Troy Corser: “Non pago, per questo non corro in MotoE”
L'australiano due volte iridato Superbike voleva tornare in pista. Ma senza valiga...
A 47 anni Troy Corser aveva voglia di tornare correre. L’asso australiano era convinto che i due titoli Mondiali conquistati in Superbike (1996 con Ducati, 2005 con la Suzuki), nome e fascino del personaggio sarebbero stati il passaporto per trovare posto in MotoE, la serie elettrica che si correrà come contorno a cinque eventi MotoGP. Invece non è bastato: ha trattato con diverse scquadre, ma tutte volevano soldi. Troy, avrebbe potuto permetterselo, con quello che ha guadagnato vivranno da pascià dieci generazioni di Corser: ha gareggiato per due decenni, nell’epoca d’oro della Supebrike, strappando sempre contratti a parecchi zeri, soprattutto da Petronas e BMW. Ha smesso nel 2011 ma anche dopo ha intascato bei gettoni come uomo immagine della Marca tedesca.
SFOGO – Corser si è sfogato con Gunther Wiesinger, decano della MotoGP e direttore dell’online di lingua tedesca Speedweek. “Ho parlato con Ajo, Pons e Gresini, tutti volevano soldi e hanno preso tempo fin quasi alla fine della stagione. Nel fine settimana del GP di Phillip Island, ho ricontattato le tre squadre, ma i posti erano tutti occupati. Fin dall’inizio, ho detto al capo dell’IRTA Mike Trimby e al manager della serie MotoE Nicolas Goubert: “Non pago niente, semmai voglio guadagnare quando corro”. Evidentemente non lo hanno ascoltato…
RABBIA – “Sono deluso da tutti questi rifiuti” continua Mister Crocodile. “Niki Tuuli si è accordato con il team Ajo e sono convinto che porti soldi. Ma questa non è mai stata un’opzione per me. Sono troppo vecchio? Non direi, sono più in forma adesso di quando avevo trent’anni, Sete Gibernau ha firmato con Pons e ha appena un anno meno di me.”
5 commenti
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Caro Troy devi ritenerti fortunato per non essere riuscito ad aderire a una buffonata come la MotoE.
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Con tutto il rispetto largo ai giovani…che poi si debba pagare è comunque uno schifo…
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