25 Marzo 2022

Giovanni Baggi: “Il 2022 di AvioBike nell’Endurance”

Giovanni Baggi, titolare e Team Manager AvioBike, ci illustra i programmi della sua squadra per il Mondiale Endurance FIM EWC 2022.

Giovanni Baggi: "Il 2022 di AvioBike nell'Endurance"

Dal Bol d’Or 2017 il team AvioBike di Giovanni Baggi è protagonista del Mondiale Endurance FIM EWC. Una squadra in grado di scalare progressivamente le posizioni nella classe Superstock, conquistando in occasione della 12 ore di Estoril 2020 uno storico secondo posto di categoria. Per la stagione 2022, AvioBike sarà nuovamente della partita nel FIM EWC, con la passione e l’entusiasmo di sempre.

Nonostante pandemia e la guerra in corso, anche quest’anno saremo presenti al Mondiale Endurance, un campionato che ci ha “rapito” sin dal primo giorno“, spiega Giovanni Baggi. “Abbiamo formalizzato il nostro equipaggio in queste ultime settimane, aspettando che tutte le caselle si sistemassero prima di annunciare i nostri programmi. Mia abitudine è di lavorare con buon senso, pertanto non volevo annunciare piloti o progetti che poi non si sarebbero potuti realizzare. Ad ogni modo, AvioBike sarà ancora al via del Mondiale Endurance classe Superstock sempre con la Yamaha numero 101 versione 2022 con Patrick Dangl, Gerold Gesslbauer ed Anthony Groppi“.

Parlaci dei tre piloti…

Premessa: con i piloti che hanno corso in questi anni c’è sempre stato un buon rapporto e spero sarà così anche quest’anno. Patrick Dangl aveva già corso con noi al Bol d’Or 2021 e dopo questa esperienza si era detto sempre propenso a continuare questa avventura. Si è messo al lavoro nel corso dell’inverno per raccimolare il budget necessario per affrontare tutta la stagione 2022 e, grazie ai suoi sforzi ed anche un po’ ai miei, abbiamo trovato l’intesa. Gerold Gesslbauer continuerà dopo la brillante gara di Most dove ha praticamente concluso la 6 ore da solo. Con noi era già reduce dalla sua apparizione da riserva a Le Mans e aveva sempre manifestato l’intenzione di correre da titolare. Dopo Most, ci ha confermato di avere tutte le carte in regola per affrontare l’intera stagione. Oltretutto in Austria è molto conosciuto in quanto titolare di due concessionarie, una Honda ed una Yamaha. Con Anthony Groppi ci siamo conosciuti nella R1 Cup 2019 quando corsi ad Imola da wild card, riuscendo a vincere. Era al debutto tra le 1000, pertanto gli mancava un po’ di esperienza, ma in termini di performance era già con me e con Andrea Boscoscuro che conoscevamo bene moto e campionato. Negli ultimi mesi abbiamo ripreso i contatti, con Anthony e suo padre ci siamo incontrati qui in AvioBike e sono rimasti entusiasti dall’idea. Da lì ad una settimana sono letteralmente… volato a casa sua atterrando nell’aviosuperficie più vicina, ci siamo stretti la mano ed accordati per il 2022. Anthony si è preso una R1 per allenarsi e ha già avuto modo di provare la nostra moto a Cremona, tracciato dove torneremo a breve in pista per preparare la 24 ore di Le Mans“.

Come già accaduto lo scorso anno, ti concentrerai pertanto esclusivamente sul ruolo di Team Manager, anche se ti sei iscritto come riserva dell’equipaggio titolare…

Sì, passerò dall’altra parte del muretto, ma farò da riserva per le 24 ore previste dal calendario. Cercherò in quei giri di offrire il mio contributo e la mia esperienza da pilota per affinare il set-up della moto. Se l’ho fatto anche per poter girare a Spa Francorchamps? Mi hai tolto le parole di bocca! Considerando i sacrifici che faccio per la squadra, volevo togliermi la soddisfazione di poter dire di aver girato in moto anche su questo meraviglioso tracciato. Poi, come si suol dire, non si sa mai…

Scherzando, magari il team manager Giovanni Baggi deciderà di far correre il pilota Giovanni Baggi…

Si potrebbe scherzare così, ma in realtà no. Il fisico mi ha avvisato in questi mesi, mi ha come detto “Fai qualche giro, ma per affrontare gare di un certo livello, meglio ci sia qualcun altro”. Ho appena compiuto 46 anni, dei quali 20 trascorsi in sella ad una moto da pista e 10 con una moto da cross con fratture, ricoveri e contusioni varie. Lo sport è meraviglioso sotto tutti i punti di vista, ma affrontato a livello agonistico ti presenta poi il conto. L’Ice Speedway? Sì, come sempre ci corro nei mesi invernali, ma è più che altro un deterrente per stare insieme ai miei ragazzi e trascorrere l’inverno divertendoci, visto che si tratta di una specialità molto spettacolare“.

A questo punto, considerando l’estromissione dei piloti russi da tutte le competizioni FIM, potresti puntare ad un bel risultato nel Mondiale di Speedway su ghiaccio…

Guarda, io dico sempre quello che penso. Sono assolutamente contrario all’estromissione dei piloti russi dal Motorsport. Non la condivido. Gli atleti non c’entrano niente con la guerra. Sono gli atleti, gli sportivi a tenere unite le nazioni. Quando corriamo in moto siamo tutti della stessa famiglia. Siamo tutti piloti, non c’è alcuna distinzione. Lo scopo dello sport è proprio questo: legare le persone e le nazioni“.

Tornando al tuo team, siete oggettivamente reduci da un 2021 difficile. Considerando oltretutto la situazione attuale con annesse problematiche, cosa ti spinge ogni anno a voler affrontare il Mondiale Endurance?

Una grande passione che non si riesce nemmeno a descrivere. Un sacco di volte, quando mi ritrovo a preparar tutto per affrontare una 24 ore, mi sono chiesto: “Ma chi me lo fa fare?”. Non hai idea di quante volte in officina o in ufficio quando si presentano problematiche di aumento dei prezzi o di approvvigionamento dei ricambi ho pensato: “La tua azienda funziona, prenditi una moto da cross e vai a divertirti… Chi te lo fa fare?”. Poi arrivi a Le Mans ed il primo giorno è sempre il più difficile per il viaggio, l’allestimento del box, code, problemi… Tuttavia, la sera quando ti siedi a tavola con tutti e vedi il box montato e le tue moto sui cavalletti, pensi: “Ci siamo anche noi, ne è valsa la pena!”. Questo ti fa andare avanti: è la passione che ti porta a questo. Quando svanirà, il tutto non sarà più sostenibile. Sono dell’idea che nello sport è più quello che dai rispetto a quello che ricevi. Non è direttamente proporzionale, ma quel poco che ti dà, ti soddisfa e ti fa andare avanti“.

Da Team Manager, come giudici le novità regolamentari introdotte nell’Endurance come il monogomma Dunlop per la classe Superstock ed il sistema unico di rifornimento obbligatorio dal 2023?

Le giudico deleterie per questo meraviglioso sport che, purtroppo, porteranno all’abbandono di alcune squadre. L’equilibrio del motociclismo è legato all’economia. Per le squadre, le più piccole soprattutto, l’economia è legata a partecipazioni o compartecipazioni di aziende che offrono il loro contributo. Quando le realtà più piccole si ritrovano costrette a dover utilizzare da regolamento un determinato prodotto che porta ad uno scompenso economico, inevitabilmente questo può comportare il disimpegno dal campionato. Noi quest’anno utilizzeremo gli stessi strumenti di rifornimento della passata stagione. Per quanto riguarda gli pneumatici, il ragionamento è il medesimo. Nel 2021 siamo partiti con Dunlop e abbiamo concluso con Michelin, azienda con la quale stavamo portando avanti un discorso di collaborazione tecnica che poteva portarci anche vantaggi economici. Con questa nuova regola, di fatto la nostra squadra ha dovuto abbandonare il progetto. Tornando al sistema unico di rifornimento, lo dico già. Per il 2023, di fatto sarò obbligato da regolamento a dover investire migliaia di euro per questo sistema. Considerando le difficoltà derivanti da un biennio difficile per tutti, non so se AvioBike potrà permettersi di affrontare delle spese non in programma. Questa non è l’analisi di un appassionato, ma di un amministratore d’azienda. Peccato perché l’Endurance è un campionato meraviglioso che, finora, ha sempre funzionato senza troppe limitazioni. Capisco tuttavia l’organizzatore che fa fatica a tenere in piedi il gioco. Devono affrontare delle problematiche economiche ed organizzative, pertanto sono costretti ad intraprendere delle collaborazioni che possano generar loro del supporto economico“.

Parlando della tua esperienza nel Mondiale Endurance, si può dire che Estoril ti ha riservato il ricordo più bello con il podio del 2020 ed il più brutto, ripensando all’infortunio dello scorso anno?

Sì, Estoril in due anni mi ha lasciato un ricordo bellissimo ed uno bruttissimo. Il podio del 2020 è stato meraviglioso. Ho corso da infortunato in seguito ad una caduta nella giornata di test martedì, tanto che l’indomani ero fermamente convinto di non poter correre. Mi ero fatto forza nonostante una brutta contusione all’anca: non riuscivo ad appoggiare bene la gamba, ma per qualche strana ragione quando ero in sella avvertivo sì dolore, ma molto meno. Ho disputato una 12 ore di tutto rispetto ed è arrivata questa gioia del secondo posto di classe Superstock. Purtroppo Estoril lo scorso anno mi ha lasciato l’amaro in bocca per una caduta dovuta ad un guasto tecnico dove mi sono fatto molto bene. Mi ero preparato bene e stavo andando forte… Doveva essere la mia ultima gara in carriera, ma per ironia della sorte non è andata così. Mi resta questo rimpianto: avrei voluto appendere il casco al chiodo tagliando il traguardo in una gara del Mondiale Endurance. Adesso sono guarito abbastanza bene e ho preso le redini della squadra a 360°, tenendo in ogni caso un piedino sulle pedane per qualche giro di pista da riserva soprattutto sui tracciati nuovi, Spa in primis“.

Da Team Manager, per il tuo team AvioBike resta ancora un sogno da concretizzare nel Mondiale Endurance?

Risposta facile: salire sul gradino più alto del podio con la mia squadra. So che è difficile perché il livello è sempre più alto, ma il mio “avversario italiano” della specialità, ovvero il team No Limits, mi ha fatto capire che una piccola squadra può ambire, con il lavoro e preparazione, a risultati importanti. Penso sempre a quanto siano stati bravi, Moreno (Codeluppi), in primis. Pertanto… perché no? Per noi sarebbe coronare un sogno: una piccola squadra di Provincia, bella organizzata e bella da vedere, vincente. Rimaniamo con i piedi per terra, ma già in questi anni nonostante svariate problematiche ci siamo tolti qualche sassolino dalla scarpa. Continuiamo su questa strada, lavorando per concretizzare questo sogno“.

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