21 Settembre 2016

Endurance FIM EWC 2016/2017: sarà una stagione straordinaria

L'80° edizione del Bol d'Or ha inaugurato il Mondiale Endurance 2016/2017: ecco perchè sarà una stagione del FIM EWC straordinaria...

La cosiddetta “stagione della rivoluzione” del Mondiale Endurance si apre all’insegna di una consuetudine della specialità, ma i presupposti per un FIM EWC 2016/2017 memorabile ci sono tutti. Agli archivi l’80esima edizione del Bol d’Or con l’ennesimo successo della Suzuki S.E.R.T., nel circus delle corse di durata si guarda avanti con la consapevolezza che il nuovo corso intrapreso dal promoter Eurosport Events, a lungo andare, darà i suoi frutti, speranzosi di raccogliere al più di presto i primi risultati in una stagione 2016/2017 dalle molteplici tematiche d’interesse.

PRO E CONTRO DELLA RIVOLUZIONE – Rilevato dalla stessa FIM nel 2015 il ruolo di promoter della serie con contratto a scadenza 2020, il promoter Eurosport Events ci ha messo poco per dare la propria impronta alla specialità. La garanzia di un piano pluriennale di sviluppo della serie e la certezza di una copertura televisiva di alto profilo (non solo, chiaramente, su Eurosport: in Francia ed in altri paesi si lavora per uno spazio TV su canali ‘free’ visibili a tutti) sono stati gli elementi che hanno dato una spinta propulsiva all’intero movimento. Sparito dai radar nell’ultimo lustro, l’Endurance è tornato “sulla mappa” dei media coinvolgendo anche il pubblico occasionale, indispensabile per generare numeri indispensabili per la crescita della specialità. Il FIM EWC si eleva sempre più verso il professionismo caldeggiando la presenza delle case, con diverse scelte che hanno fatto discutere chi nell’Endurance ha dedicato la propria vita. Il calendario invernale convince… con riserva: un bene per ritagliarsi uno spazio in mesi di completa inattività di MotoGP e World Superbike, ma l’attuale schedule (dopo il Bol d’Or si osserverà una prolungata pausa fino al 18 marzo prossimo con la 12 ore di Portimao..) non funziona. Oltretutto comporta non poche problematiche alle squadre con una serie di gare ravvicinate nel primo semestre 2017 (di fatto 1 evento a mese), con il risultato di un inevitabile incremento (spropositato?) dei costi. Ragionato, stando all’opinione del promoter che di tasca propria ha tirato fuori 185 mila euro di ‘rimborsi’ a team privati (più 150 mila riservati dalla Dunlop per le proprie squadre indipendenti), ma per il futuro si dovrà provvedere ad un’agenda di eventi armoniosa che possa corrispondere appieno alla funzionalità di ‘calendario invernale’. Non piace nemmeno la decisione presa (a 2 settimane dal Bol d’Or…) di modificare dal 115 al 110 % il limite massimo di qualifica dei piloti rispetto al miglior tempo del proprio gruppo di appartenza: chiaro, estromette piloti più lenti e si va sempre più verso il professionismo, ma tuttora sono proprio i cosiddetti ‘amatori’ (e lo saranno sempre…) la vera anima della specialità.

I giusti presupposti per una stagione 2016/2017 del FIM EWC da ricordare

I giusti presupposti per una stagione 2016/2017 del FIM EWC da ricordare

LE PREMESSE SONO BUONE – Se queste decisioni hanno diviso il paddock dell’EWC, va detto che la strada intrapresa sembra essere quella giusta. L’Endurance trova sempre più spazio nei media del settore e non, rappresentando un asset importante nel reperimento dei fondi da parte di squadre e piloti. Convince inoltre l’impegno profuso da Eurosport Events nel migliorare la produzione televisiva (mentre sulla comunicazione si dovrebbe lavorare ancora), così come va rimarcato lo sforzo dello staff capeggiato da Francois Ribeiro nell’allargare gli orizzonti della specialità: sponsor prestigiosi hanno sposato il loro brand al FIM EWC, con le case c’è un accordo per rendere la 8 ore di Suzuka (che chiuderà la stagione 2016/2017) un evento memorabile, inoltre al Bol d’Or abbiamo visto squadre e piloti provenienti da tutto il mondo, applauditi da 80.000 spettatori (veri). Un mix tra queste innovazioni mantenendo inalterata la natura dell’Endurance offrirebbe un format appetibile, completo e, soprattutto, di successo.

VINCE SEMPRE LA SERT – L’aspetto sportivo al Bol d’Or non è chiaramente passato in secondo piano. Se la stagione 2016 resta tuttora qualcosa di (quasi?) irripetibile, il 2016/2017 si è aperto con il dominio totale della S.E.R.T., di fatto in testa dalla prima all’ultima ora di gara centrando la sedicesima (!) affermazione in 80 edizioni. I più affidabili, i più veloci, i meglio organizzati ai box e nelle strategie: così tutto il team di Dominique Meliand ha permesso ad un ‘ritrovato’ Vincent Philippe di affermarsi per l’ottava volta (recordman in solitaria dell’evento), a Etienne Masson di vivere l’emozione di portare lui a termine l’ultimo stint di gara, mentre Anthony Delhalle si è confermato ‘pound for pound‘ il miglior pilota della specialità. Al successo totale della S.E.R.T. risponde il riscatto del Team Kawasaki SRC con un imprevisto pit stop record (9 minuti e 32 secondi per la sostituzione dell’intero forcellone!), punti pesanti ai fini campionato “scoprendo” la velocità di Randy De Puniet, un pilota che si spera di rivederlo anche nel prosieguo della stagione. Tanti problemi hanno attanagliato invece YART Yamaha, Penz13 BMW, Honda Endurance Racing oltre che Bolliger Team Switzerland e Suzuki Motors Events, squadre che già sono al lavoro per il riscatto a Portimao.

Suggestivo scatto della notte del Bol d'Or in pieno rettifilo del Mistral

Suggestivo scatto della notte del Bol d’Or in pieno rettifilo del Mistral

EFFETTO ALL JAPAN – Chi ha invece iniziato la stagione nel miglior modo possibile è il Trick Star Racing, compagine 100 % All Japan che, al debutto al Bol d’Or con solo un’esperienza alla 24 ore di Le Mans nel 2013, ha portato a casa un terzo posto storico frutto della velocità di Erwan Nigon assecondato dai veterani del motociclismo giapponese Osamu Deguchi (41 anni) e del sempreverde Hitoyasu Izutsu (45). Gli orizzonti allargati dell’EWC consentono a squadre abitualmente impegnate alla 8 ore di Suzuka di presenziare a tutto il campionato come nel caso di F.C.C. TSR Honda, quinti sul traguardo riportando in pista il leggendario Shinichi Itoh (49 candeline) con un obiettivo espresso senza mezzi termini: la conquista del titolo iridato, fortificati dal doppio-punteggio previsto per la 8 ore di Suzuka del 30 luglio prossimo.

TANTA (E GRANDE) ITALIA – L’80esima edizione del Bol d’Or ha inoltre accertato una sempre più considerevole partecipazione tricolore nella specialità. ‘Tanta’ e soprattutto ‘Grande’ Italia si è messa in mostra: da un Niccolò Canepa (scivolato al primo stint tradito dall’olio lasciato da un’altra moto) semplicemente straordinario nel suo turno di guida (e a più riprese il più veloce in pista con GMT94 Yamaha), passando per la bella storia di Luca Marconi, sul podio di classe Superstock al debutto in gara con la R1 del Team 3ART Yam’Avenue in trionfo nella Coppa del Mondo 2016. Regolarmente presente anche il coriaceo e specialista Emiliano Bellucci, alla prima con la R1 del Motobox Kremer Racing affermatosi quale pilota più veloce del proprio equipaggio dopo anni di Kawasaki Flembbo, da applausi l’impresa del team No Limits di Moreno Codeluppi: nonostante una serie di imprevisti riscontrati nella notte Giovanni Baggi, Federico Napoli, Christian Napoli più Federico Natali in qualità di ‘riserva’ sono riusciti a vedere il traguardo, meritandosi un fragoroso applauso da parte di tutti. Perché l’Endurance, nonostante la “rivoluzione“, pone le basi su queste storie da raccontare che rappresentano spirito e natura della specialità…

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