23 Novembre 2022

Superbike, Alessio Velini “Oggi sei un campione e domani un somaro”

Alessio Velini lascia di fatto le competizioni e ripercorrere la sua lunga carriera tra Superbike e Supersport

Alessio Velini, Superbike

Pillole di saggezza. Alessio Velini a quarantatré anni lascia di fatto le competizioni. Dal 2023 non farà più un campionato intero ma solo qualche gara spot. Il pilota umbro, per tutti Veleno, è stato per anni tra i protagonisti della Supersport e Superbike. Ultimamente partecipava al National Trophy. Nel momento dell’addio ripercorre con Corsedimoto le tappe più importanti della sua carriera e regala alcuni spunti di riflessione.

“Ho iniziato nel 2000 – racconta Alessio Velini – ho partecipato al Trofeo Esso che all’epoca era un po’ come il National oggi. Andavo alle gare con una R6, una tendina da tre metri per tre ed un meccanico ma ero sempre davanti. Ho lottato per la vittoria del campionato ed alla fine mi sono classificato secondo, il primo secondo posto di una lunga serie. Nello stesso anno ho fatto una wild card nella 600 Sport Production e c’erano tipo 90 iscritti, mi sono classificato sesto ed era un risultato eccezionale. Poi ho fatto tutto il campionato 600 SP e terzo per colpa di una caduta all’ultima gara altrimenti lo avrei vinto. Sono passato all’Europeo 600 Supersport con il Team Italia e sono diventato vice campione europeo, quindi la Stock 1000, la Superbike e di nuovo la Supersport per poi concludere nei campionati nazionali”.

Cosa ti resta di questi anni?

“Dei bellissimi ricordi come la mia prima vittoria nell’ Europeo, a Most. E’ stata l’emozione più bella in assoluto. Mi resta il rammarico per il titolo italiano Supersport andato in fumo nel 2009 contro Pirro. Ero in testa, sono stato tamponato ed addio vittoria del campionato. Quanto mi rode, mamma mia, quanto mi rode ancora oggi! Non ho dormito per diverse notti per quello zero al Mugello”.

E’ stato l’unico dispiacere?

“No, ce ne sono stati anche altri ma la cosa che mi dispiace di più non riguarda solo me ma tanti piloti, sia di ieri che di adesso. Nel motociclismo c’è un po’ d’ignoranza e qualche volta manca la passione. Oggi sei un campione e tutti ti cercano poi tra due mesi sei un somaro e ti mettono da parte. Nessuno nei team si interessa al pilota, si sofferma a pensare, a riflettere, a chiedersi il perché uno va male o bene. I team manager con un passato da piloti sono più sensibili a questo ma chi non ha mai corso molto spesso guarda più al business che a chi sale sulla moto. Se un ragazzo che l’anno prima vinceva all’improvviso non va più un motivo c’è. Bisogna avere un approccio diverso con i piloti, serve più empatia”.

Con chi avevi legato di più degli altri piloti?

“Con Matteo Baiocco ma poi avevo cambiato categoria e ci eravamo persi un po’ di vista. Purtroppo ci si incontra meno e anche le belle amicizie tendono un po’ a scemare. Avevo legato tanto anche con Gianluca Nannelli ai tempi della Stock 1000 in cui eravamo praticamente compagni di squadra anche se io ed Alfonsi facevamo la Stock 1000 con il Team Italia e lui la Supersport con Lorenzini by Leoni. Ecco, quegli anni sono stati molto belli. Vanni Lorenzini aveva una gran squadra, una tra le migliori del paddock della Superbike”.

Dopo?

“Purtroppo non ho avuto la possibilità di gareggiare con squadre all’altezza, in particolare in Superbike. Non mi va di fare nomi, è acqua passata, ma ho un po’ il rimpianto di non aver gareggiato con dei team competitivi, in grado di poter ambire a dei risultati importanti”.

Cosa fai oggi?

“Lavoro nell’azienda di famiglia, ho un mio team e l’anno prossimo farò delle gare per hobby ma quelle che mi ispirano, per il gusto di andare in moto”.

Perche hai deciso di lasciare le competizioni proprio in questo momento?

“Fino a pochi anni fa avevo il fuoco dentro e mi sentivo ancora velocissimo ma superati i quarantun anni mi sono reso progressivamente conto di non essere più quello di un tempo. Sono diventato troppo ragioniere e meno spensierato in pista. Durante l’inverno mi preparerò come se dovessi gareggiare perché quelle poche gare che farò vorrò corrererle al meglio”.

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