25 Maggio 2009

Supersport: intervista esclusiva a Cal Crutchlow

Il pilota di Coventry ci parla della prima stagione mondiale

E’ il capo classifica del mondiale Supersport, Cal Crutchlow. Ventitre anni, ma già al suo attivo un titolo British Supersport ottenuto nel 2006 e due buone stagioni nella Superbike britannica. Al suo primo anno nel mondiale è già molto competitivo nonostante debba imparare quasi tutti i tracciati durante il weekend di gara, un problema che a lui non sembra pesare più di tanto. Ha una passione incredibile per il calcio, nel quale ha avuto l’occasione di vestire le maglie del Coventry City e dell’Aston Villa, salvo poi concentrarsi al 100% sul suo futuro da motociclista. Questo è Cal Crutchlow, intervistato per voi da BikeRacing.it Parlaci di questa prima metà di stagioneSta andando bene, siamo primi in campionato e abbiamo ottenuto diverse buone prestazioni, anche se alcune volte non è andata esattamente come avremmo voluto. Sono contento per Yamaha, visto che è il primo anno dopo tanti che ha davvero un pretendente al titolo. Può esserci la possibilità di riuscire a far bene tutto l’anno e chissà, magari di vincere il campionato“. Come ti trovi con la Yamaha YZF-R6 ufficiale?E’ molto differente dalle altre moto ovviamente e ha i suoi pregi e difetti. Dobbiamo lavorare duro e fare il modo di essere forti anche nelle aree dove le altre moto sono superiori. Stiamo lavorando molto al telaio e al motore, per essere in grado di vincere il titolo dopo anni di dominazione Honda. Yamaha è un’ottima società per cui gareggiare e per me è un sogno che diventa realtà essere nel mondiale, soprattutto con loro“. Spiegaci come fai ad imparare così velocemente i tracciatiNon saprei dirti esattamente, guardo tantissimo le gare in televisione, gioco un po’ con la Playstation. Ma soprattutto visiono con cura le gare MotoGP e World Superbike, e ci sono casi in cui so già dove si trovano le buche in un tracciato prima di averci girato. Faccio molto lavoro fuori dai weekend di gara per fare il modo di essere veloce sin da subito quando il round inizia“. Cal Crutchlow con la Yamaha R6 ufficiale Sei contento del passaggio in Superport o avresti preferito entrare direttamente in Superbike?Volevo fare bene in Supersport, ho vinto un campionato in questa categoria nel Regno Unito. Sapevo di poter essere competitivo con la 600cc ed ero cosciente che fare il salto diretto in Superbike non sarebbe stato facile. Tom Sykes sta facendo bene, Haslam è già stato qui in passato quindi conosce già i tracciati. Fare il salto con un compagno di squadra come Ben Spies è dura per Tom, mentre io sono arrivato in Supersport senza pressioni. Qui sto facendo bene e non so cosa avrei potuto fare nella classe regina, ma visti i risultati che stiamo ottenendo magari avremmo fatto bene anche lì“. Cosa pensi del livello del BSB?Il British Championship è ottimo, ti permette di formarti come pilota. Fanno un buon lavoro di supporto che ti permette di imparare bene come comportarti in pista, di andare forte con le moto Superbike e Supersport. Il fatto che ci siano dei team ufficiali è molto importante, ti rende più facile il passaggio nel mondiale“. Ti piace questo nuovo ambiente?E’ completamente diverso dal BSB. Nel Regno unito 400 miglia è la distanza massima per arrivare ad un circuito, mentre in molti casi ora non è neanche un quarto della distanza da percorrere! E’ differente perché si arriva prima al tracciato e ci si può preparare meglio per il weekend, anche se qui ogni round hai sempre la pressione addosso. Gli addetti ai lavori e le persone nel paddock sono simpatiche e l’ambiente è molto bello, ma soprattutto più seguito e quindi più valorizzante per le performance“. Cal Crutchlow in azione In passato hai avuto la possibilità di diventare calciatore professionista, per un team di alto livello. Non ti capita mai di pensare alla rinuncia a quel tipo di carriera?Qualche volta ci penso, ma mi piace correre in moto. Ho avuto la possibilità, e ho scelto di prendere questa strada. Ogni tanto mi ritrovo a giocare con i miei amici e ancora me la cavo e nonostante sia molto più in forma di una volta, non sono allenato per giocare a calcio, proprio perché la preparazione del motociclista è completamente diversa. Mi piace tuttora molto seguire questo sport ed è una mia grande passione. Un’altra è il motocross, sport che in passato non mi piaceva granché ma che ora mi coinvolge in maniera smisurata, anche se non ci ho mai corso“. I tuoi idoli ed eroi della giovinezza?Valentino Rossi, innanzitutto. L’ho seguito dagli esordi e anche adesso penso non sia secondo a nessuno. Riguardo al BSB, il mio idolo era Troy Bayliss. Quando correva in Inghilterra aveva casa vicino a dove abitavo io, mi ha aiutato molto e tuttora mi dà consigli. Poi ci sono Neil Hodgson e Chris Walker, i piloti di punti negli anni in cui mi sono affacciato alle corse, sono molto legato a quest’ultimo perché ho avuto anche l’occasione di essere suo compagno di squadra per una stagione“. Valerio Piccini

Lascia un commento