22 Settembre 2011

BSB: secondo atto dello Showdown con Hopkins leader

Rincorsa al vertice per Hill e Byrne, riscatto Kiyonari?

Da pilota bollito (pardon, finito) a prima scelta per diverse squadre della MotoGP in prospettiva 2012. In più, ed è la cosa più importante in questo momento, capo-classifica del British Superbike 2011 con il primo di tre eventi dello “Showdown” già andato in archivio. John Hopkins, meritevole leader del campionato, si presenterà questo fine settimana con il chiaro intento di riconfermarsi al vertice della principale serie motociclistica nazionale del pianeta guadagnando punti “pesanti” per il traguardo finale. A Donington Park, contro tutti i pronostici, contro anche un recente infortunio (assente a Cadwell Park) e conseguente operazione, ha stupito tutti mettendo a segno una doppietta quasi senza discussioni. Il dolore alla mano destra si è fatto sentire, ma il buon “Hopper” ha stretto i denti domando la Suzuki GSX-R 1000 preparata dal Crescent come pochi in questo momento riescono a fare. Con Gara 2 è arrivata la quarta vittoria stagionale, la prima doppietta nel BSB (ed in carriera: non gli era mai successo nei suoi trascorsi oltreoceano) ed il comando della classifica acquisito passando da -12 a +3 nei confronti di Tommy Hill. Una prestazione da applausi per un John Hopkins che soltanto 12 mesi or sono, dopo aver consultato tre specialisti per curare il polso destro martoriato dagli infortuni, stava prendendo seriamente l’ipotesi di appendere il casco al chiodo. Per fortuna ha incontrato a San Diego un chirurgo dalle “mani magiche” che gli ha salvato la carriera, consentendogli di tornare protagonista tra BSB e comparsate in MotoGP e World Superbike da wild card. Purtroppo per il californiano gli “acciacchi” restano sempre d’attualità, tanto da tornare in madrepatria per una nuova operazione destinata a risolvere definitivamente il problema al dito medio della mano destra fratturato in occasione della MotoGP a Brno. Hopkins è convinto di presentarsi al 100 % della forma fisica questo fine settimana a Silverstone anche perchè, sulla carta, è lui il grande favorito. Basta ripensare alla wild card nel WSBK, dove con la stessa moto e team ha conquistato la Superpole con annesso record della pista ed una top-5 in Gara 2, abbastanza per metter in crisi volti blasonati della serie iridata.. Con queste premesse e con un set-up ideale già trovato inevitabilmente Hopkins punterà a ricoprire la carica di “lepre” del secondo evento dello Showdown 2011, cercando di ampliare il proprio margine di vantaggio su Tommy Hill e gli altri contendenti al titolo in vista del gran finale di Brands Hatch, tracciato dove la concorrenza è particolarmente agguerrita ripensando alle precedenti uscite di aprile (circuito “Indy”) e agosto (tracciato “Grand Prix”). Proprio Hill in questo momento sembra esser l’unico credibile avversario di Hopkins. Come il suo rivale, anche il portabandiera Swan Yamaha vanta una pole a Silverstone nel mondiale da wild card (nel 2006 sotto il diluvio con il team Virgin Yamaha di Rob McElnea), particolare coincidenza che accomuna i due fuggitivi del campionato. Hill, 7 vittorie conseguite in questa stagione, dispone di una Yamaha YZF R1 ufficiale (stesso “pacchetto” e banca dati del Yamaha World Superbike Team), abbastanza per ambire alla vittoria finale a patto di risolvere il suo storico tallone d’achille: saper reggere la pressione. Il precedente del 2010, suo malgrado, non è certo dei migliori… Non è invece nel miglior momento Shane Byrne, ma non per proprie colpe. Il team HM Plant Honda, dopo uno strepitoso inizio di campionato, sembra aver perso un pò la bussola: problemi di messa a punto, diversi guasti in gara, non si riesce a trovare un modo per sfruttare le Pirelli di nuova concezione riproponendo quel “morbo del chattering” che rende inguidabile la Fireblade nero-arancio. In più per “Shakey” ci si è messa pure la sfortuna, con quell’incidente al via di Gara 2 a Donington Park (grazie Michael Laverty!) che proprio non ci voleva. Magra consolazione la super-rimonta dalla 26° all’8° posizione finale con lo svantaggio contenuto a 25 punti ed un dato importante: con il sistema tradizionale di punteggio (esclusi i Podium Credits, semplice somma dei punti conseguiti nei 10 round sin qui disputati) sarebbe in testa con 321 punti contro i 316 di Tommy Hill ed i 281 (!!) di John Hopkins. Insomma, lo Showdown non è proprio il massimo da un punto di vista dei meriti sportivi, ma se non altro consente di tenere aperti i giochi fino all’ultimo round anche per Michael Laverty (Swan Yamaha), un Joshua Brookes in crisi di risultati (e già con il pensiero al 2012, Tourist Trophy e North West 200 comprese) ed un Ryuichi Kiyonari ombra di se stesso. A Donington Park qualche sprazzo velocistico prima di incontrare i soliti problemi dell’ultimo periodo: manca il feeling in sella, manca soprattutto il carattere di un tempo. Che succede al recordman di vittorie e titoli del British Superbike? Un interrogativo destinato a non trovare risposta (“King Kiyo”, nel bene e nel male, è sempre un mistero), ben diverso il discorso nel “premio di consolazione” della Riders’ Cup dove Jon Kirkham conduce ora con un buon vantaggio nei confronti di Peter Hickman (rivelazione di questo campionato) e di Michael Rutter, atteso al rientro dopo il brusco stop di Cadwell Park con infortunio alla clavicola e di due coste al seguito. Rivedremo al via del BSB anche Dan Linfoot, nuovo acquisto del Tyco Racing, mentre ci sarà da seguire con curiosità l’evoluzione della Kawasaki preparata secondo la regolamentazione 2012 del team MSS Colchester e condotta da Gary Mason. All’esordio di Donington Park si è fatta notare più che altro per il drammatico crollo di rendimento nella seconda parte di gara: senza aiuti elettronici le gomme ben presto sono sulle tele… In conclusione doveroso spazio alla classe “Evo” con Glen Richards pronto a giocarsi il primo “match point” per il titolo a scapito di Graeme Gowland, vincitore di 7 delle ultime 8 gare disputate, ma con l’assenza forzata dei primi tre round che lo ha escluso dal confronto interno al Team WFR per la vittoria finale del campionato. Alessio Piana

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