5 Marzo 2023

CIV Supersport, Matteo Ciprietti il laureato tuttofare “Guardo in alto”

Matteo Ciprietti si destreggia tra CIV Supersport e azienda di famiglia, è istruttore e continua a studiare. Tutto sempre con passione: la nostra intervista.

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Matteo Ciprietti a caccia del passo in più nel CIV Supersport. Il 25enne abruzzese, vincitore National Trophy 2021 in Big Supersport, riparte con i colori ZPM Racing ed una Ducati V2. Continua la sua corsa nella Supersport nazionale, guardando sempre più in alto. Questo per quanto riguarda l’attività da pilota, ma Matteo Ciprietti è anche istruttore per i più giovani sulla pista di minimoto di Giulianova. Anche per questo sta studiando Attività Motorie nella Scuola Secondaria, corso di laurea magistrale dopo essersi laureato in Scienze Motorie.

Non solo, lo troviamo anche indaffaratissimo nell’azienda di famiglia. “Mi supportano tantissimo” ha sottolineato Ciprietti. “Ma anche nella mia città tante persone, sapendo che corro, mi chiedono come va, mi domandano quando inizio… Questo mi dà grande carica.” Interessi diversi, ma affrontati sempre con lo stesso spirito: divertirsi. Abbiamo parlato con Matteo Ciprietti per farci raccontare un po’ tutte queste attività, oltre alla sua nuova annata nel CIV: la nostra intervista.

Matteo Ciprietti, come procede in questo periodo?

Sono impegnato nella ditta di famiglia: abbiamo un distributore di benzina col bar e tutto, do sempre una mano. Ma mi diverto, sei all’aria aperta e sono sempre a contatto con tante persone. Mi piace avere i piedi un po’ dappertutto, oltre allo sport ci vuole anche altro. Lato motori però siamo stati a Jerez la settimana scorsa per fare alcune prove, ci sono tutti i presupposti per fare una buona stagione.

In questo 2023 riparti con lo stesso team e la stessa moto.

Quella con cui ho vinto in National Trophy, sono stato anche il primo a sperimentare la Panigale V2. Tutti all’inizio non conoscevano la sua evoluzione, era una cosa messa lì ma non si sapeva se avrebbe avuto un seguito. Io ho creduto da subito in questo progetto e mi ha premiato. Nel 2022 poi sono stato veloce fin da subito. In qualifica ero sempre lì davanti, l’unica cosa è che sono mancati podi o vittorie sempre per una serie di circostanze. Ma quest’inverno sto lavorando bene per cercare di arrivare preparati: il livello della Supersport è molto alto da anni, è la categoria più combattuta del CIV. Quest’anno però ho lavorato bene per arrivare preparato: non bastano solo la moto o solo il pilota, dev’esserci la giusta combinazione. Possiamo dire poi che sono un “veterano” della categoria, ci corro dal 2016, tranne il 2019 in Moto2, ma era un altro mondo.

Come valuti quell’unico anno nel CEV Moto2?

A livello di metodologia di lavoro si avvicina molto ad un Gran Premio di MotoGP, si gira parecchio e la moto è molto diversa da quelle a cui sono abituato. Ho sempre corso con le derivate di serie e salire su una Moto2 è stato un po’ un trauma. Oltre al fatto che le piste non le conoscevo, le gomme erano diverse… Non mi sono trovato come volevo. Il progetto avrebbe dovuto essere di due anni, ma alla fine ne ho fatto solo uno per una serie di circostanze. Sono poi tornato in Italia con questo progetto nuovo di Ducati e mi è piaciuto subito. Il livello del CIV poi è molto alto, se confrontiamo i tempi con quelli del Mondiale Supersport non c’è grossa differenza.

Terzo anno con la stessa squadra. Com’è cominciata questa collaborazione?

È iniziata a febbraio 2021, io ero senza squadra ed anzi non avevo nemmeno tanta voglia di correre… Il 2020 era stato un anno molto negativo per me, quindi non pensavo neanche a ricominciare una stagione agonistica. Ma comunque mi ero sempre allenato, poi quando s’è avvicinato il periodo dei test mi è scattata la molla: senza gare non potevo stare, sono la mia vita. Volevo però fare qualcosa di diverso, cambiare aria, e sapevo di questa Panigale V2 che poteva correre nel National Trophy. Non avevo nulla da perdere, la Ducati mi piace e chissà cosa riserva il futuro. C’erano pochi team, loro poi sono di Pedaso, a circa 40 minuti da casa mia, ed una sera li ho chiamati: stavano trattando con un pilota, ma alla fine hanno scelto me. Il team è ZPM Racing di Fabio Marchionni, ex pilota CIV Superbike che ha vinto il National Trophy 1000 nel 2015. La parte motoristica è seguita invece da AP Racing di Andrea Pizzato, che ha lavorato tanto in Ducati e ha fatto il Mondiale Superbike. Il feeling con team e moto s’è creato da subito, è nato poi un rapporto di amicizia e di lavoro. Nel 2022 siamo stati veloci, ora vediamo di comporre il puzzle.

Nel corso degli anni hai cambiato qualcosa nella tua preparazione?

Sì, da quest’anno ho deciso di cambiare qualcosa, ad esempio in palestra con qualche lavoro differente. Ma in generale diciamo che c’è stato un bello stravolgimento. A Jerez però mi sono sentito bene, quindi ho già avuto delle risposte. A volte uno stravolgimento porta a cose buone, bisogna essere pronti a qualsiasi cambiamento per migliorarsi sempre di più.

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Oltre a pilota, Matteo Ciprietti è anche istruttore.

Sì, qui c’è la pista di minimoto e seguo i ragazzini, portandoli nel mio mondo. Sono istruttore ufficiale dall’anno scorso, dopo aver fatto il corso con la Federazione. È una cosa che mi piace molto, mi gratifica insegnare ai ragazzini tutto quello che ho imparato in questi anni. Quando parli ti ascoltano, ti prendono come esempio ed è bellissimo. Anche per seguire meglio questo percorso mi sono iscritto all’università.

E nel frattempo ti sei anche laureato.

Avevo iniziato prima del periodo Covid, mi ero iscritto a Scienze Motorie e lo scorso luglio mi sono preso la laurea triennale. Ora sto facendo la magistrale, Attività Motorie nella Scuola Secondaria. Voglio continuare con i ragazzi e ho deciso di fare la specialistica pensando a loro. Negli ultimi esami che sto dando poi si parla anche di psicologia: è molto importante saper parlare con loro ed essere empatici, oltre a creare anche un buon rapporto con i genitori e le altre persone. L’università per me è stata una sfida, una gara: forse sono riuscito nel percorso grazie a questa mentalità. Devo dire poi che nel periodo Covid sono riuscito a sfruttare al meglio il fatto di essere a casa, senza poter correre né allenarmi: invece di stare senza far nulla ho studiato come un forsennato e ho dato parecchi esami online.

Ciprietti studente, pilota, istruttore, lavoratore: sei impegnatissimo!

Pilota diciamo solo quando ci sono le gare ed i test, non ho una vita da pilota come altri. Nella ‘vita comune’ mi sveglio la mattina presto, sono super attivo nell’attività di famiglia, poi nei weekend sono alla pista di minimoto. In mezzo ci inserisco gli allenamenti quando posso, devo essere molto flessibile e poi recuperare. Diciamo però che un allenamento al giorno lo metto sempre: la mia palestra apre alle cinque del mattino, molto spesso vado alle 5:30-6:00, faccio quelle due ore e poi alle 8:00 sono operativo. Poi alle 10 di sera crollo… Tranne qualche serata con gli amici: è difficile, ma le amicizie giuste ti seguono e devo dire che ricevo sempre un bel supporto. In generale però mi ritaglio ogni spazio per allenarmi. Sabato e domenica poi sono alla pista di minimoto, infrasettimanalmente facciamo esercitazioni con i ragazzi un po’ più avanzati dopo la scuola.

Che età segui principalmente?

I ragazzi possono iniziare a gareggiare dagli otto anni in su, ma non c’è un’età minima per salire in minimoto. C’è chi inizia a quattro anni, come ho fatto io ad esempio. Chiaramente si fa tutto in sicurezza, poi sto molto attento a non traumatizzare i bambini: a volte solo il rumore d’accensione li fa piangere. A volte poi li porto con me, facciamo un giro insieme sulla minimoto, e già lì si vede se piace o meno. Finito il giro, se il bambino sorriso allora si è diverto. Certamente lascia delle belle emozioni: nei loro occhi rivedo i miei quando ho iniziato. Non tutti diventeranno Valentino Rossi, lo dico sempre e non è quello l’obiettivo, conta divertirsi innanzi tutto. Saper andare su un mezzo a due ruote poi non è da tutti, è un’importante esperienza di vita e servirà anche per quando prenderanno la patente della moto.

Il Ciprietti istruttore ha mai avuto a che fare con genitori convinti di avere un Rossi in casa?

Queste cose capitano e mi fanno un po’ arrabbiare. Uno non può pretendere cose assurde da un bambino di quell’età, dobbiamo sempre ricordarci che sono piccoli. È un fatto che si è creato in quest’ultimo periodo: negli anni ’60-’70 era impensabile vedere un ragazzino di quattro anni su una moto, in generale su un mezzo a motore. Adesso sono stati fatti grossi passi avanti, ma bisogna farli divertire: così se le cose riescono, se invece ci sono pressioni o aspettative non arriverà mai niente. Anzi, il bambino arriva a vederlo come una costrizione e lascia perdere.

Istruttore e pilota: quanto ti aiutano queste attività differenti?

Facendo l’istruttore ripasso anche dei concetti che davo per scontati, a cui ormai non pensi più. Quando invece devi spiegare un concetto te lo ripassi anche, mi aiuta molto. Guardando poi tutte le esperienze che ho fatto da pilota, quando le racconto a loro sono esperienza in più. Io adesso ho 25 anni e ho iniziato a correre a 5, quindi sono 20 anni di corse e di cose ne ho viste parecchie, sia belle che brutte. Anzi queste ultime ti aiutano a crescere. Nella mia carriera ho corso con Bastianini, Di Giannantonio, Bulega, Augusto Fernandez… Piloti che adesso sono in MotoGP, stesso percorso ma non c’è un’unica strada ed io purtroppo ho preso le biforcazioni sbagliate. Ma non ho nessun pentimento, sto provando a risalire ed adesso penso di esserci, poi quello che verrà, verrà.

Matteo Ciprietti, hai mai fatto pensieri mondiali?

Prima sì, adesso penso solamente al presente, non più a quello che dovrò fare o meno. Voglio solo godermi tutto quello che faccio. Non so cosa mi riserverà il futuro, ma penso che se uno fa tutto col giusto metodo può raggiungere qualsiasi risultato. Ma si può anche pensare ad un Mondiale, poi tra dire e fare… Innanzi tutto bisogna vincere e stare lì davanti, non ha senso andare solo a fare numero. Mi concentro solo sul presente, poi vedremo.

Guidi anche tu una Ducati. Ma dove stanno andando le Rosse?

Stanno facendo piazza pulita in tutti i settori! Nel Mototurismo poi sta avendo un record di vendite, poi vittorie in MotoGP, in Superbike, ora sono arrivati in MotoE… Stanno investendo tanto e stanno raccogliendo i frutti. Poi cosa vogliamo dire, le moto a livello estetico e di performance sono le migliori al mondo, credo lo saranno per un bel po’. Io mi sono innamorato di questo marchio, metterei la moto anche in salotto. È bellissima! Un po’ come la Ferrari. Quando porto la moto qui da me se ne innamorano tutti.

Hai parlato di recenti test in Spagna. Quali sono i prossimi passi verso la nuova stagione?

La prima gara dell’anno sarà sul circuito di Misano, quindi faremo lì i prossimi test. Al momento il meteo è un po’ ballerino, stiamo ancora valutando quando. Nel frattempo mi sto allenando con motard, motocross, ohvale nella mia pista di minimoto. Mi tengo sempre in attività!

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