28 Ottobre 2022

Riccardo Russo “I pregiudizi mi hanno rovinato la carriera ma non mollo”

Riccardo Russo si racconta: dagli esordi ad oggi. La storia di un ragazzo del sud che ha dovuto superare tanti ostacoli.

Riccardo Russo

Le parole possono ferire più delle cadute. Riccardo Russo è sempre stato considerato un ottimo pilota ma ingestibile, si sono creati dei pregiudizi duri a morire. In realtà Riccardo Russo non ha mai fatto nulla di male: a memoria non si ricordano delle scorrettezze particolari o delle scenate plateali.

Quest’anno si è classificato terzo nel National Trophy con tre podi all’attivo, dietro a Gabriele Giannini e Simone Saltarelli. E’ stato in corsa per il titolo fino alla fine ma attualmente è ancora in cerca di una moto per il 2023.

Facciamo un passo indietro. Riccardo Russo è nato trent’anni fa a Maddaloni, in provincia di Caserta.

“Da bambino giocavo a calcio – racconta Riccardo Russo – mi sono avvicinato al motociclismo verso i dieci ed undici anni sulla pista di minimoto di Casaluce. Ho partecipato all’Europeo e all’ Italiano poi sono passato alle 125SP classificandomi terzo. Ho corso anche nelle 125GP ma ero più adatto alle quattro tempi e sono approdato alla Stock 600. Prima ho corso con il Team Trasimeno poi nel 2012 sono entrato nei Talenti Azzurri per correre con il Team Italia”.

Eri in piena rampa di lancio?

“Sono stato Vice-Campione Europeo Stock 600 con Puccetti poi mi sono messo in luce anche nel Mondiale Supersport e in quegli anni il livello era altissimo con Kenan Sofouglu e Sam Lowes. Nei tre anni nel WSSP sono andato bene. Nel 2014 ho partecipato anche ad alcune gare del Mondiale Moto2. Poi ho corso nella Stock 1000 con il Team Pata ma poi mi sono fatto male e sono dovuto stare fuori un anno, a fare riabilitazione. Mi sono ripreso alla grande ed ho partecipato al Mondiale e lì è arrivato il brutto”.

Dal sogno all’incubo il passo è stato breve?

“Diciamo che non è stato un debutto positivo. Anzi ad essere proprio sinceri nel Mondiale Superbike mi sono completamente bruciato perché non ho mai avuto delle moto competitive. Come avviene in questi casi però è più facile dare la colpa al pilota piuttosto che riconoscere di non avere dei mezzi all’altezza e quindi si è sparsa la voce che io fossi un pilota ingestibile. Nel paddock parlavano male di me e tutti partivano prevenuti nei miei confronti. In condizioni del genere è difficile andare avanti ed avere la possibilità di smentire le voci e riuscire a trovare la squadra. Tra l’altro io sono pure meridionale e non aiuta”.

E’ più complicato per i ragazzi del sud?

“E’ difficilissimo! Io sono di Caserta e qui non c’è la cultura motoristica, esiste solo il calcio quindi è molto arduo riuscire a trovare degli sponsor e comunque chi è disposto ad aiutarmi ad andare avanti”.

Sei poi ripartito dal CIV?

“Nel 2019 gareggiato nel CIV SBK con la Ducati Motocorsa ed ho dato filo da torcere a Michele Pirro , ho gareggiato poi Nuova M2 con Aprilia ma poi ho avuto un incidente. In ogni caso il problema è sempre il budget…che non c’è! Io mi alleno, do il massimo sempre ma se mancano i “money” e così non si riesce ad andare avanti!”.

Hai rischiato di smettere?

“Sì, ho rischiato e rischio tuttora perché ho bruciato tantissimi soldi per il motociclismo, la mia più grande passione. La gente non se ne rende mica conto! I soldi degli sponsor non bastano mai a copre la stagione e quindi ci devono mettere sempre mettere una pezza i genitori ma adesso mio babbo ha tirato il freno a mano, come si dice qua da noi”.

Ci sono famiglie che sono andate in rovina per i motori.

“Esatto ma tutto ciò è allucinante e noi vogliamo evitarlo! Dobbiamo anche vivere, non possiamo dilapidare tutti i nostri averi per le gare. Io non vorrei andare a lavorare a tempo pieno nella pista di go-kart di famiglia, vorrei correre non sbandierare. Spero di cuore che qualcuno mi dia la possibilità perché ho ancora tantissima voglia di gareggiare e posso fare bene”.

Cosa ti passa per la testa in questo momento?

“Mi chiedo cosa ho sbagliato. Ci sono piloti che hanno ottenuto risultati inferiori ma che hanno guadagnato mentre io in vent’anni di corse ci ho solo rimesso, non mi è mai entrato un centesimo! Cosa ho sbagliato? Al giorno d’oggi chiedono i soldi in tutte le classi, perfino in MotoE e questa situazione è insostenibile, non è giusto, non è sport”.

Foto Salvatore Annarumma

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