22 Settembre 2017

Nicky Hayden, il conducente della vettura accusato di omicidio stradale

Per il perito della Procura di Rimini l'incidente causato dall'eccessiva velocità del mezzo: 72,8 km/h.

Omicidio stradale: è l’accusa che la Procura di Rimini ha notificato al conducente della Peugeot 206 che ha investito Nicky Hayden lo scorso 22 maggio.

Secondo il perito nominato dagli inquirenti, Orlando Omicini, se l’auto avesse rispettato il limite di velocità (50 km/h) “l’incidente sarebbe stato interamente evitato, sia reagendo e frenando“.  Secondo l’analisi condotta dallo stesso perito l’auto investitrice procedeva alla velocità di 72,8 km/h. Sempre secondo la perizia Nicky Hayden ha attraversato l’incrocio “omettendo di fermarsi e dare la precedenza”, procedendo ad una velocità di 20,6 km/h.”

All’automobilista viene contestato l’omicidio stradale “perché, in concorso di cause indipendenti con la condotta colposa del ciclista ne cagionava la morte per colpa consistita in negligenza ed imprudenza – non avendo mantenuto una condotta di guida adeguata in relazione alle condizioni di luogo – e comunque per colpa consistita in inosservanza delle norme sulla disciplina della circolazione stradale“.

Nicky Hayden, colpito dalla parte destra della vettura, subì gravi lesioni alla testa e morì quattro giorni dopo senza aver mai ripreso conoscenza all’ospedale Bufalini di Cesena. I legali della difesa adesso hanno venti giorni di tempo per depositare la loro memoria, poi spetterà alla procura decidere se rinviare a giudizio il 30enne di Morciano di Romagna che era alla guida dell’auto.

Foto: Marzio Bondi

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