25 Dicembre 2018

Lucas Mahias “Vincere in Supersport è meglio che fare decimo in Superbike”

Il francese ex iridato ha rifiutato la top class con la Yamaha ufficiale per puntare all'iride della serie cadetta con Kawasaki Puccetti

Che personaggio Lucas Mahias. Nel 2016 è stato  incoronato Campione Mondiale Endurance guidando per due team differenti (R2CL-Suzuki e GMT94-Yamaha) con due successi  anche nella Superstock 1000 a Misano e Magny-Cours. Nella stagione successiva Mahias  è diventato il  secondo pilota francese a vincere il titolo mondiale in due diverse categorie,  conquistando la corona Supersport con una R6 GRT Yamaha con 190 punti. Il precedessore era stato Raymond Roche, che nel 1981 aveva firmato il Mondiale Endurance e nel 1990 si era imposto in Superbike regalando alla Ducati il primo, storico titolo. Lucas è andato forte anche nel 2018 centrando due vittorie   (Portogallo e Qatar) ma Sandro Cortese ha avuto la meglio, relegando il francese al secondo posto. Dopo la fine del campionato Mahias ha destato sensazione rinunciando alla promozione in Superbike con la Yamaha GRT per restare in Supersport, ma con la Kawasaki del team Puccetti.

“In realtà avrei voluto correre con la Yamaha Superbike ma non tutto è andato come volevo. La proposta non mi andava bene per molti aspetti, sia tecnici che finanziari, quindi per me era fuori discussione andarci  in queste condizioni. Non siamo riusciti a trovare un accordo. Sapevo che c’era ancora una Kawasaki in Supersport: volevo correre da ufficiale, questo è il vero vantaggio. Ho ricevuto una buona offerta economica, ma non è tutto. Penso che sia anche una grande storia: prendo il posto che era di Kenan Sofuoglu, con cui ho combattuto duramente. Sono riuscito a batterlo nel 2017 e adesso sono nella sua ex squadra. Credo che vivremo una bellissima avventura.”

Kawasaki sta dominando in Superbike da  quattro anni. Pensi che questo li motiverà  anche di più per tornare a vincere in Supersport, o che potrebbe essere una dispersione di energie?

“No, è il contrario. Questo è uno dei motivi per cui ho firmato con loro, vogliono vincere   vincere il campionato. A differenza di altri marchi, non è presente in MotoGP. Corre solo in Superbike e Motocross. Quindi per me è solo positivo. Nel 2018 hanno  hanno vinto la Superbike e la SSP300, hanno mancato l’obiettivo in Supersport, quindi c’è un reale desiderio da parte di Kawasaki di vincere questo campionato. Questo è il vero motivo che mi ha convinto a cambiare casacca.”

Il modello Kawasaki ZX-6R 2019 è un 636 cm3: per farlo correre sarà  necessaria  un’estensione dell’omologazione.  Non c’è nessun nuovo modello in vista?

“No, sfortunatamente  useremo la  versione 636. Nei progetti, so che nel 2020 arriverà qualcosa di nuovo anche per la Supersport, non lo so. Non ti so dire se e quanto sarà competitivo. Ciò che è certo è che non ci saranno brutte sorprese. La moto è molto a punto,  non devo lavorare in tutte le direzioni per svilupparla,  penso che nel corso degli anni l’abbiano già fatto. “

Durante i due giorni di test a fine novembre a Jerez, hai realizzato – nonostante una caduta il primo giorno –  il secondo miglior tempo in 1’43.574, distante mezzo secondo da  Raffaele de Rosa su MV Agusta. Sei stato 3 decimi  più veloce del record sul giro stabilito in 1’43.922 da Federico Caricasulo. Sei  soddisfatto di questo primo contatto con la squadra e la moto?

“Sì. Era molto importante fare questo test a Jerez prima della sosta natalizia , non mi sarebbe piaciuto macerare nel dubbio per l’intero inverno.  Quel che è certo è che non abbiamo assolutamente cercato il  tempo. C’erano così tanti parametri e parti da mettere alla prova  che non ho mai fatto più di cinque giri consecutivi con la stessa moto. Quindi spingere al massimo per fare il tempo in queste condizioni non era possibile. E  non era l’obiettivo. Sono caduto il primo giorno su una macchia d’acqua, incidente che  ha rovinato l’intera giornata. L’obiettivo era fare esperienza, capire e provare tutti i pezzi che erano in lista, per una linea di lavoro alla squadra per l’inverno. MV aveva un pilota che conosceva la moto a memoria, con già l’esperienza di una stagione. Penso che  il tempo lo abbia cercato,  è anche caduto a sua volta. Non ero preoccupato per i tempi, non ho più preoccupazioni di questo e per ora il primo contatto è andato bene. Ora, sicuramente, ci sono molte cose da cambiare nella mia guida perché Yamaha e Kawasaki sono completamente diverse”. 

In cosa?

“Il punto di forza della Kawasaki per me è  la frenata, ha una stabilità incredibile. Anche l’avantreno mi ha dato molta fiducia. Non sono ancora riuscito a capirlo completamente, ma ho l’impressione che abbia  chiari vantaggi rispetto alla R6. Le attuali difficoltà sono la velocità a centro curva e anche l’uscita, ma  ho fatto pochissimi giri in due giorni, ci vuole tempo per capire come funziona, non è un grosso problema. Non è una moto da sottovalutare e penso che prima che cominci il Mondiale avrò qualche evoluzione per giocare le mie carte. “

Annunciando il tuo arrivo, Manuel Puccetti ha dichiarato che hai un anno di contratto, con opzione nel caso di passaggio in  Superbike e con rinnovo automatico in caso di vittoria al Campionato Mondiale Supersport. Cosa significa per il 2020?

“Quello che so è che ho un obiettivo il prossimo anno:  essere di nuovo campione del mondo. Il 2018 è finito, il mio obiettivo è il 2019. Vedremo a metà stagione dove siamo. So che se faccio un buon lavoro, avrò il mio posto in Kawasaki per il 2020 e per il futuro. Adesso dipende solo da me.In quale categoria? Non lo so Non farò nulla per andare in Superbike. Correre senza una moto e un team che non possono vincere non mi interessa. Altrimenti sarei rimasto in Yamaha con Team GRT. Non vivo per correre in Superbike a tutti i costi. Preferisco lottare per il titolo Supersport che fare  decimo in Superbike. “

Leggi qui l’articolo orginale su Paddock-GP

  • 9
  • Immagini

    Lascia un commento