5 Maggio 2016

Superstock Luca Salvadori “Dorna, dai spazio alle categorie di lancio!”

Il 25enne milanese al debutto con Aprilia RSV4 RF in Superstock ha idee interessanti sulla promozione della Superbike e delle categorie minori

La diretta Superbike di Imola totalizza una share di circa il 3%. Un pò bassina. Come mai?  Cosa bisognerebbe fare per riportare la Superbike nel cuore degli appassionati e farla conoscere al grande pubblico? Luca Savadori, 24 anni, emergente della Superstock, qualche idea in proposito ce l’ha.

“E’ molto semplice, l’esempio lo abbiamo oltremanica: il British Superike. Non ci sono “pilotoni”, ci naviga un Haslam che comunque con l’Aprilia ufficiale ha un po’ deluso. Beh, li è un idolo, è un personaggio e viene trattato come tale. Creare il personaggio è  una buona cosa, attira l’attenzione.”

E poi?

Luca Salvadori, 24 anni

Luca Salvadori, 24 anni

“Ci vorrebbe una strategia di marketing e di sensibilizzazione al motorsport come si deve, con cose come volantinaggio, presenza nelle scuole e cose cosi. Per il BSB a fine stagione fanno addirittura un film, Cadwell Park è sempre tutto esaurito e gli altri circuiti idem. Secondo me la Dorna si sta limitando a fare il compitino con la SBK, evento pre gara il giovedì e poi stop. Ad Imola e ad Assen è semplice fare numero, poi vai a  Aragon e gli spalti sono vuoti. Per Aragon si dice che è perché è nel nulla, ma la MotoGP lo riempie. ”

La Dorna sta trattando la Superbike come comprimaria della MotoGP?

“Un minimo di sudditanza  la posso anche capire, ma non vedo perché le classi minori debbano essere sbattute su Italia2 mentre Moto2 e Moto3 vengono valorizzate come la MotoGP. Noi della Superstock partiamo in quaranta, le gare sono combattute e spettacolari, forse più della Superbike. Al pubblico generalista non interessa sapere quante moto ufficiali ci sono, è attratto dallo show. Ormai il motociclismo non può vivere solo con gli appassionati, serve allargare il bacino. Ben venga anche il gossip, se aumenta l’attenzione.”

Parliamo della tua stagione: per adesso un sedicesimo, un sesto e un ritiro. Cosa non sta funzionando?

“Passare dalla Ducati all’Aprilia per me è stato un vero shock. Sono due moto agli antipodi, che si guidano in modo totalmente differente. Con la Ducati dovevi staccare tardi e girare più rapidamente possibile, con Aprilia devi prediligere la percorrenza in curva ed essere scorrevole. A Imola stavamo andando davvero bene, ma purtroppo sono caduto. Conto di rifarmi a Donington, punto ad essere il migliore dei privati.”

Dopo il titolo 2015 adesso le Aprilia sono in difficoltà. Gli altri sono migliorati così tanto?

“Ducati e BMW fanno praticamente gara a sè. Hanno fatto uno step molto grande, ma con gli arrivi dei team Aruba e Althea la differenza si vede ancora di più. Motore ed elettronica, soprattutto sulla Ducati, sono migliorati tantissimo: l’anno scorso facevamo molta fatica a mettere la potenza a terra mentre adesso le Panigale sembrano su un binario. Anche la Aprilia Nuova M2 è molto in difficoltà, Tamburini per stare davanti ad Aragon è caduto, solo Calia è riuscito ad andare bene ad Imola. Abbiamo bisogno di migliorare, e in fretta.”

Come ci si sente a fare parte di una casa importante come Aprilia?

“Ovviamente è un’esperienza fantastica. Quando sono stato contattato da Aprilia il progetto era abbastanza complesso, a Noale volevano aumentare le moto in griglia e adesso con la mia siamo arrivati a tre RSV4 in Superstock. Oltretutto noi abbiamo un supporto diretto dalla casa, nel mio box lavora Alessandro Colombo, l’ingegnere della ciclistica che l’anno scorso ha vinto il campionato con Savadori. La differenza principale sta nel nostro budget, ma non crea un vero e proprio problema. Bisogna solo lavorare di più.”

Niente recupero di Monza, solo otto gare: un calendario così corto diventa un problema?

“Cinquanta e cinquanta. A me Monza piace tanto, alla fine bastava togliere un centinaio di giri agli altri motori per guadagnare qualche altro chilometro utile di vita per poi dedicare un motore per Monza e farlo andare più forte degli altri. Mi dispiace che non si corra, certo che su un tracciato così veloce contro BMW e Ducati sarebbe stata dura. Con appena otto gare in calendario un errore lo paghi tantissimo. Ma non solo, se cambi moto servono due tre round per affiatarsi e quando sei a posto è già  tardi.”

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