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20 Gennaio - Luigi Ciamburro

MotoGP, Crutchlow col dubbio Sepang: “Non so le condizioni della caviglia”

Cal Crutchlow ha abbandonato la scena della MotoGP durante il week-end a Phillip Island, in seguito all’incidente rimediato nelle prove libere del venerdì. Un infortunio molto serio costatogli due interventi chirurgici per porre rimedio alle fratture multiple: due alla tibia, una alla fibula e l’astragalo frantumatosi in 16 parti. Per velocizzare la riabilitazione il pilota LCR è volato in California, per tentare di farsi trovare pronto fra poco più di due settimane in vista del test di Sepang.

Il britannico ha già dovuto saltare i primi due test invernali a Valencia e Jerez e la sua presenza in Malesia agli inizi di febbraio non è data per scontata. Per sei settimane non ha potuto camminare pur potendo andare in bicicletta, appena ripreso a camminare si è infiammato un tendine ed è stato costretto a non camminare ancora per una quindicina di giorni o poco più. Attualmente potrebbe tornare in moto. “Ho fatto tutto il possibile per essere in forma, per riprendere una vita normale, ora sono in grado di camminare di nuovo. Perché se mai cerchi “frattura del pilone” su internet leggereste 12 mesi. Le persone non possono camminare per 12 mesi. Hanno più interventi chirurgici e influisce per tutta la vita. Quindi penso di aver fatto un recupero molto, molto buono, con delle brave persone intorno a me“, ha spiegato Cal Crutchlow a Superbikeplanet.com. “Sento la caviglia stabile, certamente. Ma è abbastanza forte per correre su una moto? Non ne ho idea. Ma in una normale situazione di vita, la gente non penserebbe nemmeno di salire su una motocicletta. Ma sfortunatamente non posso farlo anch’io“.

Per il pilota del team LCH Honda si tratta del peggior infortunio in carriera, mentre usciva dalla curva 1 a oltre 180 km/h. “Sono saltato sul cordolo alla fine del rettilineo. Sai com’è ventoso Phillip Island… Pedrosa si è schiantato lì durante la sessione precedente, si è alzato e se n’è andato. È solo questione di destino. Mi sono slogato la caviglia sinistra e mi sono rotto la destra. E la gamba… Conosco i rischi. So che fa parte del lavoro“. Restare a guardare gli altri mentre corrono e svolgono i test non è facile da accettare, soprattutto per uno spirito libero e ribelle come Cal Crutchlow, che rischiava di andare in depressione chiuso in una stanza di ospedale, “perché passi dall’essere un eroe ad uno zero“.

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