19 Aprile 2023

Incidente Misano, Giulia Pozzato 322 Racing “Vogliamo più sicurezza!”

La lettera aperta di Giulia Pozzato. Domenica ha fatto compagnia al figlio del pilota tragicamente scomparso ed invoca maggiore sicurezza

Giulia Pozzato, incidenti Misano, Giraudo

Il dolore, il coraggio. Giulia Pozzato lavora da tempo nel motociclismo con il team 322 Racing Service Misano. Domenica scorsa era al MWC con i suoi piloti ed assieme a lei c’era anche sua figlia che giocava assieme al figlio di Giraudo, deceduto nell’incidente. Giulia Pozzato ha pubblicato sui social una lettera che fa venire i brividi. Racconta di Nicolò, un bimbo di 9 anni che vedeva il suo papà come un super eroe. Giulia Pozzato ci ha autorizzato a pubblicarla integralmente per sensibilizzare il movimento motociclistico sul tema della sicurezza.

La lettera di Giulia Pozzato

“È tutta la notte che piango pensando agli occhi di Nicolò, che mi dice “aspetto che torni papà e poi andiamo a casa”, mentre gioca con mia figlia Lea e ci raccontiamo le storie. Io non posso sopportare questo peso nel cuore da sola, quelle parole che mi rimbombano nella testa e arrivano allo stomaco come un coltello. Quanto sto soffrendo solo i muri di casa lo sanno. Io non sono abbastanza forte per questo.

Voglio più sicurezza.

Ascoltate i piloti che vi stanno chiedendo “più sicurezza” e vi stanno dando consigli su come migliorarla, non passate oltre. Dopo aver sentito quelle parole e aver avuto la forza di incominciare a raccontare storie su castelli fatati e unicorni senza scoppiare in lacrime, penso di averne abbastanza da mettermi in gioco. Non riesco a non pensarci, non riesco a dire “sono gare”. Non voglio mai più vedere un altro Nicolò che aspetta il papà. Saremo in prima fila per aumentare la sicurezza in pista, è il nostro mondo, quello di Fabrizio.

La nostra passione, ma se dobbiamo correre, vogliamo farlo in sicurezza. Io non riesco a rimanere indifferente a quegli occhi, gli occhi di un bambino che ha appena perso il padre, quel bimbo che l’ha sempre seguito ovunque e che per lui il suo papà è l’eroe più grande del mondo.

Non rimanete indifferenti a quegli occhi. Scusate lo sfogo, ma è un peso troppo grande da portare nel cuore. Penso di parlare a nome di tutto il paddock, quindi lo firmerò come: “Il paddock”.

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