20 Gennaio 2011

Intervista a Bernhard Gobmeier, nuovo responsabile BMW

I traguardi da raggiungere per la BMW nella Superbike 2011

La riorganizzazione interna di BMW Motorrad Motorsport ha come apice della nuova gerarchia interna il nuovo direttore, Bernhard Gobmeier, è chiamato a sostituire colui che ha ricoperto l’incarico nelle stagioni 2009 e 2010, le prime due per la compagine bavarese nel mondiale Superbike, ovvero Berthold Hauser. Gobmeier, quasi trent’anni al servizio della celeberrima azienda tedesca, è stato il capo della branca della società votata alla ricerca, sviluppo e progettazione della linea M di BMW, ottenendo innumerevoli riconoscimenti a livello internazionale grazie alle supersportive create a Monaco di Baviera. BikeRacing.it lo ha intervistato lunedì scorso alla presentazione ufficiale del team BMW Motorrad Italia presso L’Autodromo Nazionale di Monza, cercando di conoscer meglio i progetti e le ambizioni di BMW nel World Superbike Una bella missione la attende in questa nuova stagione, alte sono le aspettative da parte di BMW, forse ancora più di quelle dell’anno scorso. “Per ottenere successi bisogna mettere diverse cose al posto giusto, devono combinarsi nella maniera corretta l’un l’altra come un cambio nella sua scatola. Prima di tutto la squadra, poi la tecnologia, i piloti e gli pneumatici (essendo la Superbike in regime di monogomma c’è meno da preoccuparsi rispetto a questo). Ma è la concentrazione il fattore cruciale, e ciò su cui stiamo puntando ora così come in passato. Grazie alla squadra BMW Motorrad Italia abbiamo due piloti in più (quattro se comprendiamo quelli Superstock 1000), tutti egualmente capaci, inoltre stiamo sviluppando la moto relativamente al motore, al telaio e all’elettronica. Vista l’esperienza del recentissimo passato, cosa c’è bisogno di mantenere e cosa c’è da cambiare secondo lei per poter fare il famoso salto di qualità che in tanti si aspettano? Abbiamo fatto diversi progressi nelle scorse settimane rispetto al livello raggiunto alla fine della scorsa stagione, abbiamo condiviso le nostre informazioni e gli ultimi sviluppi con il team Motorrad Italia, e penso che stiamo crescendo ad ogni livello. L’avere quattro ottimi piloti in Superbike ci può permettere di dire che siamo pronti alla nuova stagione.” “Tutto deve essere cambiato ma non in maniera radicale, piuttosto seguendo un’evoluzione. Abbiamo aggiunto cavalli al motore, abbiamo migliorato il telaio e stiamo potenziando i sistemi elettronici a livello di capacità e di applicazione, di modo da poterli ‘cucire’ addosso al pilota. Questo è molto importante, perché ognuno di essi ha una visione particolare su come debba comportarsi la moto, quindi bisogna fare in modo che la moto si adatti alle singole preferenze.” La punta di diamante di BMW per la prossima stagione sarà Leon Haslam, pilota che è stato in grado di contendere a Max Biaggi il titolo fino a fine stagione. Cosa pensa di lui a livello umano e professionale? “Leon è un pilota molto professionale, molto dedito al proprio ruolo e concentrato, e davvero un’ottima persona. Lo stesso vale per le persone che sono intorno a lui, a partire dalla moglie con la quale forma un’ottima coppia, passando per il padre e la madre. Quindi tutta la famiglia è un valore aggiunto per tutto l’ambiente. Sono molto contento che faccia parte del nostro gruppo, non solo per ciò che concerne la professionalità ma anche dal lato umano.” Non fa differenza che vinca un pilota del team Motorrad Italia rispetto ad uno del team interno? “No, è tutto BMW. Inoltre abbiamo la fortuna di avere ora due piloti in più rispetto allo scorso anno, con Leon e James che portano molta esperienza avendo corso con tanti altri team e marchi.” Lo scorso anno, in occasione del Gran Premio di Miller Motorsports Park, avete utilizato la Altitude Chamber, tecnologia in dotazione al gruppo BMW per testare i mezzi in differenti condizioni climatiche, di altitudine e di superficie. Anche quest’anno potrete ricorrere a questo e ad altri tipi di tecnologie? “Abbiamo accesso completo a tutto ciò che BMW può dare, a partire dai banchi di prova alle tecnologie più disparate. Se ha senso, si possono utilizzare queste infrastrutture. Non possiamo usare tutto perché ci vorrebbero più persone di quelle che siamo per esplorare tutte le possibilità. Fatto sta che abbiamo totale libertà di utilizzo e supporto da tutto il gruppo BMW.” Come si sente, personalmente, ad intraprendere un’avventura in un mondo così differente, quello delle moto, rispetto a quello di cui ha fatto parte nella sua carriera fino ad ora? “Penso che le differenze non siano così grande, ma allo stesso tempo so che tutti i team e le case sono molto professionali, questo è ciò che so dal mondo delle auto. La differenza più grande in Europa tra i due mondi è che il motociclismo rimane comunque una grande famiglia, mentre nell’automobilismo si è forse troppo professionali, troppo sterili. L’unico posto in cui le due realtà si assomigliano sotto questo punto di vista è l’America. Per esempio in Formula 1 i team non si rivolgono neanche la parola, sono completamente isolati tra loro.” Qualcosa di simile però lo si può trovare in MotoGP. A proposito, nessun pensiero di BMW verso il mondiale prototipi? Siete contenti dove siete? “Siamo contenti dove siamo. Vogliamo dimostrare che la nostra moto da strada, quella da concessionario, con qualche modifica può correre e giocarsela con le altre moto da strada che ci sono presenti sul mercato. Questo è il nostro obiettivo, ciò per cui lavoriamo.” Valerio Piccini

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