1 Ottobre 2020

Suzuki SERT: 16° mondiale Endurance, il titolo della rivoluzione

Per la 16^ volta la Suzuki SERT è Campione del Mondo Endurance, ma è il primo titolo del nuovo corso: 1.491 giorni dopo Oschersleben 2016 tutto (o quasi) è cambiato.

SERT

Quattro anni senza titoli per la squadra regina delle corse motociclistiche di durata sono tanti. Troppi, eccessivi, quasi senza precedenti. Un digiuno lungo 1.491 giorni dall’ultima festa mondiale vissuta ad Oschersleben 2016, ma con tutte le ragioni e spiegazioni del caso. In questo quadriennio la Suzuki SERT ha vissuto momenti difficili, tormentati, persino drammatici. Perdite dolorose, rivoluzioni interne, cambiando l’organigramma e persino la propria base operativa. In ambienti Endurance si dice che non è più la SERT di un tempo. “Quella” SERT, nello specifico, capace di mietere successi a profusione, spaventando ancor prima dell’accensione dei motori la concorrenza. D’altronde, non potrebbe essere altrimenti: quella squadra non c’è più. Con l’eredità di una storia leggendaria e senza eguali, oggi il Suzuki Endurance Racing Team è tornato a vincere. Il tutto in seguito ad una rivoluzione interna, con un nuovo corso che, al primo colpo, ha avuto il merito non sbagliare. Riportando quel titolo “a casa”, tornando ad essere i numeri 1.

GENESI

Per chi non segue abitualmente le competizioni motociclistiche di resistenza, la Suzuki SERT di fatto è la “Ferrari dell’Endurance“. Per palmares, per il semplice fatto di esserci sempre stata. La squadra nasce nel 1980 parallelamente all’istituzione del primo campionato del mondo di specialità. Dominique Meliand, apprezzatissimo meccanico nella seconda metà degli anni ’70, ad un certo punto aveva seriamente preso in considerazione l’idea di smettere. Sconvolto dalla prematura scomparsa del suo migliore amico in un fatale incidente, Meliand aveva messo in discussione le sue certezze. Mesi di ripensamenti, fino alla decisione di continuare e di mettersi in proprio con una struttura in grado, a sorpresa, di vincere l’edizione 1980 del Bol d’Or con una Suzuki privata.

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La Suzuki SERT al Bol d’Or 1980

Un successo che aveva catalizzato l’attenzione dei piani alti della casa madre tanto da offrirgli, al termine del 1980, l’investitura di team di riferimento Suzuki nell’Endurance. Una proposta irrinunciabile, ma che Meliand accettò solo dopo diversi mesi di trattative, un iniziale rifiuto ed una condizione: le decisioni operative spettavano a lui. Nessuna influenza esterna, nessun compromesso in pista e nell’organizzazione della struttura. Così è nata la SERT, acronimo di Suzuki Endurance Racing Team, mantenendo inalterata per 40 stagioni consecutive la propria filosofia, con sempre “Le Chef” al timone di comando.

15 MONDIALI

Di 40 anni sotto la gestione di Meliand, la SERT in ben 15 la SERT si è assicurata il titolo iridato, da combinare ad altri 3 successi mondiali (tra Master of Endurance e Coppa del Mondo) al di fuori del contesto FIM. Titoli, ma anche trofei: 16 Bol d’Or, 9 edizioni della 24 ore di Le Mans, persino una 8 ore di Suzuka nel 1983 in qualità di unica squadra europea a tutti gli effetti a vincere la “gara delle gare”. SERT pigliatutto fino al 2016, con l’ultimo hurrà mondiale festeggiato per 1 solo punto alla 8 ore di Oschersleben con Vincent Philippe, Etienne Masson ed Anthony Delhalle in sella.

QUADRIENNIO DRAMMATICO

A quel trionfo nel mese di agosto seguì a settembre l’affermazione al Bol d’Or, atto inaugurale della stagione 2016/2017. Per quattro anni, quella era stata l’ultima vittoria della SERT. Da quel trionfo, seguirono 4 anni difficili. Drammatici, sul piano sportivo, ma soprattutto su quello personale. Il 9 marzo 2017 Anthony Delhalle, diventato di fatto il “capitano” dell’equipaggio titolare, perse la vita in un fatale incidente a Nogaro. Nel medesimo periodo Dominique Meliand si sottopose ad un delicato intervento cardiovascolare, saltando di fatto una stagione delegando il tutto a Dominique Hebrard, oggi parte della Commissione Endurance FIM. Senza due punti di riferimento, lo squadrone Suzuki non sembrava più lo stesso: ritiri per problemi tecnici, errori di strategia, lontani dagli standard abituali di competitività.

SUZUKA 2019

Il 2019 per la Suzuki SERT doveva e poteva essere l’anno della rinascita. L’ultimo con Dominique Meliand da Team Manager prima di godersi la meritata pensione, l’ultimo prima della rivoluzione interna. Per onorare quest’ultima stagione con “Le Chef” direttore d’orchestra, la SERT era arrivata ad un passo dal riconquistare il titolo iridato, sfumato nell’incredibile finale di Suzuka.

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La rottura del motore alla 8 ore di Suzuka 2019

Con il mondiale ormai in saccoccia, la celebre fumata e conseguente ritiro a 344 secondi dal termine di una stagione lunga 72 ore. Motore KO, addio ai sogni di gloria e, per Meliand, un nuovo colpo al cuore già di per se debole. Un epilogo amaro dopo 40 anni di successi, una storia irripetibile, ma con la consapevolezza che l’Endurance è anche questo.

RIVOLUZIONE

Esattamente 4 giorni dopo questa delusione-mondiale, la Suzuki SERT passò di mano. Dal 1 agosto 2019 Damien Saulnier, artefice dei successi sportivi e della splendida realtà scolastica dello Junior Team LMS, ha preso “le chiavi” della SERT. Ritenuto una figura di garanzia da parte della casa madre, Saulnier in poco tempo cambiò molto all’interno della struttura, con un nuovo staff tecnico e ancor più. La SERT e lo Junior Team LMS, secondo programmi, convivono adesso sotto lo stesso tetto nella zona dell’ex Istituto dell’Automobile, nello specifico al complesso del Technoparc di Le Mans.

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Foto di gruppo della nuova SERT al Bol d’Or 2019

Una rivoluzione caldeggiata dalla stessa casa madre, tanto che per la stagione 2019/2020 è stato incrementato il budget, con un maggior seguito di tecnici ed ingegneri del Sol Levante. Yoshimura e Suzuki Japan erano già presenti ai Pré-Test del Bol d’Or con ben 5 propri rappresentanti più Yohei Kato, team manager e responsabile Yoshimura Suzuki, nipote del leggendario Pop Yoshimura.

STAGIONE TRIONFALE

Al battesimo del nuovo (rivoluzionario) corso, la SERT tornò alla vittoria al Bol d’Or 2019. Con il successivo quinto posto a Sepang ed il terzo gradino del podio alla 24 ore di Le Mans, la GSX-R 1000 #2 si è presentata ad Estoril per il round conclusivo con un tesoretto di punti da amministrare sui più diretti inseguitori. Nonostante il palesarsi dei fantasmi del passato, con due soste impreviste dovute ad un… bullone difettoso (!), il Suzuki Endurance Racing Team è tornato sul tetto del mondo. Il primo titolo in 4 anni, il primo per la nuova gestione, il sedicesimo della propria storia.

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Festa mondiale alla 12 ore di Estoril

Per Etienne Masson, indiscusso leader dell’equipaggio titolare, si tratta del terzo in carriera dopo il biennio 2015-2016. Il primo invece per Gregg Black, mentre la regolamentazione vigente NON riconosce Xavier Simeon a titolo individuale la conquista del titolo, non avendo disputato almeno il 75 % delle gare del calendario (ergo almeno 3 di 4) con la stessa squadra, subentrando soltanto da Le Mans al 10 volte iridato Vincent Philippe. Nell’Endurance si vince e si perde insieme e, indiscutibilmente, tutti hanno contribuito a questo atteso ritorno sul trono della specialità della Suzuki SERT. Come sempre nelle corse “Vincere è difficile, ripetersi lo è ancora di più“. Lo sa bene Damien Saulnier ed è già al lavoro per questo. Intanto, il 17-18 aprile prossimi alla 24 ore di Le Mans che aprirà la stagione 2021, la GSX-R 1000 della SERT tornerà a sfoggiare il #1 sul cupolino…

IL PALMARES DELLA SUZUKI SERT

16 titoli mondiali Endurance (1983, 1987, 1988, 1997, 1999, 2005, 2006, 2007, 2008, 2010, 2011, 2012, 2013, 2015, 2016, 2019/2020)

56 vittorie nel Mondiale Endurance (più 9 del Masters of Endurance)

1 Coppa del Mondo Endurance (2001)

2 Master of Endurance (2002, 2003)

17 Bol d’Or (1980, 1984, 1993, 1998, 1999, 2000, 2001, 2002, 2003, 2004, 2005, 2006, 2008, 2009, 2010, 2011, 2016, 2019)

9 successi alla 24 ore di Le Mans (1982, 1997, 2002, 2003, 2004, 2007, 2008, 2014, 2015)

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