21 Maggio 2010

American Superbike: Aprilia non è interessata

Nessun impegno o supporto per i team satellite

Correre costa. In un periodo nel quale gli effetti della crisi finanziaria si sentono ancora pesantemente, avviene che le più rinomate aziende motociclistiche puntano solo al meglio, ritirandosi dalle competizioni che non ritengono possano dare un ritorno adeguato a livello di mercato e immagine, che ripaghi l’investimento fatto. L’ultima a fare questo in ordine di tempo, nella American Superbike, è stata Yamaha, che non ha riproposto in questa stagione il team factory.

La storia recente è diversa per Aprilia, facente parte ora del gruppo Piaggio, che circa cinque anni fa era in una situazione di crisi ben peggiore di quella che ora affligge le altre case costruttrici giapponesi. La RSV4 ha risollevato il nome della società di Noale, soprattutto nel mercato d’oltre oceano e grazie alle vittorie ottenute nel mondiale delle derivate dalla serie. Nonostante il successo ottenuto dalla casa italiana, il CEO di Piaggio Group Americas Inc. Paolo Timoni esclude comunque, per il momento, un possibile supporto ufficiale della divisione statunitense in American Superbike, come ammesso al sito RoadRacingWorld.com.

“Non quest’anno e neanche il prossimo, chiaro? Come si può immaginare, le corse sono un hobby molto costoso. Trovare il giusto equilibrio tra costi e benefici è la sfida. Se non ci fosse una ragione economica, faremmo parte delle corse in ogni possibile campionato, in tutte le parti del mondo.

Per il periodo che è pensiamo che un campionato su scala globale è il luogo dove poter trovare il miglior bilanciamento tra costi e benefici. E per questo motivo vogliamo mantenere il nostro impegno racing a livello di World Superbike. L’interesse in Moto2 e MotoGP è molto alto, ma bisogna capire quando la società è al punto giusto di maturità, di modo da trovare il giusto equilibrio. In Superbike otteniamo molta visibilità e una buona immagine. Penso si possa fare sempre meglio, ma al momento non stiamo facendo affatto male.”

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