11 Gennaio 2020

Dakar 2020: Tappa 7, si riparte con la speciale più lunga

Dopo la giornata di riposo, prende il via la seconda parte della Dakar 2020. Motociclisti verso la speciale più lunga, Ricky Brabec l'uomo da battere.

dakar 2020

Dopo una giornata di riposo, i piloti tornano in azione per la seconda parte della Dakar 2020. Si parte da Riyadh, sede della tappa ‘libera’, per arrivare a Wadi Al Dawasir. Da percorrere in totale un tratto di 741 km, ben 546 km di speciale: una ripartenza impegnativa, visto si tratta del percorso cronometrato più lungo di questa edizione del Rally Raid. Ricky Brabec ricomincia da leader in classifica generale con un margine di oltre 20 minuti sui primi inseguitori. Come però abbiamo visto finora, la Dakar in Arabia Saudita si sta rivelando spesso ricca di imprevisti. Ricordiamo che sul canale 20 de4l digitale terrestre verranno trasmessi gli highlights delle tappe appena concluse: appuntamento ogni giorno qualche minuto prima delle 19.

IL PERCORSO 

Come anticipato, i motociclisti dovranno percorrere 546 km di speciale tra Riyadh e Wadi Al Dawasir, dopo un tratto di 195 km. Oltre a questa difficoltà, i ragazzi al via troveranno un paesaggio piuttosto variegato. Sabbia, tanta sabbia in questo tratto, ovvero un buon 56%, assieme ad un 28% di dune ed un 13% di terra. Una volta di più, un percorso completamente offroad, con piloti e mezzi spesso al limite. Una ripartenza impegnativa, che apre così la seconda parte di questa prima Dakar arabica.

DOVE ERAVAMO RIMASTI 

Ricky Brabec ha chiuso la prima parte della competizione con due vittorie di tappa e la leadership provvisoria. Il pilota Monster Energy Honda è infatti determinato a diventare il primo statunitense a vincere la categoria moto, ma i piedi rimangono ben piantati per terra. Da dire che finora ha mantenuto costantemente un’ottima competitività, che gli ha permesso di arrivare alla vigilia della settima tappa con una ventina di minuti di vantaggio su Pablo Quintanilla (Husqvarna) e Toby Price (KTM), i primi inseguitori. Il primo è arrivato a Riyadh con una fastidiosa tendinite, il secondo si è fatto ‘prestare’ una ruota da Andrew Short per riuscire a concludere la sesta tappa.

Truppa Honda che sta vedendo ottime prestazioni anche da parte di José Ignacio Cornejo, che è riuscito a conquistare la sua prima vittoria di tappa in questa edizione. Joan Barreda invece è partito più in sordina, ma è riuscito a chiudere sul podio prima della pausa. Purtroppo ha perso più di tre ore Kevin Benavides: un guaio al motore a 40 km dalla fine della sesta tappa l’ha bloccato, finché qualcuno non si è fermato per trainarlo fino al traguardo. Difficile ora fare sogni di gloria, a meno che non ci siano grossi imprevisti per i rivali.

In KTM, il campione in carica Toby Price ha perso tanto tempo nell’ultima tappa per un guaio ad una gomma, mentre Matthias Walkner è reduce da un podio, pur arrivando al settimo round con un ritardo di oltre 30 minuti. Sfortunato Ross Branch (BAS Dakar KTM), che si stava ben comportando in questa prima parte della competizione. Ha chiuso l’ultima tappa con un gran ritardo ed in maniera piuttosto fortunosa, visto che ne ha disputato tanti chilometri con un vistoso buco su una ruota. Le classifiche

GLI ITALIANI DOPO SEI TAPPE

I nostri portacolori sono ancora tutti in azione dopo la prima parte di Dakar. I migliori sono i due alfieri del team Solarys Racing. Maurizio Gerini è 20° in classifica generale a 2h 38′ dal leader, seguito da Jacopo Cerutti a 2h 52′. Alessandro Barbero (‘Original by Motul’) occupa il 57° posto con un ritardo di 9h 45′, c’è poi Fabio Fasola 62° a 10h 22′, Alberto Bertoldi (‘Original by Motul’) è 82° a poco meno di 13h. Cesare Zacchetti e Mirko Pavan (entrambi ‘Original by Motul’) sono rispettivamente 84° e 85° con circa 14h di distacco, Francesco Catanese è 96° a 17h 16′, mentre Matteo Olivetto (‘Original by Motul’) è 105° a poco più di 23h.

 

ABBANDONI 

Dei 144 partenti, sono 108 i piloti che ancora si mantengono in gara. Non tutti si sono però ritirati definitivamente, ma gareggiano con altre tipologie. Citiamo ad esempio Daniel Albero Puig, l’anno scorso il primo pilota diabetico alla Dakar, che stavolta vuole arrivare all’ultima tappa. Oppure Harith Noah Koitha, il rookie che vuole diventare il terzo pilota indiano a concludere questa difficile competizione. Entrambi hanno riportato problemi meccanici importanti alle proprie moto, con conseguenti gravi ritardi, ma sono ancora in azione (anche se fuori classifica) grazie alla formula Dakar Experience.

Tra i ritiri definitivi, ne contiamo alcuni di importanti. Due erano gli uomini di punta del team factory Yamaha, Adrien Van Beveren e Xavier De Soultrait. Entrambi protagonisti di incidenti, hanno riportato rispettivamente una clavicola fratturata ed una lesione ad una mano. C’è poi il campione 2017 Sam Sunderland, KO durante la sesta tappa per un volo che gli ha lasciato scapola e cinque costole fratturate. Tra cadute, problemi meccanici o di carburante, infortuni di vario tipo (comprese anche commozioni cerebrali), quella in Arabia Saudita si sta rivelando una Dakar davvero selettiva.

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