2 Maggio 2018

MotoGP: Pagare moneta o vedere cammello?

Dorna vorrebbe salire a 22 GP ma anche nel 2019 saranno 19. I difficili approdi in Finlandia, Sud America, Indonesia e Messico

L’online in lingua tedesca speedweek.com pubblica un’interessante analisi del campionato della MotoGP, focalizzandosi sul numero di gare.  Per le prossime due stagioni – si legge nell’articolo – dovremmo restare fermi a 19 gran premi a stagione. Poi si penserà se e come portare il numero di corse fino al massimo di 22, in ossequio ai desiderata del boss di Dorna, Carmelo Ezpeleta.

KYMYRING – Che il percorso sia in ogni caso irto di ostacoli lo segnala Günther Wiesinger, che giustamente fa notare come allo stato attuale il promoter del massimo campionato sia alle prese con problemi di non poco conto: il fallimento dell’operazione Circuit of Wales, i rallentamenti nell’edificazione del Kymi Ring in Finlandia – aggravati per giunta da una situazione finanziaria precaria –, l’incertezza delle tappe sudamericane (Brasile o Messico) e il previsto circuito indonesiano di Palembang lungi dall’essere completamente definito, non depongono a favore di un campionato “lungo”. Quantomeno a breve. Va detto inoltre che un discorso è realizzare un circuito, un altro è avere degli organizzatori locali con una solidità economica in grado di supportare questi progetti.

SOLDI – Non si va dove ti porta il cuore, quanto piuttosto dove ti obbliga il portafogli. Così ci si ritrova nella situazione attuale che prevede 4 gp in Spagna e 2 in Italia, con un campionato che resta tutto sommato eurocentrico. Al netto di dichiarazioni di facciata. Se entrassero davvero Indonesia, Finlandia, Brasile o Messico, arriveremmo dunque al fatidico numero di 22 GP a stagione. Alla fine però rimane una questione prettamente economica: si chiama “ricaduta sul territorio”. Gli enti locali che investono su di una tappa del motomondiale devono giustificare che i soldi spesi per ospitare il circus rientrino poi sotto un’altra forma. E possibilmente con gli interessi.

ESEMPIO MISANO – Questo vale per molti, ma non per tutti. In Italia, uno studio a cura della regione Emilia-Romagna in collaborazione con Trademark Italia ha stabilito che per il GP di Misano il fattore “rientro” è di 1:7,9. In pratica: spendi 1 e incassi 8. Se questo basta a giustificare certi investimenti in determinati posti, in altre zone il recupero degli investimenti è decisamente più problematico. Si prenda ad esempio il pasticcio di Jerez: numeri degli spettatori “ballerini” – e siamo generosi – per un ritorno affatto scontato. Il progetto di portare a 22 i GP a stagione, che nelle segrete stanze fa storcere il naso a più di un operatore nel paddock della MotoGP, se da un lato verrebbe subìto obtorto collo, dall’altro resterebbe quantomeno aleatorio. Prima di impegnarsi, gli operatori locali vorrebbero vederci chiaro; come dire “pagare moneta, vedere cammello”.

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