28 Ottobre 2012

Marc Marquez Campione del Mondo Moto2 2012

Secondo titolo in carriera, primo in Moto2, ora la MotoGP

Un predestinato, il nuovo “craque” del motociclismo: semplicemente un talento, Marc Marquez, chiara dimostrazione di come l’attitudine naturale a domare una motocicletta possa portar lontano. Al secondo tentativo in Moto2 il 19enne originario di Cervera, piccolo paesino della provincia di Lérida (Catalogna) a due passi da Lleida, non ha sbagliato sfruttando appieno il secondo “match-point” mondiale a Phillip Island giusto a poche settimane da quel primo test con la Honda RC213V Factory Spec. che potrebbe stravolgere le attuali gerarchie della classe regina del motociclismo. Quando sei nato per correre, nato per vincere, nulla è impossibile per Marc Márquez Alentà, nome completo di uno dei teenager più vincenti nella storia di questo sport, senza dubbio tra i piloti di maggior impatto degli anni Duemila. Dei 19 anni compiuti lo scorso 17 febbraio, Marc in sella ad una moto ne ha trascorsi ben 15 riuscendo vincere tutto (o quasi) che c’era da vincere nella sua giovane carriera. Nato da una famiglia umile, ma dalla grande passione per le due ruote (babbo Roser in primis, presto imitato dal fratellino Alex, attuale pilota del mondiale Moto3), inevitabilmente Marquez ha mosso i suoi primi “passi” in sella da giovanissimo: a Natale 1997 (4 anni) ha ricevuto in dono dai genitori una piccola Yamaha 30cc a benzina, ma corredata quantomeno per i primi tempi da delle rotelline per riuscire ad allenarsi in uno spiazzo vicino casa e trovare l’equilibrio in quella che sarà la sua prima compagna d’avventura nel motociclismo. I primi “passi” tra Enduro e Motocross a soli 5 anni! Marc si diverte, guidare la piccolissima Yamaha da mini-cross diventa il suo pane quotidiano, inevitabilmente pochi mesi più tardi a 5 anni appena compiuti prende parte alla sua prima gara in carriera a Lleda, la “Enduro per nens” (Enduro per giovanissimi): baby-campioni in sella a confronto partendo tutti insieme appassionamente e, per una volta, senza dover dar vita a quelle “Remuntade” che lo hanno caratterizzato nell’ultimo triennio tra 125cc e Moto2… Archiviato con qualche “sbucciatura” l’esordio nel motociclismo, ben presto Marquez diventa un campioncino in prima regola “obbligando” babbo Roser a metter mano al portafogli per nuovi, inevitabili acquisti: a 6 anni passa ad una KTM 50cc per affrontare in piena regola le prime gare “Junior” di Motocross, a 7 la cilindrata sale ai 65cc di una Kawasaki Minicross con la quale si laurea vice-campione del “Campeonato de Cataluña de Motocross-Iniciación”, il primo “step” per chi vuol far strada nelle ruote tassellate. Nella stagione successiva (e siamo arrivati al 2001) Marc domina la categoria e si laurea Campione Catalano nella classe d’accesso al Motocross agonistico: il primo titolo in carriera, ma come spesso succede l’ultimo su sterrato. Gli esordi in pista Nello stesso anno infatti per Marc si prospetta la possibilità di passare al motociclismo su asfalto. La FCM (Federació Catalana de Motociclisme) lancia la “Conti Cup”, campionato già in voga in Francia ed Italia per svezzare nuovi talenti in erba del motociclismo, con un “pacchetto tutto compreso” di moto, casco, tuta, guanti e stivali a basso costo. Babbo Roser coglie al volo questa opportunità ed iscrive Marc, allo stesso tempo dedito a vincere nel Motocross, alla serie, aprendo una nuova strada per le prospettive di carriera del proprio primogenito. Sui kartodromi della Conti Cup Marquez non sembra trovarsi a meraviglia come nel tassellato (immaginatevi poi a 8 anni alternarsi tra due differenti specialità..), ma i progressi evidenziati nel corso della stagione convincono la famiglia a seguire questo percorso anche per il 2002 dove Marc ripete l’esperienza nella categoria grazie all’accordo con il team Procurve (la sua prima vera squadra della carriera), ma senza abbandonare del tutto il Motocross. Il definitivo passaggio al motociclismo su pista arriva nel 2003, onorando questa metamorfosi con il trionfo da assoluto dominatore nella Open RACC 50, campionato promozional propedeutico che si disputa su sei round in tre differenti tracciati della Catalogna (Barcellona, Calafat e Can Padró) dove vinse a mani basse gare e titolo sotto la direzione sportiva di Guim Roda, attuale team manager Kawasaki del Mondiale Superbike. L’incontro con Alzamora, inizia la rivalità con Pol Espargaro… Il biennio 2004-2005 è quasi da “Ritorno al futuro” per Marc Marquez. Laureatosi Campione della Open RACC 50, con l’apporto della Federazione Catalana viene promosso al Campionato regionale 125cc (l’attuale PreGP) con il RACC Impala Team, la formazione di riferimento della categoria. Lì incontra, addirittura da compagno di squadra, nientemeno che Pol Espargaro, due anni più esperto nella ottavo di litro come testimonia la classifica finale di campionato: 1° Polyccio, 2° un giovanissimo Marc già nelle posizioni di vertice a 11 anni appena compiuti. I risultati raggiunti tra Barcellona, Valencia e Albacete (i primi tracciati da Gran Premio affrontati in carriera) non lasciano indifferenti i talent scout della penisola iberica, uno su tutti: Emilio Alzamora, ex-Campione del Mondo 125cc, da diversi anni ormai titolare del Monlau Competicion. Nel 2004 il primo incontro finalizzando l’accordo per la stagione 2005, la prima sotto la gestione sportiva del proprio “mentore”. Sotto le insegne del team RACC Caja Madrid con i tecnici Monlau al suo seguito, Marquez al secondo anno nel Campionato Catalano 125cc non sbaglia nulla: conduce la propria Honda al successo e, nel frattempo, disputa qualche gara nel Supermotard (anche qui, manco a dirlo, vincendo il campionato regionale di Catalogna) per migliorare il feeling in sella in condizioni di scarsa aderenza. Insomma, è davvero nata una stella… Si ripete tra le “PreGP” e nel 2006 l’esordio nel CEV La stagione 2006 vede Marc Marquez affrontare un “doppio impegno” sempre con Monlau Competicion: da Campione in carica pronto a difendere il titolo nel Campionato Catalano 125cc, ma anche ai nastri di partenza per la prima volta del CEV 125 con una Honda RS125R. Nel primo programma (prioritario all’epoca) Marquez, nonostante un compagno di squadra di alto profilo (e dalla maggior esperienza) come Efren Vazquez, riesce a ripetersi conquistando il secondo titolo consecutivo nella categoria. All’esordio nel CEV, a 13 anni compiuti, “Baby Marquez” non sfigura in una delle stagioni più competitive di sempre con alcuni degli attuali protagonisti del Motomondiale al via: il suo ex-compagno di squadra Pol Espargaro (mattatore del campionato) e Ricky Cardus con le Derbi ufficiali, Jonas Folger e Takaaki Nakagami coinvolti nel programma Red Bull MotoGP Academy, ma anche Tito Rabat, Luis Salom e lo stesso Vazquez. Al debutto assoluto ad Albacete Marc si qualifica in seconda fila (7°) e conclude 5° in gara; poche settimane più tardi a Jerez, alla seconda presenza in carriera, sfiora il podio sfumato per una manciata di centesimi. Incappa in una serie di cadute, ma allo stesso tempo chiude in bellezza la stagione con il 4° posto di Jerez-2 qualificandosi in due distinte occasioni al secondo posto (Valencia e Barcellona): anche il circus del Motomondiale comincia a parlare di lui. Nel CEV 2007 è già il “nuovo Pedrosa” Il 2007 riserva a Marc Marquez la promozione a tempo pieno nel CEV, sempre con Monlau Competicion, ma passando da Honda ad una KTM semi-ufficiale, assistito direttamente dai tecnici della casa di Mattighofen. Unico pilota “orange” del campionato nazionale iberico, Marc prevedibilmente incontra qualche problema in più del previsto, a maggior ragione con 20kg di zavorra per rientrare nei 136kg di peso minimo imposti dal regolamento RFME: con 150 centimetri di altezza per 43kg, non poteva esserci altra soluzione.. Nonostante questo monumentale scoglio da superare, Marc nella fase cruciale della stagione mette in mostra le proprie doti velocistiche: in casa a Barcellona conquista la prima pole in carriera, il 17 giugno a Jerez de la Frontera la prima vittoria, battendo in volata un rimontante Pere Tutusaus e due futuri rivali in Moto2 come Stefan Bradl e Scott Redding. Una vittoria sensazionale per una delle gare più spettacolari di sempre nei 15 anni di storia del CEV, sufficiente per ritrovarsi pochi giorni più tardi mezza pagina dedicata su “Marca” dal titolo “Marquez, il nuovo Pedrosa“. Le porte della serie iridata sono ormai spalancate con l’accordo siglato nel novembre 2007: nella stagione successiva, con un anno d’anticipo rispetto ai programmi originari, sarà al via del mondiale 125cc con una KTM FRR 125 schierata dal team patrocinato da Repsol di proprietà di Alberto Puig, ma come sempre seguito in tutto e per tutto da Emilio Alzamora. 2008: l’esordio nel Motomondiale Non è un debutto facile per Marc Marquez nella serie iridata. Alla terza sessione di test invernali a Jerez de la Frontera cade (tradito dalla pista bagnata) e si frattura tibia e perone del braccio destro. Operato all’indomani a Barcellona, complice questo infortunio sarà costretto a saltare i primi due round di Losail e Jerez con l’esordio rimandato al terzo appuntamento stagionale ad Estoril: concluderà 18°. A sprazzi si mette in mostra tra Shanghai e Le Mans, ma è a Donington Park, al sesto gettone di presenza nel motomondiale, che sorprende tutti: conclude 3° ed è il secondo pilota più giovane di tutti i tempi a salire sul podio a 15 anni e 126 giorni, meglio persino di Pedrosa (15 anni e 359 giorni, Valencia 2001). Marquez è già protagonista nel circus del Motomondiale, dà il massimo nonostante la peggior stagione di sempre della KTM (che schiera addirittura 8 moto per 4 team “satellite”) nella ottavo di litro: si mette in mostra anche a Misano (4°) ed Indianapolis (6°), è decisamente il pilota più competitivo della casa di Mattighofen, chiude la stagione in crescendo salvo rimediare un nuovo, brutto infortunio a Sepang. Caduto nelle prove per un contatto con un altro pilota, resta agganciato alla ruota posteriore della propria KTM FRR 125 vestita dei colori Repsol e rimedia la frattura della tibia della gamba destra: stagione finita anzitempo per Marc, conclusa con il tredicesimo posto finale nella classifica di campionato e 63 punti raccolti. 2009: la conferma con la KTM ufficiale Per il 2009 la KTM decide di tornare ad impegnarsi direttamente con una propria squadra ufficiale nella ottavo di litro e Marc Marquez diventa la “punta di diamante” del progetto: viene promosso al team ufficiale Red Bull KTM Moto Sport, lavora a stretto contatto con Harald Bartol e Fabrizio Guidotti e veste persino la carica di collaudatore di tutte le principali novità tecniche KTM, compreso il sistema KERS sperimentale successivamente abrogato dalla casa austriaca (e vietato dal regolamento tecnico FIM). Cresce come pilota (e come costituzione fisica: dimezzata la zavorra da 10 a 5kg per rientrare nel peso minimo di 136kg moto+pilota) e dà vita ad una stagione altalenante: in un campionato dominato dalle Aprilia RSA ufficiali del team Aspar (ed in seconda battuta dal team Bainet-Derbi), Marc fa il possibile riuscendo spesso e volentieri a portare in alto la KTM: a Motegi è 5°, a Jerez sale sul podio (3°), a Le Mans conquista la sua prima pole in carriera, il secondo più giovane pilota di tutti i tempi a centrare questo traguardo a 16 anni e 89 giorni. Un exploit che ripete anche a Sepang (ma cade subito poco dopo lo start) quando è ormai certo di cosa farà l’anno prossimo: la KTM si disimpegna dal Motomondiale e, nonostante offerte da Aspar e Derbi, decide di firmare per l’Ajo Motorsport “seguito” da Red Bull e Repsol. 2010: Campione del Mondo 125cc Dopo tre anni con KTM, Marquez passa così ad Aprilia (o meglio, Derbi per logiche di mercato), ma sin dai primi test invernali mantiene un profilo basso. “L’obiettivo è di vincere qualche gara: dovrò adattarmi alla RSA, è ben diversa nelle caratteristiche rispetto alla KTM, pertanto ci vorrà del tempo prima di trovare al limite. Al mondiale non ci penso“. Parole smentite di fatto dai responsi delle prove invernali dove Marc è subito al comando della graduatoria dei tempi, favorito dal fatto di dover correre finalmente senza zavorra (per la prima volta in carriera…) e di avere una squadra completamente costruita attorno a lui. All’esordio stagionale in Qatar Marc mette subito in chiaro i propositi ambiziosi dell’anno nuovo: pole e podio (3°), vincendo in volata (non senza qualche polemica per qualche manovra al limite) il duello con l’ormai acerrimo rivale Espargaro. A Jerez è pronto a ripetersi, scatta nuovamente davanti a tutti in griglia, ma al primo giro succcede l’inevitabile: si rompe lo scarico della propria Derbi RSA, finisce sotto la ruota posteriore e Marc è vittima di un rovinoso highside. Nella caduta rimedia la lussazione della scapola e dell’omero della spalla destra ed un’ustione di secondo grado (!) del lato sinistro dell’addome. Riesce a correre seppur non al meglio a Le Mans dove conquista un apprezzabile terzo posto, ma pianifica il primo successo mondiale poche settimane più tardi al Mugello dove batte in un sol colpo Espargaro e Nico Terol, scontando tuttavia 28 punti di svantaggio in campionato. Qui il nativo di Lleda inizia la “Remuntada” mondiale vivendo un’estate da imbattuto ed imbattibile: in sequenza vince a Silverstone, Assen, Barcellona e Sachsenring (la 100° affermazione Derbi nel mondiale), sono cinque le vittorie consecutive che gli servono su un piatto d’argento la leadership in campionato prima della sosta estiva con addirittura 26 lunghezze di margine nei confronti di Espargaro. Strada in discesa verso il titolo? Ormai Marc non si nasconde più, il suo mentore Emilio Alzamora programma il passaggio in Moto2 per il 2011 (presenta la domanda d’iscrizione all’IRTA), ma alla ripresa delle ostilità a Brno cade nell’inaugurale sessione di prove libere rimediando la lussazione della spalla sinistra, ma riesce a prender parte alla gara conclusa in settima posizione. E’ un momento no e lo testimonia il ritorno in pista due settimane più tardi ad Indianapolis: primo turno di prove, primo giro di pista, nuova scivolata. Non va meglio domenica: scatta dalla pole ed, una volta in testa con vantaggio, sbaglia-e-paga con una scivolata. Rimonta dalla quattordicesima alla quinta posizione, ma viene penalizzato di 20″ per un taglio di variante all’ultimo giro. In due weekend di fatto ha depauperato il vantaggio in campionato: Terol ed Espargaro si sono rifatti sotto ritrovandosi rispettivamente a 4 e 5 punti dalla vetta, ma a Misano rimedia con una vittoria d’autorità sufficiente per presentarsi ad Aragon con grandi ambizioni. Mattatore dei test pre-gara, si presenta come naturale favorito, ma allo spegnimento del semaforo viene travolto da Randy Krummenacher: zero punti, ora 11 da recuperare nei confronti di Terol. Da inseguitore Marc dà il meglio di sé ed infila una nuova sequenza di vittorie senza discussioni: Motegi, Sepang, Phillip Island, ma soprattutto Estoril dove realizza una “Remuntada” da antologia, in trionfo dopo una scivolata nel giro di ricognizione in griglia ritrovandosi costretto a scattare dall’ultima posizione. A Valencia si accontenta di un 4° posto sufficiente per laurearsi per la prima volta Campione del Mondo, il secondo più giovane di sempre a 17 anni e 264 giorni al culmine di un 2010 trionfale con 10 vittorie, 14 podi complessivi, 9 giri più veloci e 14 pole position. 2011: sfiora l’impresa all’esordio in Moto2 Conclusa la trionfale stagione 2010, per Marc Marquez inizia presto l’anno nuovo con i primi test in sella alla Suter MMXI del Monlau Competicion, formazione diretta dal suo manager e mentore Emilio Alzamora, l’ideale per far esperienza all’esordio nella “middle class”. Prova nel gelo di Jerez a novembre, a febbraio è già sotto la pole record del 2010. “Se tutti pensano che sono uno dei favoriti, significa che sono sulla strada giusta e sto lavorando bene“, risponde Marquez alla domanda se può puntare al titolo mondiale, mantenendo nuovamente un profilo basso nonostante gli eccezionali responsi dei test invernali. A Losail, round di apertura della stagione, è 2° in qualifica, ma in gara incappa in una rovinosa caduta nel corso del quarto giro. Poche settimane più tardi a Jerez, sotto la pioggia, viene centrato da Jules Cluzel: la sfortuna prosegue ad Estoril dove, nel tentativo di rimediare ad una brutta partenza, travolge l’incolpevole Redding. Tre gare, zero punti: un vero e proprio disastro, ma la svolta arriva a Le Mans dove conquista la prima vittoria. Il brutto momento sembra ormai superato con il secondo posto di Barcellona, ma a Silverstone cade nuovamente e si ritrova a più di 80 punti di svantaggio in classifica dall’ex rivale del CEV Stefan Bradl. Difficile con un gap così considerevole pensare al titolo mondiale, ma il buon Marc continua a crederci e realizza una sequenza di risultati impressionanti che gli consentono di portarsi al comando della classifica nel mese di settembre ad Aragon: sette gare, sei vittorie (Assen, Mugello, Sachsenring, Indianapolis, Misano, Alcaniz), un secondo posto (Brno). Con questo ruolino di marcia Marquez comincia a pensare alla MotoGP, la Honda propone a Emilio Alzamora la possibilità di passare armi e bagagli nella top class già dal 2012, ma ci ripensa e preferisce restare per un altro anno in Moto2 indipendentemente dall’esito del mondiale. Marc può così concentrarsi esclusivamente sulla pratica-campionato, ma come già accaduto nel 2010 finisce per complicarsi la vita: nelle seconde libere di Phillip Island travolge l’incolpevole Ratthapark Wilairot e viene penalizzato dalla direzione gara con la partenza dal fondo dello schieramento. Un bel problema sulla carta, ma in gara dimostra perchè è il nuovo fenomeno del motociclismo: al primo giro recupera 23 (!!) posizioni, da 38° a 15°, a metà gara è già 3° e preferisce non rischiare accontentandosi del terzo gradino del podio (beffando in volata il nostro Claudio Corti) ritrovandosi ora con 3 punticini di vantaggio nei confronti di Stefan Bradl. Con più soltanto due gare da disputarsi resta lui il grande favorito per la conquista del mondiale, ma a Sepang succede qualcosa di incredibile: nelle prove del venerdì mattina, tradito dalla pioggia non segnalata dai commissari, vola a terra e rimedia edema periorbitale all’occhio destro. Percorre soltanto un giro nelle qualifiche ufficiali, ma i medici (doverosamente) non gli danno il via libera per prender parte alla gara. Qui si chiude il mondiale del talentuoso pilota di Cervera: salta anche Valencia ed inizia un vero e proprio calvario tanto da vedersi costretto a non salire in sella ad una moto per quattro mesi, pur con la consapevolezza di esser il Campione del Mondo “morale” di una fenomenale stagione 2011 all’esordio tra le 600cc 4 tempi. 2012: Campione del Mondo Moto2 Sì, è stato proprio un calvario l’inverno vissuto da Marc Marquez. Il problemi di diplopia verticale (vista doppia) non sembravano dargli tregua tanto da doversi sottoporre lo scorso 16 gennaio ad un’operazione all’occhio destro per porre rimedio alla paralisi del muscolo obliquo superiore, conseguenza del trauma al quarto nervo cranico di destra rimediato con la caduta nelle prove di Sepang. Per una ragione o per l’altra, Marquez non è stato in grado di salire in sella ad una moto (da cross) fino al mese di febbraio, addirittura fino a marzo non è sceso in pista. Un primo test “top secret” ad Alcarras con una 600 Supersport, il 15 marzo l’effettiva prima sessione di prove con la Suter MMXII Moto2 ad Albacete. Poche settimane più tardi è il più veloce nei Test IRTA di Jerez, all’esordio stagionale di Losail conquista la vittoria. Il resto è storia recente: vince anche ad Estoril, Assen, Sachsenring, Indianapolis, Brno, Misano e Giappone, con l’odierno terzo posto conseguito a Phillip Island si laurea con una gara d’anticipo e per la seconda volta in carriera Campione del Mondo, battendo quel Pol Espargaro suo ex-compagno di squadra. Tra poco più di due settimane a Valencia il primo test con la Honda RC213V MotoGP ufficiale per confermarsi sempre più come nuovo fenomeno del motociclismo. Alessio Piana (Twitter: @AlessioPiana130)

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