20 Febbraio 2016

MotoGP Marquez davanti ma la Honda è sempre indietro

Elettronica, motore, telaio: HRC è ancora in alto mare. E la Yamaha resta la moto da battere

Marc Marquez ha chiuso al comando la terza sessione di Phillip Island ma la Honda HRC è ancora nei guai, un po’ su tutta la linea: elettronica, motore e telaio.

<<Abbiamo fatto un passo deciso rispetto a Sepang, almeno nel terzo giorno di test ho ritrovato il feeling che cercavo>> ha glissato il quattro volte campione del Mondo. Che però ha dovuto prendere bei rischi  per girare in 1’31”158. Prima di cadere, in coda alla sessione, Marc si era già salvato in due-tre occasioni. Stava semplicemente andando oltre il limite attuale della RC213V. E questo sforzo non è neanche bastato per battere la Suzuki di Maverick Vinalis, la migliore nella “combinata” dei tre giorni per 27 millesimi su Marquez.

Il problema più grosso resta l’elettronica. L’adozione della centralina Marelli e del software unico scritto in condivisione tra tutte le Case è stato un cambiamento radicale per HRC che adottava un sistema proprietario. Se gli elettronici che già lavoravano con Marelli sono stati costretti a studiare tutto l’inverno il nuovo sistema, figuriamoci in Honda. Ed è un guaio grosso perchè il vecchio software era così perfetto che, quando la moto non era a posto di motore o telaio, riusciva comunque a nascondere i problemi più grossi. Adesso il paracadute non c’è più e si vede. Tutti i piloti Honda  sono caduti almeno una volta e a parte Marquez le prestazioni sono state modeste. Cal Crutchlow, altro specialista del giro secco, ha incassato due decimi, Dani Pedrosa più di quattro. Non pervenuti Miller, ancora infortunato, e Rabat che deve ancora prendere la mano con la MotoGP.

In Australia Honda ha portato così tante evoluzioni che il retrobox era invaso da casse per motori, telai e moto complete, con tante sigle diverse. Il programma era fittissimo e il meteo bizzoso ha complicato i piani. <<Non riusciremo a provare tutto, dobbiamo concentrarci sulle cose che pensiamo siano migliori>> aveva anticipato Marc il primo giorno. Mica facile. Invece Yamaha è molto più conservativa, avanza a passi piccolissimi, senza rivoluzionare ogni volta tutto. <<Avevamo poche cose da provare e in un giorno e mezzo abbiamo fatto tutto quello che c’era da fare>> ha chiosato Valentino Rossi.
Aldilà dei tempi  Honda sembra ancora in ritardo e Yamaha la moto da battere.

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