12 Maggio 2022

I film che hanno saputo raccontare la passione per le due ruote

Il mondo del cinema si è spesso ispirato alle due ruote. Alcuni celebri film dedicati alle moto, da 'Easy Rider' a 'Il selvaggio'.

Come ogni appassionato sa benissimo, il mondo del cinema è costantemente alla ricerca di mondi e d’immaginari da esplorare nella speranza di trovare sempre qualcosa di nuovo da raccontare al grande pubblico.

Nel corso dei decenni, sono tantissimi gli sport (probabilmente tutti, inclusi quelli da tavolo come il poker) a essere stati raccontati almeno una volta dall’industria cinematografica, ma, tra tutti, sarebbe sciocco negare come il mondo dei motori abbia da sempre un legame speciale con gli spunti creativi di moltissimi sceneggiatori di successo. A pensarci bene, si può forse addirittura sostenere come i motori, su quattro e su due ruote, siano spesso stati alla base della creazione di alcuni dei più grandi film di successo della storia.

Ma se i film dedicati alle macchine e alle corse automobilistiche sono abbastanza impressi nella memoria cinematografica collettiva, il mondo delle due ruote a spesso saputo imporsi nell’immaginario collettivo in maniera più “soft” (e forse proprio per questo più efficace), diventando così protagonista di grandi classici cinematografici non per forza apprezzabili solo dai super appassionati delle moto. Eccone alcuni.

Biker Boyz

Nel 2003, a soli due anni di distanza dall’uscita del primo “Fast and Furious” qualcuno deve aver probabilmente pensato: “E se provassimo a fare la stessa cosa anche con le moto da corsa?” Detto fatto, ci ritroviamo questo film di Reggie Rock Bythewood (con la partecipazione nel cast anche di Laurence Fishburne). Al centro della vicenda le avventure del figlio dello storico leader di una gang di corse di moto clandestine. Stando ai rumor, la trama di questo film sarebbe vagamente ispirata alla storia di Manuel “Pokey” Galloway, il presidente dei Valiant Riders di Pasadena.

Easy Rider

Culto intramontabile della cinematografia “all time”, questo film del 1969 diretto da Dennis Hopper è diventato nel corso del tempo un vero e proprio inno per tutta la generazione “on the road” statunitense che tanto ha inspirato il mondo del cinema e della letteratura. Dopo essere riusciti a piazzare una partita di droga i due protagonisti, interpretati da James Fonda e dallo stesso Hopper, partono per un viaggio attraverso gli Stati Uniti alla ricerca di se stessi, imbattendosi in tutte le contraddizioni e problematiche che da decenni affliggono un territorio vasto e complesso come quello americano.

I diari della motocicletta

Di Ernesto Guevara de La Serna molti conoscono gli anni combattenti, proprio al fianco di Fidel Castro alla guida della rivoluzione cubana. Prima di questo film però, in pochi conoscevano le origini del suo pensiero politico, nato proprio nel corso di un viaggio “on the road” che l’allora giovane dottore argentino aveva compiuto in compagnia dell’amico Alberto Granado in sella a un’iconica Norton 500 M18 del 1939. Il film è basato sull’omonimo romanzo scritto dal rivoluzionario argentino.

Rusty il Selvaggio

Scritto e diretto nel 1983 da Francis Ford Coppola, è un film dichiaratamente ispirato all’omonimo romanzo del 1975 creato da S.E. Hinton. Ambientato nella tutt’altro che esaltante città di Tulsa in Oklahoma, Matt Dillon (Rusty James) è il leader di una piccola gang. Cresciuto nel mito del fratello maggiore altresì noto come “quello della moto”, interpretato dal mai banale Mickey Rourke, il film è imperdibile per tutti gli amati delle due ruote. A entrare, assieme alla pellicola, nella leggenda è proprio la motocicletta di quest’ultimo, una Kawasaki Z440 LTD.

Il selvaggio

Tra le immagini più iconiche della storia del cinema c’è sicuramente uno scatto in bianco e nero che ritrae Marlon Brando a cavallo di una motocicletta. Per i pochi che non lo sapessero, quello scatto risale proprio a questa pellicola del 1954 di Laslo Benedek. La trama segue le vicende di una banda di motociclisti dediti alle scorribande, al consumo di alcolici e a varie forme di teppismo. Il leader della gang è, ovviamente, Johnny (Brando), ragazzaccio dal cuore tenero. Per chi non lo sapesse, questo film appartiene al noto sotto-genere della “bikexploitation”, famoso per l’utilizzo di esplicite scene di sesso e violenza all’interno del proprio immaginario. La motocicletta che ha contribuito alla nascita del mito? Una Triumph Thunderbird 6T del 1950

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