8 Settembre 2010

BSB: i sei protagonisti dello Showdown per il titolo 2010

I sei protagonisti della sfida per il British Superbike

Finalmente ci siamo: da questo fine settimana a Croft scatta lo “Showdown” del British Superbike. Novità del 2010, si tratta sostanzialmente di una mossa attuata dal promoter MSVR per tener vivo il campionato, seguendo il format inaugurato nel 2004 dalla NASCAR per la Sprint Cup. La stagione viene suddivisa in due parti: la “Main Season” nei primi 9 round, lo “Showdown” nelle conclusive tre tappe di Croft, Silverstone e Oulton Park (tre gare nel medesimo weekend). Nella prima parte i piloti prendono regolarmente punti per la classifica più addizionali “Podium Credits”: ad ogni gara 3 punti per il 1°, 2 per il 2°, 1 per il 3°. Al termine del nono round i primi sei della classifica vengono tutti portati a 500 punti, ai quali vanno sommati i podium credits raccolti. Il responso è di trovar così sei piloti tutti potenzialmente in corsa per il titolo, scongiurando la possibilità di assistere a fughe in solitaria come accaduto di frequente nell’ultimo triennio ad opera di Kiyonari, Bryne e Camier, con l’inevitabile conseguenza di far calare l’interesse sul BSB. Probabilmente l’idea di Jonathan Palmer e dello staff di MotorSportVision Racing è azzeccata e farà “scuola” anche per altri campionati del globo: il problema che è stata adottata nella stagione più combattuta e spettacolare degli ultimi anni, dove senza lo Showdown alla vigilia di Croft i primi tre piloti si sarebbero presentati racchiusi in soli 6 punti…. Alla fine così è andata ed i sei piloti ammessi rispondono al nome di Ryuichi Kiyonari, Tommy Hill, Joshua Brookes, Michael Rutter, Michael Rutter e Alastair Seeley, che proveremo a scoprir meglio valutando punti di forza e non in previsione dello Showdown. Ryuichi Kiyonari (HM Plant Honda), 1° con 525 punti Semplicemente è “King Kiyo”, non serve dir altro. Ryuichi Kiyonari è il pilota più vincente nella storia del BSB (37 vittorie), due titoli all’attivo, il pilota simbolo della categoria che tutto sommato non aveva nemmeno sfigurato in MotoGP (2003, debutto assoluto al posto del compianto Daijiro Kato, spesso davanti a Nicky Hayden) o nel World Superbike (3 vittorie, 2009 condizionato dai 3 infortuni). Si presenta nello Showdown in testa alla classifica e con grandi chances di portare a tre il numero di campionati vinti, con la certezza di un team che lo conosce (e lo ama, visti i successi…) e di una moto da lui stesso sviluppata anche nella versione stradale nell’estate 2007. Insomma, la quota dei bookie sarebbe bassa per un trionfo di Kiyonari, con l’unico problema derivante… dal suo compagno di squadra: mai come quest’anno sembra accusar molto la rivalità interna, risultando spesso remissivo nei duelli. Soltanto una strategia pre-Showdown? Punti di forza: moto, squadra, conoscenza del “pacchetto”, abitudine a vincere, velocità Punti a sfavore: stagione intensa, ultimamente esce sconfitto dai duelli Tommy Hill (Worx Crescent Suzuki), 2° con 525 punti A metà degli anni Duemila nel BSB, quando ci correvano piloti come Crutchlow, Camier, Rea, Haslam, in molti indicavano in Tommy Hill quale vero astro nascente del motociclismo britannico. Purtroppo per lui correva con una poco competitiva Yamaha caratterizzata dalla livrea Virgin di Rob McElnea, e le strade intraprese successivamente in carriera non hanno portato grandi successi: nel 2008 si è infortunato due volte nel World Supersport, lo scorso anno è stato appiedato a metà stagione dal team Honda Althea. Tornato nel BSB sostituendo per due gare l’infortunato Sylvain Guintoli (e successivamente con Hydrex Honda), si è guadagnato la riconferma per il 2010 con il team ufficiale Crescent Suzuki. Partito a spron battuto con 2 vittorie nelle prime 4 gare, a causa di qualche problema di troppo e di un vistoso calo di rendimento ha perso 51 punti di vantaggio in classifica. Con il team si è seduto attorno ad un tavolo e proprio con lo Showdown in vista ha risolto i problemi “step by step” ritrovando la vittoria a Cadwell Park presentandosi da leader della classifica in coabitazione con Kiyonari. Per il buon Tommy è l’occasione della vita, ma dalla sua avrà una squadra abituata a vincere, un’ottima moto e, se Yukio Kagayama sarà in condizione, un aiuto dal suo compagno di squadra nella messa a punto nei weekend di gara. Attaccante nato, spesso sente la pressione: avrà tre round per smentire questa tesi e vincere il titolo. Punti di forza: grande moto e squadra, determinato, talento indiscutibile Punti a sfavore: è all’occasione della vita, rendimento altalenante, sente la pressione Joshua Brookes (HM Plant Honda), 3° con 524 punti In lotta per il titolo mondiale Supersport, Joshua Brookes nel 2008 decise di lasciare il circus del WSBK per approdare nel BSB firmando con il team HM Plant Honda. Un esordio difficile dove si è creato la nomea del “cattivo”, con gli incidenti nel giro di formazione in griglia con Sylvain Guintoli (con conseguente infortunio) e lo “strike” di Gara 2 a Mallory Park come perle di un 2009 dove ha raccolto soltanto una pole position, diversi podi ed un 4° posto in campionato. Quest’anno Josh ha cambiato radicalmente atteggiamento: si è allenato molto, segue la squadra e ha realizzato un incredibile step velocistico tornando a mostrare il suo limpido talento apprezzato agli inizi di carriera. Brookes corre con il team HM Plant e questa è una garanzia di successi: in più ha già provato su tutti i circuiti in cui si correrà nello “Showdown”. Per molti è il grande favorito per la conquista del titolo, ma l’australiano non dovrà più commetter errori “di foga” e migliorare le partenze, suo punto dolente. Punti di forza: talento, velocissimo, grandi ambizioni, tanti test, la squadra Punti a sfavore: sbaglia spesso, partenze da dimenticare, rivalità interna Michael Rutter (Ridersmotorcycles.com Ducati), 4° con 510 punti Senza Michael Rutter non sarebbe il British Superbike. Presenza fissa della categoria da metà anni ’90, “The Blade” ha vinto tutto in carriera nelle road races (TT escluso, record di successi a Macau, 12 vittorie alla North West 200), ma non è ancora riuscito a vincere il titolo nel BSB pur avendo corso con tutte le moto e squadre di vertice. Tuttavia Rutter quando lo si da per finito ogni volta finisce per rinascere: in quanti quest’anno avrebbero puntato su di lui e sul programma di un concessario (Riders Motorcycles) diventato top-team del BSB? Anche a quasi 40 anni e dopo un 2009 trascorso da nomade con cinque differenti moto, Rutter è lì a giocarsela. Si presenterà nello Showdown con 510 punti frutto della vittoria nell’unica gara di Knockhill ed un rendimento in crescento. La squadra, nata inizialmente per seguire solo Martin Jessopp (figlio del “capo”), ci ha creduto e ha investito nel tentativo di realizzare il sogno-campionato. Rilevate le Ducati 1098R guidate proprio da Rutter nel 2008, sono stati fatti sviluppi di motore ed elettronica, con i risultati che hanno pagato questi sacrifici. L’unico problema è che il buon Michael correrà… da solo: Martin Jessopp è infortunato e, al rientro in pista, difficilmente riuscirà a dare una mano per la corsa al titolo. Punti di forza: esperienza, stagione in crescita, veloce in prova e sul giro singolo Punti a sfavore: moto “vecchia”, squadra a gestione familiare Michael Laverty (Relentless Suzuki by TAS), 5° con 509 punti E’ stato nel 2007 campione britannico Supersport, ma senza dubbio per Michael Laverty questa è la miglior stagione in carriera. Dopo aver girovagato tra America ed Europa in questi anni, Michael è tornato nel BSB grazie al team Relentless Suzuki by TAS: una scelta che aveva sorpreso molti, non avendo esaltanto nelle precedenti esperienze del 2005 e 2006 (Stobart Honda) e 2008 (Relentless Suzuki). Il più esperto dei fratelli Laverty ha però smentito molti, si è rivelato un perfetto uomo-squadra portando sempre punti utili alla causa del team. Sbaglia poco, naviga sempre nella top-5 sfruttando le occasioni a proprio vantaggio come a Oulton Park, quando sotto il diluvio di Gara 2 ha conquistato un successo utile per lo Showdown. Indubbiamente Michael Laverty sa di giocarsi una bella opportunità, ma rispetto alla “Main Season” dovrà obbligatoriamente attaccare senza accontentarsi di un piazzamento giù dal podio: serve un radicale cambio di strategia per provare, se assecondato dalla sua Gixxer, a vincere il campionato. Punti di forza: sua miglior stagione, uomo-squadra, velocissimo sul bagnato, non sbaglia (quasi) mai Punti a sfavore: rendimento in calo nelle ultime gare, resa della sua Suzuki Alastair Seeley (Relentless Suzuki by TAS), 6° con 505 punti E’ l’ultimo pilota ammesso allo Showdown, riuscendoci soltanto nell’ultima manche della “Main Season”, Gara 2 a Cadwell Park. Nordirlandese di 29 anni, Seeley quest’anno è al debutto nel BSB dopo aver vinto tutto quello che c’era da vincere in questi anni: due titoli Superbike irlandesi e altrettanti Supersport tra il 2004 ed il 2006, campione in carica del British Superstock 1000 con il record di 9 vittorie nelle prime 9 gare, battuto soltanto nella gara decisiva per l’assegnazione del titolo a Croft (3°). “The Wizard” successivamente è passato sempre con Relentless Suzuki nel BSB, qualche gara di “apprendistato” nel 2009 con la GSX-R in configurazione “Evo” e “Full Superbike”, 2010 iniziato con il podio all’esordio in Gara 2 a Brands Hatch Indy. Prevedibilmente Alastair Seeley ha commesso qualche errore di troppo che non gli ha pregiudicato la possibilità di battere John Laverty per la corsa allo Showdon, guadagnando 5 utili podium credits anche grazie alla vittoria sul bagnato di Gara 1 a Brands Hatch lo scorso mese di agosto. Seeley spera di chiudere al meglio una stagione indimenticabile, iniziata con la doppietta alla North West 200: vittoria di Gara 2 tra le Superbike (battendo proprio Stuart Easton e John McGuinness), straordinario trionfo nella prima manche tra le Supersport quando, all’ultimo giro, ha passato in un sol colpo alla staccata della Juniper Hill due nomi quali Michael Dunlop e Ian Hutchinson: semplicemente il sorpasso dell’anno. Punti di forza: talento, ruolo di “underdog”, pilota coriaceo e determinato, non molla mai Punti a sfavore: divario tecnico con i rivali, qualche errore di troppo, alti e bassi nel rendimento

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