26 Luglio 2009

8h Suzuka: trionfa Yoshimura Suzuki, fallimento Honda

Sul podio anche la Kawasaki

La 8 ore di Suzuka è tradizione, investimenti, storia, strategia soprattutto. Capita così che negli ultimi tre anni il pronostico della vigilia viene sovvertito in gara, dove il non commettere errori, guardare con attenzione all’evolversi delle condizioni metereologiche giocano un aspetto fondamentale nella definizione dei valori in campo. La 32° edizione della gara più importante del motociclismo giapponese premia così il team Yoshimura Suzuki, in grado di ripetersi dopo il successo del 2007. A suo tempo era una vittoria “storica” con la coppia Kagayama/Akiyoshi, in grado di fermare un decennale dominio Honda: questa volta è bastato guardare all’insù scrutando i nuvoloni minacciosi, consigliare ai piloti di non prendersi rischi inutili, anticipando soste ai box per il cambio gomme. Ben sei distinti acquazzoni, infatti, si sono contati nel corso della 8 ore, la più imprevedibile degli ultimi anni. Il trionfo Yoshimura Suzuki, con la GSX-R 1000 K9 #12 sponsorizzata Jomo, è stato il frutto di un meticoloso lavoro durato un paio di mesi, a costo della prestazione assoluta, a costo di rivedere in corsa i propri piani. Non è un caso che proprio nel weekend si è deciso di “promuovere” Nobuatsu Aoki a pilota titolare: l’ex pilota della MotoGP/500 era stato ingaggiato inizialmente come “riserva”, ma è poi risultato decisivo nel suggerire a Daisaku Sakai e Kazuki Tokudome il da farsi nei momenti concitati della corsa. I due giovani piloti giapponesi, che non avevano proprio ben figurato ne “L’antipasto” della 300 kilometri lo scorso mese di giugno, hanno seguito le indicazioni di “Nobu” e di tutto il team Yoshimura, che sulla strategia ha costruito il giro di vantaggio che è valso la 8 ore. I piloti hanno eseguito il proprio compito, senza smanie di protagonismo o con l’intento di prevalere l’uno sull’altro. La “squadra” ha vinto, la Suzuki ha bissato il trionfo 2007 nella stagione più difficile, con una chiara riduzione del budget per via della crisi economica: da 2 a 1 sola moto in pista sia alla 8 ore che nel campionato giapponese Superbike. Mezzi ridotti, abbastanza per vincere e rovinare la festa di casa Honda, che vedeva nella maratona endurance come l’occasione giusta per celebrare il 50° anniversario della partecipazione alle competizioni motociclistiche. Kousuke Akiyoshi fuori al primo giro Senza la presenza del team ufficiale HRC, ma in appoggio a tre strutture satellite, è successo un vero e proprio disastro, la cui colpa è da imputare ai piloti a cominciare da Kousuke Akiyoshi, strappato nell’inverno dalla Suzuki (che beffa…), riferimento nello sviluppo della Fireblade. Velocissimo alla 300km, nei test, nelle qualifiche e nella Top 10 Trial, “Aki” ha rovinato tutto cadendo… alla prima curva del primo giro! Scattato davanti a tutti, è scivolato all’avvio per poi cadere di nuovo (!) alla “Spoon” nell’imminenza dell’ingresso in corsia box. Prolungata sosta ai box (20 minuti), gara persa nonostante una rimonta forsennata che dalla 58° posizione ha portato l’equipaggio #1 del F.C.C. TSR Honda in nona posizione, anche grazie ad un Shinichi Itoh che voleva cogliere la quarta vittoria per eguagliare una leggenda come Wayne Gardner. Fuori gioco il team TSR, tutto era nelle mani dell’HARC-PRO, seconda squadra nelle gerarchie Honda, ma comunque davanti nell’All Japan Superbike. Tatsuya Yamaguchi nel corso della prima ora ha preso la leadership, salvo entrare in collisione con un pilota quando stava iniziando a piovere: brutto volo a terra, gara conclusa in 43° posizione. In poche parole, dopo una quarantina di minuti la Honda aveva già perso la possibilità di vincere alla 8 ore. Tatsuya Yamaguchi sfortunato con Honda HARC PRO Il team Sakurai, con mezzi limitati (la propria CBR 1000RR non era a livello tecnico di F.C.C. TSR e HARC-PRO), ha fatto il possibile ma qualche problema ha condotto Chojun Kameya e Takumi Takahashi, sostituto dell’infortunato Joshua Brookes, solo sul terzo gradino del podio che, in altre condizioni, sarebbe stato accolto come una vittoria. Non in questa 8 ore, dove festeggiano, con l’assenza di Yamaha, Suzuki e Kawasaki. La casa di Hamamatsu per la vittoria, quella di Akashi per un secondo posto insperato. Senza la partecipazione ufficiale del Team Green, l’onere e onore di portare in pista la Ninja ZX-10R è spettato al team Trick Star Racing, secondo assoluto grazie ad un velocissimo Hitoyasu Izutsu. Vecchia conoscenza del mondiale Superbike proprio con Kawasaki, Izutsu è tornato quest’anno a correre a cinque anni dal suo ritiro dalle competizioni, salvo infortunarsi nella prima prova stagionale della JSB1000 a Tsukuba. Clavicola frattura, rientro proprio nell’avvicinarsi della 8 ore con un risultato insperato grazie anche all’ausilio di Taikeishi a Tsuruta: una storia da raccontare. La partenza della 8 ore di Suzuka 2009 Un’avventura indimenticabile anche per alcune squadre europee, che sono state decisamente protagoniste a Suzuka al cospetto dei “super-team” nipponici. Yamaha Austria ha sfiorato il podio, cogliendo un quarto posto neanche lontanamente immaginabile alla vigilia, completando così una classifica con quattro differenti marchi nelle prime quattro posizioni. La YZF R1 #7 gommata Michelin condotta da Steve Martin, Igor Jerman e Gwen Giabbani ha concretizzato una gara solida senza alcun problema, che ha portato un risultato apprezzabile che conferma il valore di YART legittimando le vittorie alla 24 ore di Le Mans e delle 8 ore di Oschersleben e Albacete, per qualcuno affermazioni giunte “senza avversari”. Tra gli altri team europei undicesimo ha concluso il BK Maco Moto giusto davanti al Phase One, mentre si segnala in 22° posizione Magali Langlois, unica donna in gara. Per la 8 ore l’appuntamento è ora fissato per il prossimo anno quando, secondo quanto detto dagli organizzatori, si cercherà di trovare un weekend non in concomitanza con MotoGP e Superbike, anche se lo “spettro” della prolungata crisi economica non favorirà gli investimenti delle case costruttrici, già presenti in tono minore quest’anno. Coca-Cola Zero Suzuka 8 hours World Endurance Championship Race 2009 Classifica Finale 01- Yoshimura Suzuki with JOMO – Suzuki GSX-R 1000 – Sakai/Tokudome/Aoki – 183 giri in 8h01’59.916 02- Trick Star Racing – Kawasaki ZX 10 – Izutsu/Takeishi/Tsuruta – a 1 giro 03- Honda Dream Sakurai Honda – Honda CBR 1000RR – Takahashi/Kameya – a 1 giro 04- Yamaha Austria Racing Team – Yamaha YZF R1 – Jerman/Martin/Giabbani – a 2 giri 05- Plot Faro Panthera – Suzuki GSX-R 1000 – Deguchi/Teramoto – a 3 giri 06- Beet Racing – Kawasaki ZX 10R – Nishijima/Hasegawa/Karita – a 4 giri 07- Weider D.D. Boys with A-Style – Honda CBR 1000RR – Kodama/Tsuda – a 4 giri 08- Team Plus One & TSR – Honda CBR 1000RR – Iwata/Sugai/Watanabe – a 4 giri 09- F.C.C. TSR Honda – Honda CBR 1000RR – Akiyoshi/Itoh/Teshima – a 5 giri 10- Teluru Honeybee Racing – Honda CBR 1000RR – Noda/Sekiguchi – a 5 giri 11- BK Maco Moto Racing Team – Yamaha YZF R1 – Ribalta/Pridmore – a 7 giri 12- Phase One Endurance – Yamaha YZF R1 – Vallcaneras/Gowland/Cudlin – a 7 giri 13- Team Etching Factory 15 – Yamaha YZF R1 – Takemi/Usami/Adachi – a 8 giri 14- Honda Escargot & PGR – Honda CBR 1000RR – Kuboyama/Nakatsuhara – a 8 giri 15- Honda Dream Wakayama – Honda CBR 1000RR – Ouchida/Yuzaki – a 10 giri 16- Gagner H.M.F – Suzuki GSX-R 1000 – Takamiya/Takahashi/Suma – a 10 giri 17- Honda Ryokuyoukai Kumamoto Racing – Honda CBR 1000RR – Yoshida/Iida/Noyori – a 12 giri 18- Honda EG Racing – Honda CBR 1000RR – Kuribayashi/Hondo – a 12 giri 19- Team N.K.B – Honda CBR 1000RR – Takada/Harada – a 12 giri 20- Team 38 PS-K – Kawasaki ZX 10R – Yamashita/Miyauchi – a 13 giri 21- Honda Technical College – Honda CBR 1000RR – Hamaguchi/Furusawa – a 13 giri 22- Team Frontier Cleverwolf Racing – Yamaha YZF R1 – Langlois/Saito/Fukami – a 13 giri 23- Team Garage Complete with Craft – Honda CBR 1000RR – Nakayama/Minoda/Yamada – a 14 giri 24- Yamashina Kawasaki & Business Ralliart – Kawasaki ZX 10R – Mizusawa/Yamasaki – a 14 giri 25- Rockstar Battle & I Love Cafe – Honda CBR 1000RR – Kirii/Shimoji – a 14 giri Alessio Piana

Lascia un commento