29 Marzo 2020

Coronavirus, Serie A al collasso. Spadafora: “Niente sarà più come prima”

Il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora annuncia che la Serie A di calcio non riprenderà il 3 maggio. "Dopo questa crisi nulla sarà più come prima".

Coronavirus, Calcio Serie A

Il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora è scettico su un ritorno in campo del calcio a breve termine. Con la pandemia da Coronavirus che conta oltre 70mila contagiati in Italia. Ma si tratta di una cifra profondamente al ribasso, è impensabile una ripresa del campionato. Almeno fino all’inizio dell’estate. “Riprendere le partite il 3 maggio è irrealistico“.

La Juventus ha annunciato di aver trovato un’intesa con i propri tesserati e con l’allenatore Maurizio Sarri per una riduzione dello stipendio di oltre il 30%. Nel caso in cui la stagione agonistica dovesse riprendere prima di giugno, la società bianconera e i giocatori “negozieranno in buona fede eventuali integrazioni dei compensi”. Una mossa che produrrà effetti economici e finanziari positivi per 90 milioni di euro.

UNA CRISI IRREVERSIBILE

Quello che sembra ormai certo a tutti è che nulla sarà più come prima. Mondo del calcio compreso. “Vivono in una bolla, devono capire che niente dopo questa crisi potrà più essere come prima“, ha aggiunto il ministro Spadafora a ‘La Repubblica’. “Le squadre di Serie A hanno già sbagliato quando era il momento di fermarsi“. Le misure restrittive subiranno ulteriori proroghe ufficiali nei prossimi giorni. “Domani proporrò di prorogare per tutto aprile il blocco delle competizioni sportive di ogni ordine e grado. Ed estenderò la misura agli allenamenti, sui quali non eravamo intervenuti perché c’era ancora la possibilità si tenesse l’Olimpiade. Lo sport non è solo il calcio e il calcio non è solo la Serie A“.

Previsto un piano straordinario di 400 milioni allo sport di base, alle associazioni dilettantistiche sui territori, a un tessuto che sono certo sarà uno dei motori della rinascita. Spadafora si rivolge a muso duro contro la Serie A: “Da loro mi aspetto che le richieste siano accompagnate da una seria volontà di cambiamento: le grandi società vivono in una bolla, al di sopra delle loro possibilità, a partire dagli stipendi milionari dei calciatori. Devono capire che niente dopo questa crisi potrà più essere come prima“. Inoltre la serie A ha 2,5 miliardi di debiti. Nel caso perdesse i 900 milioni di Sky sarebbe davvero nella morsa di una crisi irreversibile. L’emergenza Coronavirus non miete solo vittime.

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