23 Febbraio 2023

Sofia Torri ragazza da corsa “Ci venivo con papà ora il paddock è casa mia mia”

Sofia Torri è la figlia di Giovanni, socio dello storico Team Scot che vinse il Mondiale con Aoyama. Oggi lavora in Alpinestars

Sofia Torri, MotoGP

Sofia Torri ha 31 anni e da 30 frequenta il paddock della MotoGP Sembra strano ma è realmente così. Figlia di Giovanni Torri, storico dirigente del team Scot, da bambina andava in autodromo con la famiglia. Si è appassionata ai motori senza mai perdere di vista lo studio. Si è laureata e da dieci anni lavora nel motociclismo. Attualmente Sofia Torri è la Project Manager e la responsabile eventi in pista di Alpinestars. E’ impegnata quindi con l’azienda veneta nelle gare di MotoGP ed in tante altre importanti manifestazioni, eccezion fatta per la Formula 1.

“Il paddock è la mia casa – racconta Sofia Torri a Corsedimoto – lì conosco tutti, molti mi hanno vista crescere. Mio padre è stato prima sponsor di Bruno Casanova, poi del team Scot di cui è stato anche socio. Sono stata per la prima volta in circuito nel 1993, a un anno e mezzo. Per alcuni anni sono andata a tutte le gare con mamma, papà e mio fratello. Era un modo per passare un po’ di tempo tutti assieme perché altrimenti mio babbo era sempre impegnatissimo con la sua azienda”.

Con il Team Scot hai vissuto delle emozioni uniche.

“Ci sono stati degli anni stupendi, il 2009 poi è stato incredibile. Era l’ultimo anno della 250 e la Honda aveva già deciso di ritirarsi. La squadra era veramente fantastica, una grande famiglia. Abbiamo vinto il Mondiale con Aoyama all’ultima gara ed è stata una gioia immensa. Avevo 17 anni e non dimenticherò mai quei momenti”.

Hai poi deciso di lavorare nel motociclismo?

“Sì e ho fatto una bella gavetta. Ho iniziato lavorando nell’hospitality del Team Lorenzini. Ci tengo a ringraziare Vanni che a livello professionale è stato veramente come un padre: mi ha aiutato tantissimo in tutto il mio percorso, è stato un vero punto di riferimento. Poi sono stata chiamata da Sandro Carusi e sono stata Team Coordinator della sua squadra. Nel 2015, al mio esordio in questo ruolo, abbiamo subito vinto la prima gara ad Aragon con Roberto Tamburini ed è stato un sogno. Abbiamo poi sfiorato poi la vittoria della Coppa del Mondo STK 1000. E’ stato un anno stupendo. Dopo due anni con Carusi ho lavorato per qualche mese alla Sic58 e lì ho conosciuto Tony Arbolino quindi ho iniziato a collaborare con la GreyhoundRacing, la società che lo gestiva. Dal 2019 lavoro in Alpinestars”.

Hai lasciato la Romagna per trasferirti in Veneto?

“Vado agli eventi ma lavoro anche in azienda quindi mi sono dovuta trasferire. Alpinestars è una palestra straordinaria, estremamente formativa, un’esperienza di vita. Però io sono romagnola e mi manca la mia terra. In futuro vorrei avvicinarmi un po’ a casa, d’altra parte sono nata e cresciuta nella Motor Valley. Vorrei continuare a lavorare nel motociclismo ma senza dover abitare in un’altra regione. Sono molto legata alla mia famiglia e i miei genitori quando possono vengono alle gare. Non potrei stare comunque lontana dalle moto, e dal paddock, sono super appassionata e la passione è la benzina di tutto”.

Lascia un commento