9 Gennaio 2023

Superbike: Gianluca Vizziello il ragazzo del sud vuole tornare a correre!

Gianluca Vizziello si racconta: dagli esordi al Mondiale Superbike. Ha raccolto tante soddisfazioni, è fermo da tempo ma ora freme...

Gianluca Vizziello, Superbike

Da Policoro al Mondiale Superbike. Gianluca Vizziello era un ragazzo del sud, nato e cresciuto in paesino della Basilicata. Da bambino giocava al calcio ma suo padre aveva una concessionaria Yamaha e si era appassionato alle due ruote. Ha iniziato così a gareggiare in minimoto, ha vinto un campionato italiano giovanile e nel 2000 è approdato all’ Europeo Superstock. Nel corso della sua carriera ha conquistato ottimi risultati ed ha vinto tante gare anche se ha raccolto meno di quanto avrebbe meritato. Ora ha 42 anni, è fermo dal 2017 per un grave infortunio ma ha voglia di tornare a gareggiare.

“Per me è troppo difficile stare a riposo – racconta Gianluca Vizziello a Corsedimoto – sono super appassionato, ho voglia di correre e di riprovare l’emozione di andare ai 300 chilometri orari. Ora sto pensando di trasferirmi in Emilia Romagna dove vive il mio amico Manuel Puccetti e la mia fidanzata Maria Rosaria. Vorrei partecipare ad un Trofeo: non al CIV perché bisogna essere al top e chiedono anche sacco di soldi. Mi piacerebbe fare un campionatino minore e sono certo di poter raccogliere ancora delle belle soddisfazioni”.

Tornerai in pista già quest’anno?

“No perché non sono in forma ed ho ancora qualche problema fisico. Però dal 2024 farò sicuramente qualcosa e correrò poi a lungo, mi piace troppo ed ho qualche amico che mi può dare una mano. Pensa che ho uno sponsor, la Imperial Life materassi, da quando ho iniziato a correre!”.

Diamo uno sguardo al tuo passato. Quali sono stati i momenti più belli?

“Ce ne sono stati tanti. Ho corso anche alla 8 Ore di Suzuka. Io, ragazzo del sud, sono riuscito a gareggiare nel Mondiale Superbike, a vincere tante gare a livello italiano ed internazionale, a dare la paga ai romagnoli e a quelli del nord in generale. Una volta ho battuto Migliorati a Monza. Ho fatto un giro veloce in una gara del Mondiale Superbike ad Assen e sono andato molto bene anche nel WSSP. Nella Superstock ho dimostrato di essere il più forte e anche nel CIV volavo. Prima delle gare vomitavo per la tensione poi mettevo il casco e non ce n’era per nessuno. L’anno in cui ha fatto secondo in Stock 1000 dietro a Lorenzo Alfonsi avevo perso il titolo solo perché avevo fatto due gare in meno a causa di un infortunio. E infatti Vanni Lorenzini aveva deciso di portarmi poi nel Mondiale Superbike con Yamaha”.

Com’era andata?

La nostra squadra era all’esordio nel WSBK, era privatissima, quell’anno avevano introdotto l’elettronica e c’erano tutti i mostri sacri quindi era difficile ma si sapeva. Quando ero in Superstock tra l’altro mi aveva cercato Francis Batta per farmi correre con Suzuki Alstare ma io ero concessionario Yamaha e non me l’ero sentita di cambiare. Se fossi andato con Suzuki forse le cose sarebbero andate diversamente”.

Hai qualche rimpianto?

“Non rimpiango nulla. Certo, ci sono stato alcuni episodi sfortunati: alcune rotture, delle squalifiche non per causa mia, delle cadute ed è anche fallito un team per cui correvo. Poi il fatto di essere un pilota del sud non mi ha certo aiutato”.

Sei stato vittima di episodi di razzismo?

“Non utilizzerei la parola razzismo perché mi sembra un po’ troppo pesante tuttavia sono stato un po’ discriminato in certe occasioni, questo sì, ed è un dato di fatto. Però sono molto felice di quello che sono riuscito a fare, mi sono divertito molto”.

Com’è la tua vita ora?

“Adesso ho una figlia, Siria, che ha 11 anni ed ho fidanzata che amo. Ora sto cercando un lavoro in Romagna. Gli ultimi anni non sono stati facili per via dell’infortunio di Vallelunga con fratture multiple a tibia e perone ed ancora non sono a cento per cento però tornerò a correre: ne sono certo!”.

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