14 Maggio 2020

Christian Gamarino a Box18: “Dell’Endurance non ne posso fare a meno”

Ospite di Box18, Christian Gamarino parla del suo presente e futuro di carriera tra Mondiale Endurance FIM EWC e National Trophy 1000.

Christian Gamarino

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Contendente al titolo europeo Superstock 600 2013 con trascorsi da top-10 di campionato del Mondiale Supersport, Christian Gamarino dal 2018 è presenza fissa del Mondiale Endurance FIM EWC. Attuale portacolori del Team 33 Coyote Louit Moto Kawasaki, i piani di “Gama” per questo 2020 prevedono anche l’impegno nel National Trophy 1000 con il team NB Racing Technology. Ospite dell’ultima puntata di Box18, il live format di Corsedimoto.com disponibile sulla pagina Facebook, il 25enne pilota ligure ha parlato delle sue prospettive di carriera, ma anche di come ha vissuto questo periodo di emergenza COVID-19.

LOCKDOWN

Sono un ragazzo che si adatta molto facilmente alle situazioni. Per quanto concerne gli allenamenti, mi sono attrezzato predisponendo una piccola palestra in solaio, così posso allenarmi tutti i giorni. Da studente universitario non ci sono stati particolari cambiamenti, in quanto posso seguire le lezioni online. Scendere in pista? Nei giorni scorsi ho ricevuto la mail della FMI che ho la possibilità, da pilota di interesse nazionale, di poter provare su qualche tracciato. Pensavo fosse possibile andar fuori dalla mia regione (Liguria, ndr), ma in realtà non è così. Nella sfortuna, sono stato fortunato lo scorso mese di marzo. Giusto il weekend antecedente il “lockdown” ho effettuato il primo test con il mio nuovo team del National Trophy, NB Racing Technology, a Racalmuto. La moto mi è piaciuta, con la squadra ci siamo trovati bene ed eravamo impazienti di iniziare la stagione, peccato adesso dover attendere qualche mese. Spero si ripartirà con le gare per le date attualmente previste, ovvero con il National Trophy a luglio e con il Mondiale Endurance ad agosto con la 24 ore di Le Mans.

DEBUTTO NELL’ENDURANCE

Correre nell’Endurance è stata un’occasione. Prima del debutto ci pensavo da tempo a prender parte a questo genere di gare, ero molto incuriosito da questa specialità. Conosco bene Canepa e me ne ha parlato con entusiasmo, anche per il seguito in crescendo e per il pubblico presente. Fino al 2017 non ho avuto la possibilità di correrci, poi nel 2018, una volta sfumata la chance nel Mondiale Superbike, ho iniziato a parlare con diverse squadre e si è concretizzata l’opportunità con il team No Limits. Sono stato fortunato perché mi sono trovato bene e mi hanno permesso di conoscere un mondo fantastico: oggi dell’Endurance non ne posso fare a meno!

LA PRIMA 24 ORE

Per certi versi l’approccio alla mia prima 24 ore di Le Mans è stato un po’… traumatico! Sono partito e, nell’Endurance, chi prende parte allo start deve restare un’ora in tuta prima della partenza ed affrontare il primo stint di gara, sostanzialmente sempre di un’ora. L’adrenalina si avverte, anche in virtù della grande partecipazione di pubblico, ma dopo che fai 1, 2, 3 stint, intorno alle 21:00 ero.. demolito! Pensavo tra me e me “Non ce la farò mai!”. Poi mi sono ripreso e, nel turno di mezzanotte, sono rientrato in pista con tanta energia ed è andata tutto bene. Direi che “sono sopravvissuto”, ma è stata un’esperienza fantastica, come lo è ad ogni 24 ore che si porta a termine. Fai tanta fatica, ma l’indomani vorresti correre immediatamente un’altra 24 ore!

STAGIONE EWC 2019/2020

A partire da questa stagione sono passato al Team 33 Coyote Louit Moto Kawasaki e, nei primi due round, siamo stati molto veloci, ma non altrettanto fortunati. Se vogliamo, anche questo è un po’ il bello dell’Endurance. Nelle gare sprint se fai la pole con 1″ di vantaggio sul resto del gruppo sai che, a meno di imprevisti, vincerai quasi sicuramente la gara. Nell’Endurance invece non puoi mai essere sicuro di nulla perché può succedere di tutti. Al Bol d’Or eravamo molto fiduciosi: abbiamo conquistato la pole, avevamo un gran passo, bastava non commettere errori. Purtroppo alla seconda ora di gara un mio compagno di squadra (Enzo Boulom, ndr) è caduto ed è stato un disastro: forcellone, serbatoio, elettronica, abbiamo trascorso mezz’ora ai box per tutte le riparazioni. A quel punto era difficile recuperare, a maggior ragione in una gara accorciata da 24 a 12 ore. Nella mattinata io e Kevin (Manfredi) eravamo molto più veloce degli altri, pertanto potevamo ottenere un gran bel risultato. Adesso in campionato si fa dura. Noi puntiamo a vincere, ma con tanti punti da recuperare sarà difficile se non saranno gli altri ad accusare un po’ di sfortuna. Cercheremo di fare del nostro meglio, di vincere le restanti due gare e di ottenere quantomeno la top-3 di campionato.

FUTURO

L’Endurance è una bella opportunità di carriera, ma so che al giorno d’oggi le situazioni cambiano di continuo, pertanto valuto il da farsi di anno in anno. Nel FIM EWC ho trovato una bella dimensione. Ho visto tanto seguito, tanto impegno e professionalità da parte dei team e anche da un punto di vista economico qui si corre da professionisti, pagati dai team. Se le corse sono la tua principale occupazione, l’aspetto economico non può passare in secondo piano.

TITOLO SFIORATO NELL’EUROPEO STK600

Il 2013 è stato un anno da ricordare. Eravamo molto veloci e ci siamo giocati il titolo europeo Superstock 600 fino all’ultimo con Morbidelli e Nocco. Come talento forse spiccava più quello di Alessandro, mentre io e Franco eravamo molto simili. Opportunità Moto2? Mi sarebbe piaciuto, ma non ho avuto questa possibilità. Il Team Go Eleven credeva fortemente in me e, da parte mia, mi sono trovato benissimo con loro. Ero giovane, non avevo la capacità di scegliere o di prevedere il futuro, inoltre Gianni Ramello era il mio manager oltre che il titolare del team. Con loro mi sono sentito sempre a casa e, ancora oggi, gli voglio un gran bene perché senza di loro non sarei arrivato dove sono. Mi avevano preso da giovanissimo nella 125 SP, portandomi all’Europeo Superstock 600 e, successivamente, per tre anni nel Mondiale Supersport. Non ce l’avrei mai fatta economicamente. Per correre in Moto2 lo scoglio è quello economico: mi sarebbe piaciuto provare, ma non avevo sponsor…

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