7 Febbraio 2022

Sebastiano Zerbo, 800 vittorie: “Ecco perché non ho mai fatto il Mondiale”

Sebastiano Zerbo "La Freccia del Sud" ha vinto 800 gare e 80 titoli. Ha fatto la Superbike con una Yamaha stradale, ma è mancata l'occasione mondiale. Ecco perché.

Zerbo

Sebastiano Zerbo è soprannominato “La freccia del sud”, proprio come Pietro Mennea.  Anche Zerbo ha stabilito un record mondiale: è il pilota che ha conquistato più titoli in assoluto.  Nel suo palmares si contano oltre 80 titoli, più di 800 successi e 1500 podi. Sebastiano “Nuccio” Zerbo ha 50 anni, è di origine siciliana, e nella vita quotidiana lavora come meccanico a Cattolica. Ogni volta che scende in pista colleziona successi e podi.  La sua storia è poco conosciuta ma è un concentrato di passione ed emozioni.

Sebastiano Zerbo, quando ti sei avvicinato al mondo delle moto?

“Mio padre correva in moto e mi ha fatto salire su un motorino a 16 mesi. Da ragazzino ho iniziato a correre sui cinquantini perché le minimoto ancora non esistevano.  Il problema però è che vivevo in Sicilia e nel sud non c’erano molte piste quindi facevo quello che si poteva. A me bastava correre. Gareggiavo a Pergusa (nei pressi di Enna, ndr), al Trofeo Inverno  in Puglia ed ho fatto anche le salite. La mia prima gara l’ho corsa nel 1985, nel Trofeo Honda e nel 1989 ho partecipato al Gran Premio d’Italia del Mondiale Superbike”.

Il Mondiale Superbike nacque nel 1988 e durante il suo secondo anno di vita fece tappa a Pergusa. In quel periodo gareggiavano campioni quali Falappa e Pirovano. Alla gara siciliana volle partecipare anche Zerbo.

“Non avevo una moto da competizione allora chiesi ad un mio amico se mi prestava la sua moto da strada, una Yamaha. Era completamente stradale  e perdeva olio ma partecipai alla gara del Mondiale ed andai abbastanza bene. Rimase però la mia unica esperienza nel Mondiale Superbike”.

Ti sei poi trasferito a nord?

“Restando al sud era impossibile fare il pilota. Sono andato poi a vivere a Bassano del Grappa,  a Firenze e quindi in Romagna”.

A quanti campionati hai partecipato in carriera?

 “Ho perso il conto. So di avere vinto oltre 80 titoli e più di 800 gare ma non saprei dire il numero esatto. Ho corso con tutti i piloti che sono arrivati poi al mondiale. Sono stato anche compagno di squadra di Valentino Rossi anche se correvamo in categorie diverse. Durante ogni stagione gareggiavo in più categorie e più campionati, su moto totalmente diverse l’una dall’altra”.        

Qual è stato l’episodio più particolare della tua carriera?

“Un anno partecipavo sia al Trofeo Honda che al Trofeo Kawasaki e lottavo per il titolo in entrambi. Capitò un appuntamento in concomitanza: uno si correva a Misano e l’altro a Varano, vicino a Parma. Chiesi alla Federazione se poteva mettere gli orari sfalsati: un trofeo al mattino e l’altro al pomeriggio, in modo da poter prendere la macchina e fiondarmi a correre sull’altro circuito. Venni accontentato. Lo stesso giorno gareggiai sia Misano che a Varano e vinsi in entrambi gli autodromi”.

Hai vinto tanto ma non sei riuscito ad approdare al Motomondiale. Cosa ti è mancato?

“Sono siciliano e questo non mi ha certo aiutato. I meridionali una volta erano visti con un certo scetticismo. Poi mi sono mancati i soldi e le conoscenze. Non avevo le amicizie giuste. Ho vinto ovunque ma nessuno mi ha mai dato una chance iridata. Una volta venni chiamato per una gara del Mondiale 125 in Austria, in sostituzione di un infortunato. All’ultimo minuto però si presentò il pilota pagante e così, invece di debuttare il Mondiale,  gareggiai in uno dei miei soliti trofei. Non sono mai riuscito a fare neppure tutto un CIV con una moto al top perché servono cifre esorbitanti”.

Rimpianti?

“Onestamente…no. Sono una persona umile e non ho rimpianti perché ho sempre saputo che non sarei arrivato al Mondiale. Durante la mia carriera mi sono divertito molto e mi diverto tutt’ora a correre in moto. Sono amico di tutti e se posso, fuori dalla pista, aiuto i miei avversari. Tante volte ho dato dei pezzi o dei consigli ad altri piloti.  Mi interessa batterli in pista e non fuori. In passato alcuni hanno cercato di boicottarmi ma non ho mai dato troppo peso a questa cosa”.

Dove ti vedremo nel 2022?

“In primavera compio 51 ma vado avanti. Quest’anno parteciperò al National Trophy, alla Coppa Italia ed al Motoestate con il team S.Evolution. In più ho una scuola di pilotaggio a cui partecipano pure i bambini”.

Per quanti anni gareggerai ancora?

“Chissà. Al momento non penso al ritiro. Ecco, magari mi piacerebbe correre anche in auto oltre che in moto e se ci fosse la possibilità la coglierei la volo. Più avanti potrei passare alle moto d’epoca ma voglio comunque andare avanti. La passione non ha età”.

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