6 Ottobre 2022

Chi si ricorda di Carlo Talamo?

Ha fatto esplodere l'interesse per Harley Davidson in Italia. Ma Carlo Talamo era molto di più. A vent'anni dalla scomparsa il ricordo di un amico

Carlo Talamo

di Ascanio Gardini

Il trenta ottobre saranno passati venti anni esatti dalla scomparsa di Carlo Talamo. Un genio del ventesimo secolo che ha innovato il settore delle due ruote, ma conosciuto più per le sue poesie e per essere stato l’importatore di Harley-Davidson. 

In questi anni mi sono fatto mille domande su Carlo Talamo a cui non avrò mai risposta. Non ero suo amico e non posso dire che lo conoscevo bene, ma tra di noi c’era affetto. Si affetto. Da parte mia ammirazione e stima che andava oltre il personaggio che appariva spesso sui rotocalchi ed in molti raduni. Penso che lui avesse compreso benissimo quali erano i miei sentimenti e, semplicemente, mi volesse bene. Tanto è vero che non andavo a leccargli il culo come facevano molte persone e, quando gli capitava la luna storta, in quelle rare occasioni in cui lo vedevo, lo salutavo a mala pena senza rivolgergli la parola.

Ma poi c’erano i momenti di casino totale in cui mi divertivo a fargli piccoli dispetti. Uno su tutti alle cene dei Triumph Day (raduni organizzati in pista) in cui mi presentavo con la maglietta Ducati in mezzo ad un miliardo di persone per farlo infuriare, mentre lui faceva finta di arrabbiarsi davvero. Un gioco che divertiva molti. Ovviamente in questo tempo ci sono stati cambiamenti notevoli. Come avrebbe affrontato i “social” ed il conseguente assalto mediatico? Avrebbe progettato interamente qualche moto facendo vergognare ingegneri plurilaureati? Le sue concessionarie ed il suo modo di intendere i rapporti con i clienti avrebbe retto ancora? La sua comunicazione sarebbe stata sempre la stessa? Sarebbe riuscito a far rinascere la Moto Guzzi (aveva iniziato poco prima della scomparsa a collaborare con Ivano Beggio) senza l’avvento di Colaninno? Si sarebbe piegato all’ “elettrico” o avrebbe continuato per la sua strada?

Parlo spesso con l’amico Fabrizio Farinelli, ex direttore della concessionaria Harley-Davidson Numero Uno di Roma dal 1985 e successivo proprietario della concessionaria Triumph Numero Tre di Roma. Oltre a lavorare con Carlo Talamo, era riuscito ad instaurare con lui un vero rapporto di amicizia, e ogni volta fra noi escono vari aneddoti. Uno su tutti: Carlo Talamo era ben conscio di quanto aveva costruito e quando Fabrizio si domandava come avrebbero fatto se lui fosse venuto a mancare, Carlo rispondeva: “Il mondo ha potuto superare la mancanza di un grande genio come Leonardo, può superare anche quella di Carlo Talamo.” 

A monte di questa considerazione non riesco a darmi nemmeno una risposta su quanto sarebbe accaduto se Carlo Talamo fosse ancora in vita. Confrontandomi con molte persone che, a vario titolo, hanno avuto a che fare con lui, non emerge una posizione chiara e netta sull’argomento. Segno del fatto che Carlo spesso era imprevedibile, a fronte di una personalità fuori dal comune ed una spiccata genialità. Di certo è che oggi si sente l’assenza di Carlo Talamo, qualunque strada avrebbe intrapreso.

Carlo è stato e resta un patrimonio non solo del motociclismo ma di tutta la società. Le sue innovazioni ed il modo di rapportarsi hanno tracciato un segno visto da molti e da altre realtà imprenditoriali preso come esempio. Le sue aziende erano avanti anni luce. Sono dell’idea che Carlo Talamo andrebbe studiato sui libri di storia e, quando mi capita di parlare con persone che hanno appena comprato Harley-Davidson o Triumph, che non sanno nemmeno chi era Carlo Talamo, mi prende lo sconforto totale.

Carlo Talamo, ecco chi era

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