6 Maggio 2009

Superbike: intervista esclusiva a Shane Byrne

"Shakey" a tutto campo: il presente, la MotoGP, il BSB, Ducati Xerox

Nato a Lambeth, quartiere centrale di Londra 32 anni or sono, Shane Byrne è l’unico pilota del team Ducati Sterilgarda. Alla sua prima stagione completa in World Superbike, dopo l’impressionante doppietta nel 2003 a Brands Hatch come wild card, due stagioni disastrose in MotoGP e il suo secondo titolo BSB conquistato l’anno scorso, il centauro inglese racconta ai microfoni di BikeRacing.it il suo difficile inizio di stagione, dopo gli ottimi risultati nei test invernali. Parliamo dell’inizio di questa stagione e dei test invernali: hai iniziato molto bene, poi qualcosa non è andato nel verso giusto “Penso che nei test in Portimao siamo stati molto veloci e sono molto contento del team, hanno fatto un bel lavoro. Penso che dal primo test fino alle prime gare molti team hanno fatto dei grandi passi in avanti, e questo ci ha reso la vita difficile poiché non è possibile per noi fare altrettanto. Siamo arrivati in Australia, dopo che altri team avevano compiuto due o tre giorni di test la settimana precedente e quindi per noi è stato difficile star dietro a loro. Dell’incidente in gara 1 non abbiamo capito la causa ma quello in gara 2 è stato per colpa mia, quindi è stato incredibile uscire dalla prima gara con due DNF perché l’ultima volta che abbiamo corso con gli altri eravamo veloci! In gara 1 del Qatar non siamo andati male anche se avremmo potuto fare meglio, mentre in gara 2 abbiamo avuto un piccolo problema che ci non ci ha fatto essere veloci. Poi siamo andati a Valencia, e siamo stati un po’ sfortunati con la mia salute, in quanto ho avuto un’infezione a una gamba che ha continuato ad estendersi. Shane Byrne in azione Mi è piaciuto in ogni caso correre lì, all’inizio non apprezzato molto il tracciato anche se poi sono riuscito a farmelo piacere; non vedo l’ora di correrci l’anno prossimo e fare una buona prestazione. Per dirla in poche parole, tenendo da parte i test sembra che ogni weekend abbiamo sempre avuto qualche problema da affrontare. Nonostante ciò, ogni qualvolta si è presentata una difficoltà, i ragazzi sono riusciti a mettere a posto le cose. Abbiamo iniziato nelle retrovie, ma abbiamo intenzione di concentrarci appieno e di fare tutto ciò che è possibile per arrivare ai weekend maggiormente preparati ed è per questo che siamo venuti qui a Monza a gareggiare per il CIV per poterci presentare venerdì prossimo in una posizione migliore”. A metà della scorsa stagione sei stato associato al team ufficiale Ducati Xerox, come pilota che avrebbe rimpiazzato Troy Bayliss come prima guida, poi qualcosa sembra essere andato storto. Puoi spiegarci che cosa è successo? “Per me (ride, ndr) correre nel mondiale era la mia aspirazione maggiore. L’anno scorso ho provato la nuova 1098, ho amato quella moto e ci ho vinto molte gare. Questo è l’anno più difficile per me, per arrivare nel mondiale, e entrare in Ducati Xerox non era la cosa importante per me. Ciò che contava davvero era rimanere con Ducati”. Ma ci sono stati dei contatti tra di voi o erano solo voci di corridoio? “L’anno scorso avevo un manager differente, ha parlato con Ducati e con Marco (Borciani, ndr), e in ogni caso sarei comunque venuto in World Superbike, perchè ho avuto 4 o 5 richieste da parte di team. Certo, correre con Ducati Xerox per me sarebbe stato un sogno ma allo stesso tempo sono molto contento qui, ma se riusciamo a lavorare meglio, fare progressi con la moto e ottenere buoni risultati chi lo sa, magari per un altro anno ci sarà la possibilità”. Hai avuto un anno molto sfortunato nel 2004, quando sei passato in MotoGP con Aprilia. Rimpiangi questa scelta fatta, a cinque anni di distanza? “Non la rimpiango assolutamente, perché se tu avessi potuto vedere l’opportunita che avevo su carta, sarebbe stato impossibile rifiutare. Aprilia mi ha offerto un contratto di 3 anni in MotoGP, e io avevo corso solo stagioni intere nel BSB e un paio di gare in World Superbike. Se qualcuno ti offre un contratto di 3 anni per un team ufficiale in MotoGP, non puoi dire di no! Le altre opzioni che avevo erano quelle di restare in Inghilterra, andare a correre in America, ma non una squadra competitiva in World Superbike. Il mio errore più grave è stato nel 2005, quando ho deciso di rimanere in MotoGP (con il progetto Proton KTM di Kenny Roberts, ndr) quando avrei potuto fare il salto in World Superbike, poiché avevo ricevuto un’offerta molto importante da un team ufficiale. A quel tempo però piacevo molto agli organizzatori della MotoGP e questi hanno spinto molto per farmi restare, quindi ho finito per rimanere lì. La stagione è stata un disastro, quindi sarebbe stato meglio venire qui in un team ufficiale e lottare per il campionato”. La 1098 RS di Byrne Quando pensi sarai in grado lottare per le posizioni di vertice? “Non accadrà nessun miracolo. Non abbiamo nessuna bacchetta magica da sventolare, come hai potuto vedere a Valencia mezzo secondo ha coperto ventuno piloti. Al momento siamo già a un buon livello, nessuno nel mondiale Superbike è ad un livello basso. Quando sono arrivato nel team Sterilgarda, il mio obiettivo era quello di continuare il livello di forma che il team aveva raggiunto lo scorso anno, ovvero qualche vittoria e qualche podio. Io voglio continuare questo perché Max Biaggi e Ruben Xaus sono dei buoni piloti, ma nessuno in questo campionato è imbattibile. Come ho già detto siamo stati sfortunati e abbiamo avuto dei problemi, ma tutti noi stiamo lavorando molto duramente e io provo a stare coi primi in ogni sessione, non solo nelle gare. Quindi continueremo su questa strada e un giorno la fortuna girerà, perché dei piloti che sono arrivati quest’anno, Leon Haslam ha ottenuto ben 4 podi ed è sempre stato al top, mentre lo scorso anno per me in quasi ogni gara non è stato difficile batterlo. So che il mio potenziale è buono, così come quello del team e della moto”. Parlando di Haslam, assieme a lui e ad altri piloti sei arrivato quest’anno nel mondiale Superbike, con provenienza BSB. Quest’ultimo campionato quindi è cambiato notevolmente, come pensi che sia il livello in questa stagione? “Penso che al momento il team di punta sia Hydrex Honda. Hanno lavorato molto bene questo inverno e hanno due buoni piloti ma il mio ex-team, Airwaves, hanno o avranno la stessa Yamaha di Spies e Sykes. Il loro pilota di punta, Leon Camier, quando avrà questo pacchetto a disposizione diverrà imprendibile”. Valerio Piccini

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