27 Maggio 2023

Moto2, Francesco Mongiardo “Sono passato dall’asilo all’università”

Francesco Mongiardo al debutto nell'Europeo Moto2, in archivio i primi due round. Come sta andando? Questo ed altro nell'intervista.

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Dalla vittoria del Trofeo Aprilia RS660 all’esordio nell’Europeo Moto2. Francesco Mongiardo sta affrontando una sfida decisamente impegnativa, una delle due punte schierate dal Team Ciatti-Boscoscuro. Un figlio d’arte, visto che la mamma è la ex pilota Michela Titola, ma la vittoria del titolo nel Trofeo Aprilia è certo un passaggio importante. Non dimentichiamo che ha anche rischiato di rimanere a piedi, fino all’accordo col team di Luca Ciatti, con cui è determinato ad emergere nell’Europeo Moto2. Tantissime cose da imparare, dalla moto ai circuiti, ma il giovane lombardo sa dove lavorare e ha i suoi obiettivi. Com’è iniziata questa stagione 2023? Questo e molto altro nella nostra intervista.

Francesco Mongiardo, com’è il debutto nell’Europeo Moto2?

È tutto molto particolare e pazzesco! Non dovevo neanche esserci, invece sto correndo con quello che secondo me è uno dei team migliori del campionato. Purtroppo non ho avuto occasione di allenarmi durante l’inverno, diciamo che prima di salire sulla Moto2 ho fatto solo quattro allenamenti. In compenso però ho fatto un sacco di preparazione atletica e a livello fisico ero super preparato. Ma non è facile: il mio team manager mi ha detto che sono passato dall’asilo all’università! È un po’ la realtà, sono tornato sui prototipi e non più sulle derivate di serie, ed è tutto nuovo per me: le piste, le gomme, le sessioni, gli avversari… È tutto molto più complicato.

Raccontaci dall’inizio.

Nei primi test a Estoril ho preso contatto con la moto e devo dire che non mi sono trovato male, anzi. Non conoscevo neanche la pista, né le gomme Dunlop, e dovevo prendere il feeling. Il primo round è stato un po’ un’altalena: in alcune sessioni miglioravo, in altre rimanevo su quel livello. I primi due giorni sono andati abbastanza bene, poi in qualifica 1 c’è stato un problema, mentre nella seconda ho cercato di migliorare. Un weekend un po’ sfortunato: in Gara 1 un altro pilota mi ha “speronato” dopo due giri e, anche se non ero caduto, ho dovuto abbandonare la corsa. In Gara 2 invece, quando stavo recuperando il gruppo dei primi 10, sono incappato in una scivolata, quindi sono arrivati due zeri.

Tocca poi a Valencia, com’è andata?

Ho cominciato con molta più conoscenza dopo un primo weekend con la Moto2. Sono però ripartito da zero, Valencia non l’avevo mai vista e nei primi due turni ero un po’ spaesato, quindi sono partito a rilento. Ma in generale è stato un weekend positivo: sono riuscito a migliorare in tutti i turni ed è servito come presa di conoscenza sul tipo di lavoro che dobbiamo fare. La Moto2 ha molte più regolazioni e si gioca su molte più cose: le gomme, le sospensioni, forcellone, tutto quanto.

Francesco Mongiardo, come valuti la gara unica al Ricardo Tormo?

È stata un po’ sfortunata: sono partito molto forte, ma c’è stato un contatto in curva 2 in cui mi hanno toccato, sono andato largo e ho perso un po’ di posizioni. Al 3° giro ho fatto però il mio giro veloce del weekend, mi ha fatto capire che potevo andare molto forte. Al 4° giro però ho avuto un problema importante alla schiena, una contrattura del muscolo del diaframma: mi sarei voluto ritirare, ma ho continuato, chiudendo in 12^ posizione. Quello che mi dispiace è che non sono riuscito a sfruttare il potenziale che avevamo in gara.

Hai chiuso però 12°, tenendoti dietro anche gente con qualche presenza nel Mondiale. Non male, no?

In realtà sono tutti molto soddisfatti, contenti del percorso che stiamo e che sto facendo. Dalla mia parte però voglio dimostrare quello che penso sia il mio potenziale. Mi sto allenando tantissimo, sia fisicamente che mentalmente, e speriamo di arrivare a Jerez con una marcia in più.

Francesco Mongiardo, c’è qualcosa in particolare che ti sta mettendo maggiormente in difficoltà?

Diciamo che è un mix di cose. Ho corso in Italia per parecchi anni e conosco un po’ tutto, dalle piste alle moto alle gomme, un discorso valido anche per la Spagna. Sono vantaggi e valgono tanto: è un po’ un tasto dolente, devo lavorare più velocemente rispetto ai miei colleghi. Non credo poi ci sia mai stato il livello di quest’anno: guardando solo ai riferimenti, nel 2022 avevano girato forte solo due piloti, mentre quest’anno a Valencia in 12 in meno di un secondo. Ho una difficoltà in più, ovvero il livello dei miei avversari.

In cosa invece “a sorpresa” ti sei trovato subito bene?

Sì, le gomme, anche se non ho spiccato in questi due round. Parlando con altri colleghi, tutti mi hanno detto che erano gomme molto complicate, ma ho avuto da subito un buon feeling, ne sono contento. Ma anche con la moto in realtà non ho avuto problemi con la potenza o altro, devo solamente cercare di capire il mio potenziale sulla moto e riuscire a sfruttarlo.

Come vi trovate tu ed Alberto Surra? Vi state già dando una mano?

Io ed Alberto alla fine ci conosciamo da una vita, abbiamo corso insieme in Italia per tanti anni, fino al suo passaggio nel Mondiale. Andiamo super d’accordo. In questo momento lui è stato un po’ più veloce nell’apprendimento della moto, ma comunque lavoriamo molto insieme. Non giriamo assieme nelle sessioni, ma ci confrontiamo parecchio alla fine di ogni turno. È un buon aiuto.

Francesco Mongiardo, e con il team in generale?

Devo dire che il mio punto di forza è il mio capotecnico, Andrea Viviani, che è anche telemetrista di Alonso Lopez nel Mondiale. Prima ha lavorato con Navarro, Quartararo… Ha un’esperienza enorme in Moto2. Stiamo facendo un bel lavoro, ci confrontiamo sempre, ma si è anche si è creato un feeling pazzesco e ci chiamiamo sempre, pure fuori dalle gare. Penso sia un anello importante di questa stagione, anche a livello di rapporto umano: siamo entrati subito in confidenza. Ma in generale la squadra fa davvero tantissimo, io mi trovo davvero bene.

Facciamo un passo indietro: ci racconti cos’è successo prima dell’accordo col tuo team attuale?

Il problema più grande di tutti i piloti è il budget. Inizialmente avrei dovuto correre con Forward, purtroppo però non siamo riusciti ad arrivare ad un accordo appunto perché non avevo il budget. Ma grazie ad un mio sponsor che mi supporta ormai da diversi anni c’è stato un pranzo in cui, tra una cosa e l’altra, è uscita una parentela con Luca Ciatti, ora mio team manager. È incredibile com’è il destino! Dopo questo dialogo si è fatto carico di tutto ed è diventato mio manager. Devo dirgli davvero grazie se sono qui quest’anno, ha creduto e crede in me. Senza dimenticare mia mamma, che mi ha portato qui oggi.

Un cambio in corsa, come hai detto anche rischiando di non esserci nell’Europeo Moto2 quest’anno.

È una cosa che mi ha dato tanta forza. Ho avuto la possibilità di aprirmi in una nuova sfida, sono arrivato ad un punto importante della mia carriera e ne sono davvero contento. Il fatto poi di ritrovarmi dal “Non corri, non ne hai la possibilità” ad avere la possibilità di correre, soprattutto con uno dei team che ha vinto tantissimo, mi ha dato una motivazione allucinante.

Francesco Mongiardo, ti sei già fissato degli obiettivi stagionali?

All’inizio sì, avevo le mie aspettative. Ovviamente però quando arrivi alla prima gara, con tutto nuovo, ti stravolge un po’ le idee. Ora ragiono gara per gara, anche se l’obiettivo rimane sempre uno, quello di tutti i piloti. Ma procediamo per gradi e cominciamo a limare qualche posizione: per prima cosa la top 10, poi cerchiamo di fare un altro passo avanti fino ad arrivare alle zone di vertice. Sperando sempre che questo passaggio mi riesca velocemente!

Riguardo il feeling con la Moto2, a che percentuale siamo?

Forse al 25% del potenziale che sentiamo e che voglio esternare. Siamo proprio all’inizio, ma il feeling è già molto buono. Il fatto di dover fare tutto più velocemente ti destabilizza un po’, ma come detto siamo solo all’inizio.

Francesco Mongiardo, cos’è cambiato nella tua preparazione per questo “salto”?

Ho intensificato il quadro per i miei allenamenti. Sono dovuto dimagrire di un paio di chili per essere più snello, ma sempre tenendo più forza possibile. L’alimentazione adesso è molto rigida, ma mi fa stare molto bene, e ho dovuto cambiare anche il mio allenamento in moto. È tutto molto più complicato, ma fa tutto parte del “pacchetto Moto2”.

Stai guardando qualcuno in particolare nella categoria?

Conosco Mattia Rato da bambino, siamo cresciuti insieme e ci siamo allenati praticamente per tutta la carriera insieme. A parte gli ultimi anni, poi da quest’anno ci siamo ritrovati e riusciamo a frequentarci molto più spesso. Non dico che sia un veterano, ma quattro anni sono tanti ed ora sta cominciando a raccogliere i suoi frutti. Con lui mi confronto parecchio, parliamo tanto nei weekend di gara e mi faccio dare dei consigli. Non dico che è il mio riferimento, ma è il pilota con cui mi confronto di più perché è italiano e ho tanta confidenza con lui.

Cosa ci dici invece di Senna Agius?

È veramente incredibile, guida con una tranquillità… Anche guardarlo da fuori è disarmante! Sicuramente è da prendere come esempio. Lui poi ha avuto anche la fortuna di disputare la gara mondiale a Jerez prima della nostra, sicuramente l’ha portato a Estoril bello carico. Ha poi corso anche a Le Mans nel Mondiale e, anche se non sei davanti, ti confronti con piloti di quel livello con Arbolino, Acosta e tutti gli altri. A Valencia non ha fatto il buco come a Estoril, ma ha dominato tutte le sessioni, quindi è certamente un riferimento. Ed è pure furbo: è difficile trovarlo in pista, lavora molto di strategia. Diciamo che è molto “riservato”.

Francesco Mongiardo, quali sono le aspettative per il 3° round a Jerez?

Arriviamo a Jerez con molte più consapevolezze, sappiamo che il potenziale c’è e punto a procedere a piccoli passi. È il mio primo anno e, anche se non sono l’unico esordiente, sono l’unico che non conosce neanche una pista. Il mio compagno di squadra viene dal Mondiale e gli mancava solo Estoril, molti altri hanno corso anche l’anno scorso quindi conoscono tutto meglio rispetto a me. Ma non è una scusa, anzi: l’obiettivo è la top 10 in tutte le sessioni, penso sia alla nostra portata. Vedremo se riusciremo a portare a casa questo risultato.

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