27 Gennaio 2023

Ivan Clementi “A 14 anni ero meccanico, a 21 in squadra con Valentino Rossi”

Ivan Clementi si racconta: ha iniziato a lavorare prestissimo e con il primo stipendio si è preso una Gilera incidentata. Lì è cominciato tutto

Ivan Clementi, superbike

La forza dell’umiltà. Ivan Clementi è nato 48 anni a Montegiorgio, un paesino nell’entroterra marchigiano. Nella sua zona esisteva solo l’off road e girava con una motina da fuoristrada poi a 8 anni è andato un giorno a Misano e si è innamorato della velocità. Nel corso della sua carriera ha partecipato a 21 Gran Premi del Motomondiale ed oltre 150 gare tra Mondiale Superbike e Supersport. Ivan Clementi è un ragazzo tranquillo, non è un personaggio mediatico, anzi, è quasi timido.

“Sono sempre stato appassionato di moto – racconta Ivan Clementi a Corsedimoto – ma non avevo i soldi e così a 14 anni ho iniziato subito a lavorare come meccanico. Ho comprato una Gilera incidentata, me la sono messa a posto da solo e le prime gare le ho fatte senza carene. Tramite il titolare dell’officina in cui lavoravo sono andato un po’ in pista ed ho dimostrato delle qualità quindi ho avuto la possibilità di andare avanti. Ho vinto il trofeo Gilera e mi hanno poi preso come pilota Gilera. E’ partito tutto da lì“.

Hai gareggiato nella 125 Sport Production?

“Sì ed ho vinto l’Italiano 125 SP con Campetella. Nel 1996 sono stato compagno di squadra di Valentino Rossi: lui faceva il Mondiale e io l’Europeo ma eravamo nello stesso team. Conservo dei bellissimi ricordi di lui. Purtroppo quell’anno mi sono infortunato ad inizio stagione e praticamente ho dovuto saltare il campionato”.

Ti senti ancora con Valentino?

“Quando capita sì. L’anno scorso sono stato invitato al Ranch per la 100 KM dei Campioni ed è venuto ad abbracciarmi. Mi ha fatto un piacere straordinario. E’ una persona veramente squisita nonostante il suo successo”.

Sei approdato poi in 250?

“Si ho fatto l’Europeo nel 1998 e sono subito approdato al Motomondiale dove ho corso nel 1999. Avevo un contratto di due anni ma mi sono ritrovato a piedi di punto in bianco. A quel punto sono dovuto passare alle quattro tempi dove ho corso per tanti anni e mi sono divertito tanto”.

Cosa ti è mancato per riuscire a fare un salto di qualità?

“Qualcuno al mio fianco, che credesse in me e mi aiutasse. Sono sempre stato solo. Ora ho un team di motocross e Gianni Meschini un amico-socio, al mio fianco. Se lo avessi incontrato prima forse le cose sarebbero potute andare diversamente. Da solo ho fatto quello che ho potuto. Mi dispiace non essere riuscito a fare una stagione intera con una moto valida e dimostrare completamente il mio valore”.

Il ricordo più bello della tua carriera?

“Sicuramente il titolo Europeo 250. Se guardo il mio passato sono comunque contento perché sono riuscito ad arrivare al Motomondiale ed al Mondiale Superbike con le mie sole forze”.

Cosa fai ora?

“Ho il team di motocross, un’officina e faccio l’istruttore. Sono sempre in mezzo ai motori perché quando c’è la passione non sente mai la fatica”.

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