Il discorso del re: “King” Carl Fogarty all’attacco
Al quattro volte iridato non piace il politically correct di oggi. "Noi eravamo cattivi. E alla gente piaceva"

Carl Fogarty rimane una delle grandi stelle nel firmamento della superbike, un campione amatissimo dagli appassionati della specialità. L’inglese, come dimostra in una recente intervista a speedweek.de, a 51 anni ha ancora la lingua tagliente.
BOCCHE LARGHE – Il quattro volte iridato non fa mistero di non gradire il politically correct e si lancia in una critica all’attuale formula del mondiale delle derivate di serie; King Carl è uno che non fa sconti a nessuno. «I fan inglesi sono messi piuttosto bene,» dichiara Foggy «anche se al momento sono più interessati a MotoGP e Road Racing che alla Superbike e seguono più il British Superbike che il mondiale Superbike. Quando correvo, i grandi personaggi erano avversari: Kocinski, Edwards, tutti avevano la bocca larga, nessuno piaceva all’altro ma questo è interessante per gli appassionati. Come l’anno scorso con Márquez, Rossi e Lorenzo, questo è ciò che rende eccitante un campionato. Adesso invece sembra che ognuno sia il migliore amico dell’altro. Ai miei tempi c’era un inglese, cioè io. E c’era un grande americano, Edwards. Entrambi le sparavamo grosse e questo ispirava i fan. Abbiamo avuto uno scambio verbale, come nel pugilato, dopodiché abbiamo combattuto in pista. Questo manca, perché oggi tutti sono politicamente corretti.”
L’ALTRO MONDO – Fogarty ne ha pure per i piloti della top class. “Anche in MotoGP era diverso. C’erano Schwantz, Rainey, Doohan, Gardner che erano dei tipi cattivi. Attualmente è diverso, dato che Rossi è simpatico. Se i compagni di squadra sono avversari, va sempre bene. Ci vuole rivalità. Mi piace quando i compagni di squadra non sono i migliori amici. Sto seguendo BSB, MotoGP, Superbike e il TT: Jonathan Rea è molto veloce, lo vedo allo stesso livello di Cal Crutchlow – solo che non cade così tanto. I fan vogliono vedere un pilota star che viene dagli Stati Uniti o dall’Australia. E vogliono che sia un inglese a sconfiggerlo. Questo crea rivalità. Gli spettatori adorano quando i piloti battagliano l’un l’altro. Ma oggi non è più permesso di essere un personaggio a causa delle pressioni di media e sponsor. Ti comunicano quello che devi dire e ringraziare. Se una volta perdevo una gara a causa della gomma posteriore, affermavo che la gomma Michelin era una merda. Oggi non funziona più così, molte cose sono cambiate. Per il meglio? Non sono sicuro.»
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