28 Gennaio 2018

MotoGP: Sepang, ne vale la pena?

Pioggia e asfalto complicano i piani di piloti e squadre. Eppure a parole sono tutti contenti. Intanto Johann Zarco promuove la Yamaha...rottamata

Vince Lombardi era solito dire che «l’unico posto dove successo viene prima di sudore, è il dizionario». Aggiungiamo noi: Sepang viene ancora prima di successo e sudore. Sì, perché da quanto visto  in pista sembra che abbiano già vinto tutti. La domanda è: se vincono tutti, chi è che perde ? Risposta, secca e scontata: Sepang.

MALTEMPO – Ci si chiede prima di tutto perché la Malaysia sia la prima data utile dell’anno, quella dove collaudatori e piloti ufficiali scendono in pista dopo la breve pausa invernale. Su tre giorni destinati ai collaudatori, due sono stati di poca utilità, funestati da una pioggia cattiva. L’asfalto malese non asciuga velocemente, per cui a parte i pneumatici rain, hai voglia a testare evoluzioni. La stessa situazione l’hanno vissuta i piloti ufficiali: mezza giornata persa nei box in attesa che le chiazze d’umido sparissero dal tracciato, poi la fretta di salire in sella per capire, provare, confrontare.

PRECAMPIONATO – In attesa che a Sepang si riaccendessero i motori abbiamo speculato due mesi, tra interviste e dichiarazioni sulle nevi di tutto l’arco alpino, sull’importanza dei test precampionato per definire il materiale con cui impostare la stagione. Tutti, nessuno escluso, piloti, team managers, ingegneri ci hanno riportato il mantra laico della necessità delle prove perché durante la stagione di gara non si avrebbe il tempo di fare sviluppo. Quindi il tempo perso a Sepang dovrebbe essere una sorta di doppia iattura.

CORTOCIRCUITO – A sentire i protagonisti tutto è stato eccellente. Ducati ha reso la Desmosedici meno “fisica”, come chiedevano i piloti; Yamaha è resuscitata dai propri inferi grazie al recupero del miracoloso telaio 2016; Honda con Pedrosa ha ritrovato il sorriso – a proposito, speriamo lo ritrovi pure Puig che nelle interviste ha sempre una grinta buona per un western e meno per le pubbliche relazioni – e il settimo posto di Marquez non preoccupa; Aprilia ha rivoluzionato la moto con prospettive interessanti, Suzuki è soddisfatta e pure in KTM hanno di che essere contenti. Felicità in questo mondo. È anche lecito domandarsi a questo punto perché diffondano una classifica dei tempi, visto che vincono tutti.

VALUTAZIONI – Estremamente difficile pure orientarsi tra le moto: la pioggia ha impedito preziosi confronti tra i modelli dello scorso anno e quelli sviluppati per l’imminente stagione agonistica. Chi ha scelto di scendere in pista con la versione “evoluta” post Valencia, chi si è concentrato sull’ultima release, chi invece ha preferito la vecchia soluzione. Ce n’è per tutti, tranne che per chi deve capirci qualcosa. A mezze parole sappiamo che le Case non hanno gradito Sepang in queste condizioni: tanto lavoro che resta da fare e una fortuna spesa in trasferte poco utili – e siamo generosi. In mezzo a tanto entusiasmo, tra dichiarazioni di rinnovato feeling e bellicosi propositi, al netto di battute buone per il marketing e meno per i tempi sul giro, c’è qualcuno che si lamenta?

MALUMORI – Per il momento raccogliamo solo l’insoddisfazione della neorinominata compagine di Aspar Martinez, l’Angel Nieto Team, ma si vocifera che anche dalle parti del box Aprilia ci sia malumore. Siamo solo all’inizio, alla fine dei tre giorni di test previsti tireremo le somme, ma qualche considerazione a margine può già essere fatta. Per esempio, Rossi si dichiara talmente soddisfatto dei progressi sulla sua M1 da fargli ammettere: «ho la motivazione, per cercare di continuare. In primo luogo, voglio fare tutti i test pre-campionato, perché voglio capire se sono competitivo, se la moto è competitiva e anche se ho abbastanza forza per fare tutti i test, poi firmerò». Il “poleman” di giornata, Dani Pedrosa, si è concentrato sulle novità di motore; come ha ammesso Alberto Puig l’obiettivo di quest’anno è lavorare sul motore. In questo senso va interpretata la dichiarazione di Pedrosa: «il motore è il nostro principale obiettivo durante questo test; il nuovo motore che ho provato ha più potenza, ma abbiamo ancora bisogno di lavorare sulla scorrevolezza per stressare meno il pneumatico».

EQUILIBRISTA – Il capolavoro però è di Zarco; tutto l’inverno a cercare di farlo entrare in polemica coi suoi compagni di marca e il francese che riesce, tra acrobazie lessicali e chiose da avanspettacolo, a dribblare ogni nota che lo ponga in urto coi due ufficiali. Poi ai test sgancia il siluro. Domanda dei giornalisti: «che sensazioni ricevi dalla M1 versione 2017?». Risposta di Zarco: «le sensazioni che ricavo dalla mia nuova moto sono che mi offre la fiducia che non ho mai avuto durante la scorsa stagione». Si dirà: contento Zarco, contenti Rossi e Viñales, contenti tutti. Miracoli di Sepang, quello scarto odiato da tutti rende felice Johann. Però va anche ricordato che la stessa M1 del 2017 nei test precampionato in Malaysia con Viñales aveva passato l’esame. Salvo finire rottamata nel corso della stagione, senza appello. L’ex rookie francese dice “ok” e lancia il guanto di sfida. Sarà anche vero che il mercato piloti è iniziato troppo presto, ma la sensazione è che sarà pure brevissimo. Non farà prigionieri. Un campione, off-record a microfoni spenti, ci ha confermato che Sepang, resta sempre la maledetta Sepang.

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