15 Marzo 2018

MotoGP: la firma di Valentino Rossi, cuore e palle

Valentino andrà avanti fino a (oltre) 41 anni. Un quarto di secolo in pista

Il cuore è un muscolo strano. Una pompa smisurata. Per i latini era il centro della memoria, custodiva i ricordi. Chissà quanto cuore c’è, nel senso di storia agonistica, dietro al rinnovo del contratto di Valentino Rossi. Lo abbiamo già detto: questo #46 “umano”, che si ripiega nei propri pensieri, ci piace. Senza corte dei miracoli attorno, senza esposizione mediatica, resta un uomo che vive al massimo la propria sfida con se stesso. (qui il comunicato ufficiale)

QUARTO DI SECOLO – Le dichiarazioni sono inequivocabili. Per una strana associazione della memoria – cuore matto! – mi viene in mente Lucchinelli che cantava a San Remo «questo sono io». Ecco, sì. Anche questo è Rossi: 39 anni, nove titoli di campione del mondo, nel motomondiale da 23 anni, se contiamo il rinnovo fa un quarto di secolo; se i numeri dicono qualcosa, o parlano di pensione o di campione. Perché in ogni caso questa è la vita che Rossi si è scelto, senza scendere a compromessi. Lo ha dichiarato lui stesso: «ho rinnovato perché mi piace correre in moto e amo questo stile di vita, che mi accompagna da anni, anche se talvolta è un po’ stressante. Inizialmente avevo pensato di firmare un contratto di un anno con opzione per il secondo, ma il biennale credo sia la scelta migliore, vista la tendenza attuale».

BAYLISS E SCHUMI – Il discorso del Re ha monopolizzato l’intero pomeriggio del Qatar: la tradizionale conferenza stampa dei piloti scivola via, mentre le parole di Rossi sembrano incise. «È possibile» – sono le parole di Valentino – «che in caso di mancanza di competitività possa risentirne in termini di immagine. Vedo però tanti piloti che si sono fermati al vertice, tipo Bayliss e Schumacher, ma in seguito non sono stati contenti della scelta, a tal punto da dover poi tornar in pista. Io voglio correre fino all’ultimo senza avere rimpianti, magari potrebbe essere un rischio, ma se avessi dovuto seguire questo ragionamento mi sarei fermato molti anni fa». Già! E, di nuovo, il cuore malandrino dei ricordi riporta a Bayliss, che a 49 anni gira ancora in 1.33 a Phillip Island, con una moto che sul dritto è 40 chilometri più lenta delle SBK che normalmente girano sui 32. È a questo punto, pensando a Troy, che capisci davvero la “mossa di Valentino”. Perché il cuore può pure andare bene, ma ci vogliono anche le palle.

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