11 Gennaio 2018

Moto2: Tre cilindri Triumph, ecco come va

Il tester de La Gazzetta dello Sport ha provato in esclusiva il propulsore che equipaggerà la classe di mezzo dal 2019

Il tester de La Gazzetta dello Sport, Stefano Cordara, ha provato sul tracciato spagnolo di Calafat il motore tre cilindri che dal 2019 equipaggerà le Moto2. Ecco uno stralcio delle impressioni pubblicate sul giornale in edicola giovedi 11 gennaio. (Video: ecco il sound del motore Triumph Moto2)

La strada verso il nuovo campionato Moto2 è ormai tracciata e Triumph, che dal 2019 sarà fornitore unico del motore per tutte le moto di questo campionato, è lanciata nello sviluppo di un tre cilindri in configurazione racing. Piaccia o no, la formula voluta da Dorna per questo campionato (monomotore derivato dalla serie uguale per tutti, telaio libero) ha avuto successo. La griglia è piena, i costi sono accettabili e lo spettacolo non manca con gare davvero combattute. Quindi perché non continuare? Tramontata l’era Honda, Dorna ha trovato nella Casa di Hinckley un nuovo partner ideale. Ideale perché non correndo in nessun campionato e quindi non essendo in diretta concorrenza con nessuno, il motore inglese potrebbe piacere anche a chi ( i grandi marchi) non aveva mai preso in considerazione l’idea di correre in Moto2. La base di partenza è il tre cilindri da 765 cmc che equipaggia la naked stradale Street Triple. Base ottima perché i «triple» inglesi uniscono doti di coppia e spinta ai bassi con potenze elevate e regimi di rotazione degni di una moto da corsa.

MONOMOTORE –  Il lavoro attorno a questo motore non è ancora terminato, ma Triumph, a sorpresa, ci ha messo a disposizione per un test esclusivo un prototipo di sviluppo. Tecnicamente il tre cilindri con specifiche Moto2 non è lontano anni luce da quello di serie, tuttavia le modifiche sono importanti. Cambiano la testa (condotti), gli alberi a camme, molle e valvole. Modificato anche il cambio con una prima più lunga e più adatta a una moto da corsa, la frizione adotta un sistema antisaltellamento regolabile.

ELETTRONICA – Cambia anche tutta l’elettronica (sviluppata con Magneti Marelli), paradossalmente più semplice rispetto a quella della moto di serie. Il cambio elettronico ad esempio funziona solo salendo di rapporto, mentre sulla Street Triple RS è disponibile anche la funzionalità in scalata. Non c’è controllo di trazione. Non c’è molto di più ma, credete, è già abbastanza per cambiare il carattere del motore e far salire i dati di potenza e coppia a 135 Cv e 80 Nm. Numeri superiori a quelli delle Moto2 attuali che dovrebbero garantire prestazioni migliori. La moto sviluppo concessa per la prova è una Daytona (modello sportivo di Triumph uscito di produzione) con sospensioni evolute, cerchi e pneumatici Moto2 e il motore «speciale». 

IL TEST  – Trattandosi di un prototipo non sono molti i giri che ci vengono concessi sul tortuoso tracciato di Calafat, ma tre sessioni sono sufficienti per capire che il carattere del Triple in configurazione Moto2 non è distante da quello, eccellente, del motore stradale. Da 8.000 giri la spinta è decisa, oltre i 10.500 diventa aggressiva e l’allungo si protrae fino a quasi 14.000 giri con un urlo allo scarico esaltante. La risposta alle aperture del gas è veramente «secca» e il motore appare così a punto di elettronica che potrebbe correre già domani. «Meccanicamente siamo già a posto», ha affermato Stuard Wood, Project Manager Triumph: il lavoro, però, per la Casa non è ancora terminato.

Video: Ecco il sound della Triumph Moto2

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