20 Aprile 2021

BSB ed i piloti All Japan: una lunga storia…

Da Kagayama a Kiyonari passando per Haga, Watanabe e l'arrivo quest'anno di Mizuno e Takahashi: nel BSB i piloti giapponesi sono di casa...

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Quest’anno il BSB tornerà ad ospitare in griglia non uno, bensì due piloti giapponesi. Entrambi pupilli HRC, Ryo Mizuno e Takumi Takahashi difenderanno i colori Honda Racing UK, ripristinando una lunga storia e tradizione di piloti All Japan al via del più competitivo e spettacolare campionato nazionale Superbike del pianeta. A loro spetterà il compiuto di far risuonare “Kimi ga yo” sul podio, riportando il Giappone ai fasti di un tempo nella serie d’oltremanica.

L’IMPEGNO DELLE CASE COSTRUTTRICI

La partecipazione di tutti (o quasi) i piloti giapponesi finora presentatisi al via del BSB ha un filo in comune: l’impegno delle case costruttrici. La presenza di un loro protetto in griglia di partenza ha sempre certificato l’interesse profuso nel British Superbike da parte di costruttori come Honda, Suzuki e Yamaha. Spesso con risultati di rilievo da parte dei motociclistici nipponici: lo testimonia il loro bottino di 3 titoli e 57 vittorie in 613 gare finora disputate nella storia del campionato.

YUKIO KAGAYAMA IL PRIMO

Il primo pilota giapponese in assoluto a correre nel British Superbike è stato Yukio Kagayama. All’epoca collaudatore Suzuki MotoGP con wild card mondiali all’attivo e presenza fissa del circus All Japan, la casa di Hamamatsu decise di portarlo per la prima volta in Europa nel 2003 con il team Rizla Crescent di Paul Denning, affiancando un comprovato protagonista della serie quale John Reynolds. Kagayama, “garanzia” di un pieno supporto nello sviluppo della GSX-R 1000, non sfigurò affatto al suo debutto classificandosi settimo a fine stagione, vincendo oltretutto 3 gare: doppietta a Rockingham e con la perla del successo in quel di Oulton Park.

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Yukio Kagayama in trionfo ad Oulton Park 2004

Nel 2004, stagione trionfale per Rizla Crescent Suzuki con Reynolds, nonostante un infortunio Kagayama concluse terzo vincendo ulteriori 4 gare, venendo poi promosso al mondiale di categoria per la stagione successiva con Alstare. Yukio tornò nel BSB sempre con Crescent nel 2010, ma non era propriamente lo stesso del biennio 2003-2004. Curiosità: proprio nel British Superbike ha aperto e chiuso la sua carriera nel motociclismo “europeo”, tornando nel 2011 in madrepatria istituendo nell’All Japan il proprio Team Kagayama.

RYUICHI ‘KING KIYO’ KIYONARI

Il motociclista del Sol Levante più rappresentativo e vincente nel BSB non può tuttavia che rispondere al nome di Ryuichi Kiyonari. Nel Regno Unito è diventato “King Kiyo“, scrivendo memorabili pagine di storia della Superbike d’oltremanica. Portato da HRC nel 2004 dopo l’esperienza in MotoGP da sostituto del compianto Daijiro Kato al team Gresini, Kiyonari con la casa dell’ala dorata in pochi anni riuscì a salire sul trono della serie. Impegnato nello sviluppo della nuova CBR 1000RR ufficiale e degli pneumatici Michelin (con mescole e carcasse MotoGP…), esordì nel 2004 con un paio di vittorie, diventate addirittura 12 nel 2005 dove contese a Gregorio Lavilla il titolo. Un successo di campionato conseguito nel biennio 2006-2007 da mattatore sotto le insegne HM Plant Honda, tra l’altro co Jonathan Rea compagno di squadra.

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Ryuichi Kiyonari in trionfo nel 2010

King Kiyo” tornò nel British Superbike 2010 dopo la parentesi mondiale, centrando il terzo titolo nel travolgente finale di stagione disputatosi ad Oulton Park. Da quel momento, per Kiyo si registrò un’altalena prestazionale nella serie. Il difficile 2011 con la “retrocessione” all’ARRC SuperSports 600cc (vinta nel 2012), il ritorno nel 2013 con Samsung Honda, ma senza soddisfazioni. Appiedato dalla Honda, sposò la causa Buildbase Hawk BMW, sfiorando clamorosamente il titolo 2014. Un traguardo sfumato proprio sul più bello complice la frattura alla clavicola rimediata nella finalissima di Brands Hatch. Di fatto quello resta l’ultimo guizzo oltremanica di Kiyonari, al quale seguirono esperienze difficili con Bennetts Halsall Suzuki e Smiths Racing BMW (2016) e persino un occasionale ritorno con Honda ad Oulton Park nel 2018.

LA METEORA ATSUSHI WATANABE

Chi proprio non ha lasciato il segno nel British Superbike è invece Atsushi Watanabe. Fenomenale in madrepatria, ritenuto dalla Suzuki la nuova potenziale star con prospettive persino di MotoGP, dopo successi continui nell’All Japan e prestazioni di rilievo alla 8 ore di Suzuka arrivò al di là della Manica nel 2008 con il team Crescent accanto a Tom Sykes. Le buone premesse e la piena fiducia della casa madre non aiutarono Watanabe, il quale non riuscì proprio ad ambientarsi nel British Superbike a tuttotondo: tipologia di campionato, specifiche regolamentari, stile di vita.

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Atsushi Watanabe a Thruxton nel 2008

Suzuki concesse ad Atsushi un’altra chance nel 2009 con il team TAS Racing e l’inconfondibile GSX-R 1000 vestita con i colori Relentless, ma il bilancio di quel biennio è da mediocrità assoluta. In termini numerici: un settimo posto quale miglior risultato, quattordicesimo e ventottesimo in campionato nelle due stagioni disputate. Watanabe tornò in madrepatria l’anno seguente, salvo scomparire a stretto giro nel circus del motociclismo All Japan. Di fatto, una meteora…

LA PARENTESI DI NORIYUKI HAGA

Nel poker giapponese dai trascorsi nel British Superbike non poteva mancare Noriyuki Haga. Per “Nitronori” i trascorsi oltremanica sono stati per certi versi… traumatici. Lo è stato senza dubbio l’esordio del 2004, occasionalmente da wild card con Renegade Ducati ad Oulton Park, per una presenza-spot parallela al prioritario impegno nel Mondiale. Ai margini della top-10, concluse Gara 1… a fuoco, con la sua 999 in fiamme per un episodio che ha fatto il giro del mondo! (Qui trovate foto e racconto)

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Noriyuki Haga con Swan Yamaha nel 2012

Haga tornò nel 2012 al via del British Superbike con il team Swan Yamaha di Shaun Muir, Campione in carica con Tommy Hill. Una stagione non propriamente esaltante, conquistando 1 solo podio a Brands Hatch e l’ottavo posto in campionato. Tornò sul finale di 2013 addirittura con il team di Paul Bird affiancando Shane Byrne con la seconda Kawasaki, anche in questo caso senza risultati di rilievo: un paio di top-5 e nulla più, congedandosi così dal BSB…

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