 2013 fa il suo esordio nel CEV Moto3 con una FTR Honda M312 preparata dal Wild Wolf Racing, manco a dirlo bruciando le tappe: al debutto assoluto a Barcellona è sul podio (2°), alla ripresa delle ostilità dopo la pausa estiva inanella una serie di risultati sensazionali che lo proiettano in piena corsa per il titolo di categoria, il tutto a 14 anni appena compiuti.

Baby prodigio: il più giovane Campione nella storia del CEV

Baby prodigio: il più giovane Campione nella storia del CEV

Di fatto è in questo frangente che cambia la vita agonistica di ‘El Diablo’: Eduardo Martin (titolare di Wild Wolf) diventa il suo manager e gli mette a disposizione un capotecnico pluri-titolato come Christian Ljundberg. La svolta è immediata: al Circuito de Navarra conquista la pole position, si ripete anche a Valencia dove mette a segno una doppietta senza discussioni nelle due gare rifilando distacchi abissali agli avversari. Per la “finale” di Jerez rientra così nel plotoncino dei 7 pretendenti al titolo: conquista pole, vittoria e, sfruttando le disavventure occorse a Maria Herrera e Alejandro Medina, a sorpresa si laurea Campione, il primo non-spagnolo dal 2007 (l’ultimo era stato Stefan Bradl nel CEV 125 GP), il più giovane della storia a 14 anni e 221 giorni strappando questo primato ad Aleix Espargaro in trionfo nel 2004 a soli 15 anni.

LA ‘QUARTARARO RULE’ – Questo successo gli apre nuovi scenari di carriera: riceve un’offerta dal Team LaGlisse, ma firma con il Monlau Competición di Emilio Alzamora con la possibilità di sviluppare la nuova Honda NSF250RW rientrando oltretutto nei pluriennali piani HRC (opzione per 6 anni). Il contratto prevede la promozione automatica al Mondiale una volta (ri)conquistato il titolo nel CEV e lui non si fa scappare questa occasione: monopolizza nuovamente la scena in Spagna, vincendo quasi tutte le gare del calendario. Già in estate era sicuro di poter correre con Honda Monlau nella serie iridata, ma per consentirgli di non perdere le prime tre gare 2015 (non ancora sedicenne) si inventano la cosiddetta “Quartararo Rule“: dalla stagione successiva il Campione in carica del CEV potrà debuttare nel Mondiale Moto3 seppur non ancora raggiunto il limite minimo d’età fissato a 16 anni.

Fabio Quartararo con i nuovi colori Leopard Racing

Fabio Quartararo con i nuovi colori Leopard Racing

IL CLAMOROSO PASSAGGIO A LEOPARD, IL RITORNO CON LJUNDBERG – Quartararo via regola-ad-hoc approda così nel palcoscenico iridato facendo impressione nei test invernali ed il debutto è di quelli da rimarcare: a Losail lotta per la vittoria, ma un errore nel finale compromette la sua e la gara del nostro Bagnaia. Si rifà ad Austin dove sale sul secondo gradino del podio, non sfigura a Rio Hondo, a Jerez dopo una superlativa pole si gioca la vittoria fino ad una sbavatura all’ultima curva. Di fatto, oltre al 2° posto di Assen, questo è l’ultimo momento in cui Fabio ottiene qualcosa: in casa a Le Mans scatta dalla pole, ma in gara sbaglia-e-paga. Sarà la prima di tante (rovinose) cadute in una stagione caratterizzata da un infortunio a Misano che lo hanno relegato ben lontano dagli obiettivi stagionali (aggiudicarsi il titolo di Rookie of the Year, conquistato dal più concreto compagno di squadra Jorge Navarro), invitandolo ad una decisione che lasciò tutti sorpresi. Alla vigilia del GP di Indianapolis, tra lo stupore generale, Fabio Quartararo comunicò ad Emilio Alzamora la sua intenzione di lasciare il team Monlau per approdare in Leopard Racing (originariamente su Honda, poi KTM), motivato dal riabbracciare come capotecnico proprio Christian Ljundberg. Con lo staff tecnico della squadra di Alzamora qualcosa si era incrinato con accuse reciproche nei GP precedenti ed il rapporto, ormai logoro, non poteva lasciare altra soluzione.

TRE 13° POSTI DI FILA, CAMBIA LO STILE DI GUIDA – Quartararo approda così al Leopard Racing, ma per lui è quasi tutto nuovo: moto (KTM) e, di conseguenza, stile di guida. Dopo anni di Honda/Monlau ‘El Diablo’, su indicazione proprio di Ljundberg, cerca di riappropriarsi di quello stile di guida che lo aveva reso unico tra i giovani della Moto3: arrivare in fase di ingresso curva ancora con i freni pinzati e, repentinamente, aprire il gas. Qualcosa da MotoGP “era-Bridgestone” che il diciassettenne nizzardo, progressivamente, riesce a far nuovamente sua, ma i risultati finora sono stati al di sotto le aspettative. In un’altalena di prestazione tra test, prove e gare, nei primi tre GP ha raccolto il curioso primato di tre 13° posti consecutivi (!), sebbene ad Austin il bottino finale sia stato penalizzato da un inconveniente al cambio che ha fatto discutere gli addetti ai lavori.

Fabio Quartararo dialoga con (di spalle) Christian Ljundberg

Fabio Quartararo dialoga con (di spalle) Christian Ljundberg

ORA JEREZ, PALCOSCENICO CONGENIALE PER VINCERE? – Tuttavia, nei vari sprazzi velocistici, Fabio Quartararo ha dato prova di esserci. Lui, là davanti, ha il potenziale per starci. Ci vuole l’occasione giusta che potrebbe essere Jerez, tracciato dove ha conquistato 2 vittorie su 3 presenze nel CEV e conquistato la pole Mondiale lo scorso anno. Il momento è quello più opportuno per concretizzare e, perchè no, ribadire che la nomea di ‘Fenomeno’ se l’è guadagnata in questi anni con pieno merito e titolo, non per un’errata valutazione collettiva…

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