13 Luglio 2018

La Storia della 8 ore di Suzuka, 1985: Gardner vs Roberts, duello epocale

Tuttora ricordata tra le edizioni più spettacolari di sempre, la 8 ore di Suzuka del 1985 presentò il testa-a-testa tra Wayne Gardner (Honda) e Kenny Roberts Sr (Yamaha) comprensivo di una serie di colpi di scena, segnando un'epoca...

Si dice nel motociclismo che “sono i grandi campioni a fare grandi le gare“. Un concetto che trova la sua miglior rappresentazione nell’edizione 1985 della 8 ore di Suzuka vissuta unilateralmente sul duello tra Kenny Roberts Sr e Wayne Gardner. Nel corso degli anni la maratona Endurance del Sol Levante ha vissuto diversi cicli, tra epoche di splendore assoluto e di crisi profonda, ma una volta raggiunto e superato il Terzo Millennio l’edizione del 1985 tuttora viene universalmente riconosciuta come la più spettacolare e ricca di significati di tutti i tempi.

L’EDIZIONE DEL BOOM – Dall’inaugurale evento del 1978, già nel 1985 la 8 ore di Suzuka aveva trovato una propria dimensione, collocandosi con pieno merito e titolo nella “mappa” delle gare più prestigiose del motociclismo internazionale. L’impegno e l’interesse delle case costruttrici, combinato con la partecipazione in costante ascesa di centauri protagonisti del Motomondiale, avevano reso sin dagli anni ’80 la 8 ore come una manifestazione unica nel suo genere, ma che doveva vivere ancora la sua effettiva consacrazione nell’immaginario collettivo. L’edizione del 1985, a tutti gli effetti, rappresenta un punto di svolta, incarnando in se gli elementi funzionali alla causa: il confronto-scontro tra Honda e Yamaha, l’allora record di spettatori (150.000 accertati nel weekend, quasi cogliendo di sorpresa gli stessi organizzatori…), l’innalzamento sostanziale del livello dei partenti e sì, la presenza di due leggende della specialità del calibro di Wayne Gardner e Kenny Roberts.

Kenny Roberts Sr

Alla 8 ore di Suzuka 1985 il clamoroso ritorno alle corse di Kenny Roberts Sr

GARDNER VS ROBERTS: WHAT ELSE? – Già, cosa chiedere di più? Da una parte Wayne Gardner, al terzo gettone di presenza alla 8 ore, già con l’investitura di pilota ufficiale HRC dopo aver stupito tutti per le sue performance da rookie con Moriwaki nelle precedenti edizioni. Dall’altra il clamoroso ritorno alle competizioni di Kenny Roberts, tornato ad indossare tuta e casco dopo sporadiche esperienze nel 1984 tra prove del mondiale 500cc e la 200 miglia di Daytona, calandosi in quel momento storico nel ruolo di team manager. Per vincere a Suzuka la casa dei Tre Diapason aveva puntato tutto sul ritorno del “Marziano”, punta di diamante dello squadrone Tech 21 in equipaggio con Tadahiko Taira (già nei futuribili piani Yamaha per il mondiale 500cc) e con una FZR750 ormai pronta per puntare al massimo risultato. D’altro canto la Honda, riappropriatasi della vittoria nel 1984 con Fred Merkel e Mike Baldwin, per il debutto dell’inedita RVF750 non aveva badato a spese: due equipaggi HRC, altri due con i colori Rothmans ed American Honda. Chiaramente Wayne Gardner era stato collocato nella squadra favorita con il #3 insieme all’attesissimo pupillo Masaki Tokuno, il quale incontrò tuttavia un weekend particolarmente difficile…

POLE DEL “MARZIANO” – Sin dalle prove il confronto prestazionale tra Gardner e Roberts relegò in secondo piano tutto il resto, tanto che persino il debutto di un giovanissimo Kevin Schwantz (con Yoshimura Suzuki) risultò di “contorno” alla sfida per la vittoria. “Non sapevo cosa aspettarmi in quanto non avevo mai corso una gara di durata”, l’ammissione di Kenny Roberts, “pensavo soltanto a dare il massimo: Taira si occupava del set-up a lui più congeniale, a me importava poco, se non cercare il miglior tempo sul giro”. Detto, fatto: nelle qualifiche ufficiali 2’19″956, un crono “monstre” tanto da rifilare quasi 1″ (!) allo stesso Gardner, 2″ (!!) a scapito del suo compagno di equipaggio Taira. Con un lampo, il “Cannibale” californiano ribadì come la sua classe e manetta non era stata scalfita dalla (relativa) inattività dell’ultimo biennio…

Ritiro Tech 21 Yamaha

Il momento del ritiro del team TECH 21 Yamaha in quel momento con Taira in sella

LA GARA: BEFFA FINALE PER YAMAHA TECH 21, TRIONFO HONDA – La gara, tuttavia, non iniziò nel miglior modo possibile per il tri-Campione del Mondo 500cc. Al via restò piantato nello schieramento facendo spegnere la moto, tanto da sfilare in un sol colpo dalla prima alla cinquantacinquesima (sest’ultima…) posizione, tutto a vantaggio della concorrenza e, soprattutto, di Gardner. Una volta sbarazzatosi di Patrick Igoa (Rothmans Honda), l’iridato 1987 concluse il primo stint in testa lasciando a Tokuno la RVF750 #3 saldamente al comando e con un considerevole margine rispetto alla Yamaha #21 di Roberts, autore di una superlativa rimonta conquistando la terza piazza prima di cedere i manubri a Taira. Il confronto “All Japan” del secondo stint privilegiò di gran lunga Taira, obbligando il Team HRC e Gardner ad individuare opportune contromisure, vanificate dal corso degli eventi. “Masaki-San (Tokuno, ndr) era in difficoltà”, spiegò Gardner. “Girava costantemente 2-3 secondi più lento di me. Di fatto stavamo perdendo la gara”. Già, perché nei successivi turni di guida Roberts riuscì ad incrementare il vantaggio ad oltre 1 minuto sui più diretti inseguitori, consegnando per l’ultimo stint la moto a Taira con la sola missione di portarla al traguardo. Sulla carta una pura e semplice formalità, tramutatasi in un incubo: giusto a 34 minuti dal termine, un problema tecnico costrinse Taira dapprima a rallentare vistosamente per poi, in pieno rettifilo dei box, a fermarsi proprio davanti alla postazione Tech 21 Yamaha. Esattamente ed ufficialmente alle 19:01 locali, l’annuncio del ritiro: la 8 ore di Suzuka resta un “tabù” per la casa di Iwata con Kenny Roberts, già in borghese, che non la prese propriamente benissimo ai box.

IL SACRIFICIO DI GARDNER – Mentre lo squadrone Tech 21 Yamaha scoppiò in lacrime, in casa HRC si iniziò a cullare il sogno di gloria. La RVF #3 non incontrava alcun tipo di problematica e, soprattutto, Wayne Gardner ci aveva visto giusto. “Mi sono fermato per l’ultima sosta ai box ed era pronto a salire in sella Masaki-Saki. A quel punto dissi alla squadra “Dobbiamo recuperare, se prende lui parte all’ultimo stint perdiamo la gara”. Di forza decisi di continuare, disputando due turni di guida consecutivi, due ore di fila e tutte tirate. L’esperienza più difficile e traumatica della mia carriera: a Suzuka nell’ultima ora si passa dal giorno alla notte, io ero con una visiera scura e non c’era tempo per cambiarla ai box. Ci vedevo poco, ma non era l’unico problema: ero stanchissimo, si correva con temperature vicine ai 40°, inoltre ogni giro ero sempre oltre il limite viaggiando su tempi da qualifica”. In tutto questo, il sollievo finale. “Ad un certo punto avevo visto una moto azzurra ferma, tra me e me in completa confusione pensai fosse Kenny. In realtà c’era Taira in sella, ma la cosa più importante è che si trattava della Yamaha numero 21: trovai conferma al giro successivo leggendo “P1″ dalla tabella. Era fatta!”. Un sacrificio del quale il buon Wayne ne pagò le spese. “Ero disidratato, una volta finita la gara ero in completa confusione e non capivo più nulla”. Sorretto da Tokuno e dai meccanici, Gardner riuscì a salire sul podio. “Una gara dura, davvero dura, la più difficile della mia carriera, ma nel contempo la più appagante e memorabile. Sono stato male le due settimane successive tanto da avere continui giramenti di testa, ma ne è valsa la pena: avevo dato tutto per vincere”. E non solo: concretizzare un’impresa (o meglio, “l’impresa”) nell’edizione più bella della 8 ore di Suzuka…

Podio

Che nomi sul podio della 8 ore di Suzuka 1985!

LA CLASSIFICA DELLA 8 ORE DI SUZUKA 1985

1- Wayne Gardner/Masaki Tokuno – Team HRC – Honda RVF750 – 195 giri

2- Dominique Sarron/Mike Baldwin – American Honda – Honda RVF750 – a 1’17.117

3- Kevin Schwantz/Graeme Crosby – Team Yoshimura Motul – Suzuki GSX-R 750 – a 3 giri

4- Takao Abe/Keiji Kinoshita – Team HRC – Honda RVF750 – a 3 giri

5- Jean Pierre Oudin/Patrick De Radigues – S.E.R.T. France – Suzuki GSX-R 750 – a 5 giri

6- Satoshi Tsujimoto/Shosuke Kita – Team Yoshimura Motul – Suzuki GSX-R 750 – a 5 giri

7- Herve Moineau/Richard Hubin – S.E.R.T. France – Suzuki GSX-R 750 – a 5 giri

8- Per Jansson/Anders Andersson – Team Suzuki Sweden – Suzuki GSX-R 750 – a 5 giri

9- Rob Phillis/Kevin Magee – Moriwaki Racing Team – Honda CBX750F – a 6 giri

10- Shoji Saitoh/Kiyokazu Tada – Team Green – Kawasaki GPZ750R – a 7 giri

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